CHI NON MUORE SI RIVEDE: IL RITORNO DELL’ “INAFFIDABILE”
Quando si vogliono trovare accordi si cerca di alzare il prezzo ma allo stesso tempo si presentano soluzioni percorribili. Il Centrodestra è in difficoltà a causa della rielezione di Mattarella come presidente della Repubblica e del fatto che Lega e Forza Italia siano ancora al Governo con Pd e 5 Stelle. Un governo senza una reale politica sulla situazione internazionale se non quella di mettersi in ginocchio al potere USA. Mentre Francia e Germania ribadiscono che senza la Russia il futuro dell’Europa è negativo, Draghi vola da Biden e sostiene la rottura incondizionata con l’Est. Assurdo, si parla di europeismo di governo pro UE e poi si agisce per fare gli interessi di oltreoceano. In tutto questo Fi e Lega sono complici di Draghi sostenendolo, come lo sono di Speranza che mantiene le mascherine e anche il Certificato Verde in alcuni luoghi dopo che la UE ha decretato che il covid ormai è solo un’ influenza.
Si dovrebbe tenere l’incontro tra Meloni, Berlusconi e Salvini, probabilmente a Milano in questi giorni. Era ora. Ma simpaticamente è lo stesso Salvini a creare da subito problemi e a gestire l’eventuale incontro da posizioni poco condivisibili e sostenibili da parte sua. Prima cosa la Lega è un partito in picchiata senza una identità precisa, paradossale visto che nel 2019 ottenne il 34% proprio in relazione alla difesa dell’identità. Matteo Salvini si dice contro il cambio della legge elettorale in difesa del bipolarismo, proprio lui che nel 2018, con la presente legge, andò al governo con il movimento 5 stelle per poi farlo cadere un anno dopo con il progetto di portare Mario Draghi a capo del governo. Ancora oggi parla di bipolarismo stando al governo con PD e compagnia, ma forse lui intende un bipolarismo in cui tutti sono contro Giorgia Meloni e FDI perché altrimenti quanto ha spiegato non ha senso con quanto fa da alcuni anni.
La seconda questione ridicola che presenta al tavolo è quella dei tre gruppi in Europa; fa molto sorridere, soprattutto se detto da chi nel 2019 fece di tutto per lasciare senza gruppo FDI cercando di diventare l’interlocutore italiano per le destre europee (la Lega è collegata a RN in Francia e AFD in Germania) e solo pochi mesi dopo lo stesso Giancarlo Giorgetti girò per le segreterie dei partiti popolari in Germania e Francia chiedendo la possibilità di entrare nel PPE. Incredibile. Ipocrisia e falsità. Per finire vorrebbe il sostegno ai referendum sulla giustizia ed è anche in questo caso assurdo in quanto Salvini voleva rilanciare la Lega grazie a iniziative sulla giustizia tagliando fuori Fi e FDI, ora visto che la questione non coinvolge i cittadini vorrebbe imporre l’impegno degli alleati ad una alleanza per le politiche sostenendo anche i referendum.
Ma come ci si può fidare di Matteo Salvini? E come è possibile che ancora oggi abbia sostegno? L’unico politico in forte ascesa ( e con il partito a sostenerlo senza se e senza ma ) a non essere riuscito a concludere nulla. Un fuoco fatuo. Al contrario Giancarlo Giorgetti, in silenzio e attivo, ha imposto la sua linea e cioè una Lega di governo con il Nord nel cuore, ha delegittimato il segretario con frasi specifiche su libri importanti come quello di Bruno Vespa e sta seminando per gestire il futuro governo della Lombardia. Poche parole e tanti fatti.
Ma la cosa ancora più interessante è il motivo per cui Matteo Salvini oggi è per fare restare la legge elettorale così com’è. La Lega prenderà molto meno del 17% delle scorse politiche, alcuni sondaggi la danno già sotto il 14% e alcuni analisti la vedono tra il 12 e il 13% tanto che in Lombardia è già sotto a FDI. Se poi si tiene conto del taglio dei parlamentari si comprende bene che Matteo Salvini avrà una massa di ragazzotti a piedi, senza arte ne parte. Ecco allora che la legge elettorale maggioritaria può aiutarlo in due modi:
• Togliendo qualche collegio a FDI presentando come argomentazione il fatto che sono sondaggi a dire che Fdi è al 22%
• Andando in coalizione è probabile che i collegi maggioritari siano in grande maggioranza vinti dal centro destra, che andrebbe al governo, quindi permettendo di poter inserire i futuri ex parlamentari nel governo e facendo lavorare gli staff nel sottogoverno
Ma con tutti gli sbagli fatti, nessuno ormai da ancora fiducia a Salvini, e anche laddove gode ancora di consenso, è evidente che poi sul territorio sono altri a comandare e il famoso asse che sul Talebano annunciammo prima delle regionali del 2020 si è realmente concretizzato: Varese e Bergamo alleati del Veneto.
Fabrizio Fratus
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