L’Università Cattolica contro i tagli del governo. E intanto aumenta le tasse universitarie
di Vincenzo Sofo
All’inaugurazione dell’anno accademico, il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Lorenzo Ornaghi – non ha certo avuto parole carezzevoli nei confronti dell’attuale governo. Anzi, il suo discorso ha denotato un’astio piuttosto acceso. Causa di tale sentimento è il taglio di fondi che ha riguardato l’istruzione, università private incluse.
Ornaghi lamenta una riduzione di 25 milioni di euro dei fonti destinati alla Cattolica. Certamente ci dispiace, comprendiamo il ruolo essenziale dell’istruzione in una società e dunque ogni ostacolo ad essa rappresenta un danno per tutti noi. Tuttavia, soprattutto in tempo di crisi, ci lascia perplessi il fatto che a piangere e ad essere così arrabbiate siano le università private, ossia le più ricche. Sostengono di essere le più colpite in assoluto, quando le nelle scuole statali manca persino la carta igienica e nelle università statali un giorno si ed uno no agli studenti cadono pezzi di intonaco in testa.
Sostengono di aver difficoltà a proseguire la loro funzione. Il che, sinceramente, ci fa abbastanza ridere… basti pensare che le immatricolazioni sono aumentate al pari delle tasse, già abbastanza alte prima. Infatti, prendendo ad sesempio la prima rata della Cattolica, l’ammontare è passato da € 1200 a € 1500. Un pasto nella mensa universitaria, che qualche anno fa costava € 5, ora si paga € 7.50. E si lamentano…
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