Il Fatto Quotidiano contro l’Unità d’Italia
di Claudio Boccassini
Il 12 Gennaio usciva un articolo contro l’unità d’Italia. I soliti leghisti brutti e cattivi, secessionisti e terroristi, direte voi. E invece no, ad aprire gli occhi al popolo italiano non è stato il quotidiano di bossiana volontà – La Padania – bensì una testata giornalistica che politicamente si colloca da tutt’altra parte: il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. Immaginiamo che a qualche leghista sia venuto un colpo e che i sinistroidi siano rimasti un pò disorientati. Sinistroidi che per decenni hanno insultato tricolore e inno ma che da qualche tempo a questa parte si sono improvvisamente scoperti nazionalisti… questo la dice lunga su quanto contenuto ci sia nel termine “italiano”…
Tuttavia il contenuto dell’articolo (che potete leggere cliccando qui), a firma di Massimo Fini, è difficilmente confutabile, palesando la differenza tra due concetti spesso confusi ma piuttosto diversi: Patria e Nazione. La Nazione è nient’altro che una delimitazione geografica dovuta all’esito di una guerra o comunque di accordi tra parti in conflitto, un contenitore da riempire. La Patria è l’insieme di tradizioni, usanze, cultura che creano un sentimento di unione tra persone… che creano un popolo. Nazione e Patria non necessariamente coincidono.
Massimo Fini nell’articolo mostra la differenza tra il glorioso passato dell’Italia, quando non era una nazione (dal periodo dei Comuni fino al Novecento) e il decadimento sociale e morale avvenuto in particolare dal secondo dopoguerra in poi. Anche noi ci aggreghiamo alla domanda che l’autore dell’articolo pone al presidente della repubblica Napolitano: che cosa mai ci sarà da festeggiare di questi 150 anni? Un’unità nazionale mai raggiunta se non in occasione dei mondiali di calcio? Il campanilismo tra paesi limitrofi che tutt’oggi prevale da nord a sud del paese? La nascita di una nazione che – ai tempi del Risorgimento – gran parte della Penisola non voleva e che non è stato frutto di una rivoluzione degli italiani, bensì di una imposizione da parte di una potenza estera? L’infame vittoria della Prima Guerra Mondiale, ottenuta cambiando bandiera a giochi in corso e finita con la fregatura della “vittoria mutilata”? Il penoso scenario della guerra tra italiani durante la Seconda Guerra Mondiale? Il teatrino attualle di mafia, puttane, giullari, truffatori e politici corrotti?
Quando sapranno darci una risposta convincente, festeggeremo. Nel frattempo, sarebbe il caso di lasciar da parte banchetti e fuochi d’artificio, per concentrarci invece su come fare per creare veramente un’Italia.
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