Ultime notizie

I beneficiari dello scandalo “Affittopoli”

A Milano è (ri)scoppiato il caso “affittopoli”, facendo andare su tutte le furie il sindaco Moratti che teme di subirne il contraccolpo alle prossime elezioni. Così ha deciso di fare chiarezza e pulizia il prima possibile. Il problema è che la fonte dalla quale attingere non è unica: non c’è una sola lista, un solo ambito di esplorazione. Il Comune è diretto proprietario di immobili in varie parti della città. Ma è anche gestore, tramite enti e partecipate, di molti altri spazi.

Affaritaliani.it, nella prima puntata della sua inchiesta, ha evidenziato come giganti del calibro di Prada, Mondadori e 7 Stars Hotel – situati in Galleria Vittorio Emanuele – paghino affitti inferiori al prezzo di mercato per canoni lunghi 12 anni. Per quanto riguarda invece la famosa “lista” di Affittopoli, secondo quanto risulta ad Affari, non ci sarebbero grandi variazioni (salvo la presenza di un amministratore pubblico, si dice…) rispetto all’elenco che Giovanni Verga, assessore alla Casa del Comune di Milano, ha distribuito ai consiglieri comunali il 16 ottobre 2007. In quell’occasione l’esponente dell’Udc aveva dichiarato: “si tratta di un’eredità pesante che può essere governata solo attraverso regole di assoluta trasparenza, attenzione sociale ed imprenditorialità”. In effetti, ad oltre 3 anni di distanza, la questione non è ancora chiusa, tanto che la Moratti si vede costretta ad alzare la voce per ottenere gli elenchi. 

Ma cosa c’era, in quella lista, di così impressionante? Non tanto nomi, quanto “situazioni” e associazioni. Partiamo dalle prime: ci sono contratti in Piazza del Duomo 21, stipulati nel 1969 e nel 1988, davvero incredibili. A chi non piacerebbe pagare un canone annuo di 2212 euro per stare a due passi dalla cattedrale? Ma c’è chi paga addirittura meno (€ 965). E chi paga un po’ di più, ma certo con valori neppure lontanamente paragonabili con il mercato (4950 euro all’anno). Stesso discorso per Galleria Vittorio Emanuele. Molti inquilini hanno lasciato le case, tanto che il Pd denuncia lo svuotamento del salotto buono di Milano, ma fino alla fine del 2005 c’erano contratti da 1000-1200 euro al mese per stare nel cuore del capoluogo.

Poi c’è il capitolo associazioni e locali pubblici. I Lions di via Bagutta 12, nel 2007, pagavano 1682 euro all’anno. Allo stesso civico, sfiorava i 6mila euro all’anno l’Associazione Nazionale del Fante, i 1500 euro l’Associazione Nazionale Ex Internati, i 3900 euro il Gruppo Archeologico Milanese. Sempre in via Bagutta 12 c’è anche il Gruppo Ornitologico Lombardo, che paga 2870 euro all’anno. E il ristorante Paper Moon Srl, la pizzeria più famosa di Milano, frequentata da Afef, Tronchetti e da molti dirigenti dell’Inter, paga 2111 euro all’anno al Comune (non si sa a che titolo e per quale motivo). In via Bagutta 12 chi pagava di più era Emergency, con 21577 euro all’anno. Allontanandosi dal centro, verso nord, in viale Monza 255 l’associazione Sammartinesi in Lombardia pagava 2157 euro all’anno, il Centro Studi Libertari Pinelli 673 euro all’anno e l’Associazione Anarchica Ponte Ghisolfa 4022 euro. Paga più delle due istituzioni anarchiche insieme la società del Pane Quotidiano (5891 euro all’anno).

Insomma, ce ne è per tutti e di tutto. Letizia Moratti, in queste ore, si sta studiando le liste. Cosa succederà ancora non si sa. Sembra difficile (se non impossibile) che l’elenco integrale sia reso pubblico. La privacy lo vieterebbe. E – forse – anche il rischio di scoprire altari e altarini…

1 Trackback / Pingback

  1. Pisapia tra i beneficiari di Affittopoli. La sinistra si infuria « IL TALEBANO

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: