4 SI (con riserva) per il referendum. Ecco perchè
Tra pochi giorni arriverà il tanto chiacchierato referendum, con tanto di scommesse sul raggiungimento o meno del quorum. Lasciando da parte le discussioni sullo strumento referendario (magari a ciò dedicheremo un post a parte), la posizione del Talebano su questo voto è chiara… e dice SI. Quattro SI con riserva, perchè basati su posizioni (almeno in parte) differenti da quelle sbandierate dalla maggiorparte di coloro che in questo periodo si sono movimentati.
NUCLEARE. Il primo problema, giustissimo, sollevato è che l’energia nucleare – se non tenuta sotto controllo – è capace di disastri immani (vedi Cernobyl e Fukushima); tuttavia ma altrettanto vero è che il carbone, cioè l’alternativa principale, è ancora più pericoloso… vedere dati relativi al numero di morti causati e all’inquinamento prodotto). Il secondo problema sollevato è che i nostri confini sono già assediati da centrali nucleari straniere, che tutti i paesi producono in casa questa fonte mentre noi siamo costretti ad importarla… e tra l’altro ciò vuol dire che ne usufruiamo ugualmente; è però vero che tutti questi paesi stanno avviano programmi di dismissione del nucleare, considerato una soluzione ormai vecchia. Il terzo problema sollevato è che il nucleare in Italia comporterebbe il problema dello smaltimento delle scorie, che nessun cittadino vorrebbe sotto casa propria e che farebbe gola alle mafie; ma questo è un problema di sicurezza e di controllo. L’ultimo problema sollevato riguarda il fatto che attualmente le energie alternative/rinnovabili non sono in grado di coprire neppure la metà del fabbisogno energetico di un paese; problematica concreta che si spera di risolvere con la ricerca. Il Talebano invece affronta il problema alla radice: bisogna cambiare il modello di sviluppo della nostra società, attualmente basato sulla crescita economica. Il consumo è sbandierato come soluzione ad ogni problema, perchè se si consuma di più si produce di più, e se si produce di più c’è maggiore bisogno di forza lavoro (e quindi diminuisce la disocupazione). Siamo dunque costretti ad aumentare costantemente la domanda di beni, dei quali il più delle volte potremmo fare a meno. Sempre più consumo richiede sempre più energia, ma le risorse a disposizione non sono infinite. Bisogna invece mettersi in testa che la Terra è una fonte esauribile e regolarsi di conseguenza: non vivere per consumare ma consumare ciò che serve per vivere. Solo così si avrà un mondo sostenibile.
ACQUA. Qui c’è poco da discutere. L’acqua, così come l’aria, è un bene essenziale per la vita e come tale va trattato. Non esistono disquisizioni sull’efficienza che possano intaccare il principio secondo cui deve essere lo Stato (e quindi la collettività) a fornire questo tipo di beni, che devono essere tenuti lontani dalla logica del profitto. L’acqua è libera, è di tutti. Non esiste che si garantisca per legge ad un impresa un ritorno in termini di utile su un bene che deve essere a completa disposizione di tutti. Se lo mettano bene in testa sia il centrodestra (autore della legge) sia il centrosinistra, che contesta le modalità ma condivide con Berlusconi & Co. il concetto di privatizzazione.
LEGITTIMO IMPEDIMENTO. Si tratta di una legge ad hoc fatta per il Premier e come tale va giudicata. Rifiutiamo la storia dell’accanimento giudiziario e riteniamo che – anche volendo – la questione sulla tutela dell’operato degli alti organi di governo non possa essere trattata nelle modalità previste dalla legge e, soprattutto, in un momento in cui questa legge sarebbe determinante per la salvezza del Presidente del Consiglio. Berlusconi non è un perseguitato e la situazione giudiziaria in cui si trova è dovuta esclusivamente ai comportamenti che lui ha scelto di adottare. Ognuno è responsabile delle sue azioni e di queste deve rispondere al popolo nel caso in cui si tratti di un personaggio pubblico, peraltro eletto dal popolo stesso (che è chiamato a rappresentare). Ricordando sempre un principio inderogabile: la legge deve essere uguale per tutti.
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