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Libertà femminile

di Barbara Leva

In Arabia Saudita le donne potranno partecipare attivamente alla vita politica, seppure a livello municipale, e potranno addirittura recarsi a votare, seppure accompagnate da un uomo. Le donne in Arabia Saudita, culla del fondamentalismo islamico, non possono mostrare il loro corpo e sono costrette alla compagnia dell’uomo; ma per fortuna (si sussurra per via dell’americana Clinton che preme politicamente) la tradizione si sta andando alleggerendo, e la libertà femminile è in aumento – o meglio, va avvicinandosi a quella occidentale.

Io sono una donna occidentale. E come molte donne occidentali, mi vesto semisvestita e anche se mi copro sono guardata e commentata dai maschi, per di più dagli arabi, vivo da sola, in casa e fuori casa. Musei, negozi, supermercati, talvolta anche viaggi, da sola. Devo lavorare per mantenermi, perché anche se dovessi mai sposarmi, probabilmente regnerebbe la separazione dei beni. Quando esco con il mio uomo paghiamo ognuno per sé. Fortunatamente ho un compagno, e mi sento tutelata se dovessi rimanere incinta; molte ragazze abortiscono o gestiscono i figli in solitaria tra pannolini e un lavoro precario. Sono laureata, e voglio studiare ancora, e posso farlo, accettando anche di stare tutti i giorni impegnate in un ufficio per pochi soldi, con il pensiero dei pavimenti da lavare, della cena da cucinare. Guido la macchina, cerco parcheggio snervandomi e faccio benzina; ho le utenze intestate a me. Vado a comprare i vestiti da sola, li scelgo da sola e li pago con i miei soldi. E in tutte queste situazioni, non sono proprio felice di essere una donna occidentale, schiava di me stessa e della mia libertà. Quindi mi chiedo: è questa, la libertà?

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