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Siamo tutti abituati a film e documentari di stampo hollywoodiano con attori e storie spesso che si ripetono e soprattutto con una impronta ben delineata del bene e del male. Spesso i film che nei cinema siamo portati a vedere sono storie, in parte vere, con connotazioni decisamente e spiccatamente di parte; film che spiegano fatti storici o avvenimenti di attualità con motivi politici evidenti, ecco perché non dobbiamo avere pregiudizi per il nuovo film documentario di Denis Neimand dal titolo “Shugaley” di provenienza russa e disponibile sulla piattaforma di YouTube in lingua inglese.

Il film è bello, con una fotografia interessante dove deserto e mare si inseguono, racconta di una guerra ancora in atto, di cui tutti noi sentiamo parlare e spesso parliamo, una guerra che dal 2011, anno in cui venne messo fine al potere di Muammar Gheddafi, ha creato sofferenza e disperazione alla popolazione della Libia. Una guerra civile dove la crudeltà è parte costante della vita di soldati e civili. La trama si rifà a una storia vera che si sta svolgendo anche oggi, nei giorni nostri, quindi un film attualissimo: il sociologo russo Maxim Shugaley con il  traduttore Samer Sweifan vengono arrestati dalla milizia salafita “Rada” alleata del Ministro dell’Interno del Governo di Accordo Nazionale. I due rapiti sono tuttora prigionieri presso l’aeroporto di Mitiga a Tripoli. Nel film troviamo aspetti molto interessanti come la presenza di Saif al-Islam, il figlio di Gheddafi che aveva un ruolo importante nella politica del paese sino al 2011 e nel lungometraggio rappresenta un elemento importante della storia, pronto a tornare prepotentemente sulla scena politica del suo paese; ufficialmente nessuno sa quale sia stata la sorte di Saif al-Islam, ma i russi ci indicano delle interessanti possibilità su cosa stia facendo e tramando. Quanto viene fatto emergere dai protagonisti (Maxim Shugaley e Samer Sweifan) della storia è che l’autorità riconosciuta a livello internazionale (Governo di Accordo Nazionale), con l’accordo di Skhirat, ha contro la maggioranza della popolazione della Libia. Molti hanno ancora una grande ammirazione del Colonnello Gheddafi e della sua famiglia ed è proprio questo il motivo per cui Saif al-Islam viene presentato come possibile futuro condottiero. Proprio l’analisi sociale di una popolazione ancora legata a  Gheddafi raccontati dal lavoro del sociologo russo Maxim Shugaley sono il motivo del suo arresto assieme al suo traduttore.

Il film russo è molto interessante in quanto vengono segnalati nomi e cognomi, manovratori delle strategie politiche e delle spie attive a Tripoli come in tutta la Libia, vengono citati al Sarraj come i diversi uomini di potere. Il ruolo dei Fratelli Musulmani come quello dei diversi capi miliziani. Ancora più avvincente è lo scontro tra russi e turchi, i primi sono impegnati a raccogliere informazioni e a elaborare azioni per portare in salvo i loro connazionali e i secondi a boicottare e evitare che i russi riescano nel proprio intento, il tutto mentre il generale Khalifa Haftar mantiene rapporti strettissimi con Mosca per combattere al Sarraj. Shugaley è un film avvincente dove spionaggio, giallo, guerra e diplomazia si intrecciano in una trama che si rincorre nei quotidiani di tutto il mondo, un film decisamente interessante sotto molti aspetti perché vede l’inesistenza delle forze europee come quelle italiane in una terra sino a pochi anni fa molto vicina agli interessi europei, un film documentario su cosa pensano i russi e come vedono la situazione in Libia. Da guardare con interesse duplice, per la storia e soprattutto per i risvolti politici presentati.

Fabrizio Fratus

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