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RIFLESSIONI SU COMUNITARISMO E LIBERTA’

Il sovranismo, lo ripetiamo di sovente, non può e non deve limitarsi ad un mero populismo antisistema. Lo affermiamo con forza e ne siamo certi! Esso deve avere un progetto di società e una elite che sia in grado di portare avanti queste istanze. Creare una elite, in un sistema pregno di qualunquismo militante, sarebbe un gesto di reazione profonda. Tale problema, che già si poneva con le elezioni europee del 2019, è diventato sempre più marcato con l’avvento della attuale questione sanitaria che stiamo vivendo da osservatori partecipi. Tutta questa situazione richiede un severo impegno: epidermica è la necessità di un salto di qualità nella elaborazione contenutistica, è necessario ricorrere a quello strumento che si conviene chiamare metapolitica. In tempi recenti è stato pubblicato il testo “Progetto per una nuova Costituente” di Carlo Lottieri.  L’autore, pensatore politico interessante, appartiene alla galassia libertaria corrente di origine nord-americana.

La corrente libertaria ha preso piede in Italia, sia pur in un contesto di nicchia, a partire degli anni novanta contribuendo alla elaborazione di quello che abbiamo convenuto chiamare etnoregionalismo padano alpino. Infatti nel vivace ambiente culturale leghista di diversi anni fa (volutamente misconosciuto dal mainstream) vi fu una presenza vivace e intellettualmente impegnata di questa corrente di pensiero che portando agli estremi  i principi del pensiero liberale e liberista, sosteneva l’autodeterminazione dei popoli e le ragioni delle Nazioni senza Stato.

Ora è chiaro come tale posizione è di sicuro molto lontana dal nostro laboratorio culturale che sostiene, partendo dalle basi della Nuova Destra, che l’identitarismo declinato in chiave etnoregionale e etnofederale (un vero e proprio neopatriotismo) ha bisogno di un progetto comunitario alternativo al liberalismo. Siamo certi di quanto affermiamo: tale antropologia individualista distruggerebbe, di sicuro, l’identità dei Popoli. Ma essendo Carlo Lottieri, comunque, un pensatore importante vale la pena un confronto critico con la sua ultima fatica, allo scopo di meglio definire in maniera dialettica i concetti di sovranismo, neopatriottismo e comunitarismo.

“Il progetto per una nuova costituente” è in realtà un progetto di revisione della Costituzione italiana che parte da varie criticità, facilmente riscontrabili nel vissuto italiano. Essa è certamente aperta  ad un Italia dei Popoli, in linea con le battaglie inaugurate con la storica rivista Etnie, neopatriotica ante-litteram e certamente critica aspramente lo Stato giacobino mettendo al centro le Comunità. Questi punti sono sicuramente vicini alle nostre sensibilità trovando un solo limite: ovvero il concetto di libertà inteso come negazione dell’autorità. Non dell’autorità considerata ingiusta ma dell’autorità tout-court che parte da una libertà di mercato e  di emancipazione. Diverso è il nostro concetto di Imperium! Parte da elementi proto-federalisti (Althiusius è stato studiato come un autore che fa da tramite tra feudalesimo e federalismo) con un’autorità non intesa come oppressione ma come possibilità di essere che implica gerarchia, responsabilità, organicità. Gli studi che abbiamo già citato di Julius Evola sul “federalismo imperiale” e le teorizzazioni di Alain De Benoist, Paolo Becchi e Andrea Rognoni sono significative.  Sotto questo aspetto quello che abbiamo convenuto chiamare etnoregionalismo e sovranismo althusiano vengono da lontano e potranno andare lontano solo se supereranno questi paradigmi, figli delle rivoluzioni borghesi, ovvero di quella industriale e quella francese.

Smettiamola una volta per tutte di vedere la storia come un evoluzione verso il meglio.

Paolo Guidone

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