Valzer di poltrone a Milano in vista delle elezioni
di Vincenzo Sofo
Zum-pa-pà, zum-pa-pà, zum-pa-pa-pa-pà, questo è il ballo del… politico milanese. Eh si, perchè effettivamente, se accompagnassimo a suon di musica la cronaca politica degli ultimi mesi, questo motivetto molto conosciuto cascherebbe a pennello. Ma, mettendo da parte le note musicali (certamente più piacevoli), ci sono da registrare aggiornamenti per quanto riguarda il poderoso giro di poltrone e casacche politiche che sta avvenendo, in questo caso, a Milano.
Si sa, le elezioni sono un’occasione per dare un posto caldo a chi sente il proprio sedere infreddolito dalla mancanza di una poltrona o di un buon ufficio. Ma, onde evitare fregature, ognuno fa bene i suoi conti. Così prosegue l’interminabile fase di riflessione di Gabriele Albertini, che da tempo ormai passa le giornate sfogliando la famosa margherita, soltanto che al posto di dire “M’ama o non m’ama?” dice “Mi candido o non mi candido?”. Atteggiamento che inizia a spazientire in molti.
Da una parte l’Udc sembra in procinto di scaricare l’ex sindaco, puntando sul prefetto Achille Serra. Se la sua coerenza morale si giudica dalla carriera politica… prima Forza Italia, poi Partito Democratico e infine Udc… e abbiamo detto tutto. Sicuramente un perfetto democristiano! Altra opzione sembra essere l’ex forzista Manfredi Palmeri, attuale presidente del consiglio comunale milanese ora passato tra i finiani, nell’ottica di un terzo polo proprio con Futuro e Libertà.
Futuro e Libertà che sta attendendo l’ufficializzazione dei candidati a Sindaco di Pdl e Pd, così da capire gli spazi di manovra. Per i primi è praticamente certa la conferma di Letizia Moratti (che, per recuperare credibilità, ultimamente ha capito che bisogna ascoltare la Lega); per i secondi la questione è molto più complessa, visti tutti i casini e i brogli che stanno succedendo per le primarie. Anche perchè ci sono in ballo Pd, Italia dei Valori e sinistra radicale. Un bel macello.
Mentre le decisioni di tutti sembrano essere improntate su strategie complottiste, l’unica ad avere fin da subito le idee chiare è la Lega Nord: la sua alleanza con il centro-destra è vincolata esclusivamente dall’attuazione di una serie di politiche… e, per portarle avanti, è disposta a dialogare con chiunque, non chiudendo la porta neppure ai finiani. A garanzia di ciò, chiede a Berlusconi una sola garanzia, cioè che se il candidato sindaco sarà del Pdl, il vicesindaco dovrà essere obbligatoriamente leghista (Matteo Salvini). In questo modo potrà controllare direttamente l’operato della prossima amministrazione. Ottimo esempio di politica fatta sulle idee e non sulle poltrone.
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