PORNOCRAZIA
La sessualità, che è la condizione necessaria per la riproduzione e la sopravvivenza della specie e che dunque rappresenta un aspetto fondamentale della vita di ogni essere umano, è da sempre stata usata come uno strumento per la manipolazione delle masse e il mantenimento del potere o di un determinato ordine sociale. Questo, è stato possibile attraverso una continua re-concettualizzazione del sesso e della sessualità. Si pensi, ad esempio, alle nuove teorie secondo cui i sessi non esistono realmente e l’inclinazione sessuale non è nient’altro che il risultato di una libera scelta individuale che prescinde da ogni fattore biologico.
Recentemente, con l’avvento dell’era dei social e la liberalizzazione della pornografia, abbiamo assistito a un esponenziale esaltazione dell’individualismo e al conseguente disgregamento della comunità e della famiglia – tradizionalmente intesa come il microcosmo sociale. La prova principale di tale disgregamento è il sorprendente calo demografico registrato negli ultimi tempi. Un ruolo chiave nel processo di alterazione non solo del significato e del valore dell’atto sessuale – che si è trasformato in un mero atto di soddisfazione individuale e di esaltazione dell’io, ma anche del rapporto di coppia tra uomo e donna con importanti conseguenze da un punto di vista della comunità, è stato svolto dalla pornografia. In un certo senso, si potrebbe dire che l’incremento nella disponibilità e nell’utilizzo di materiale pornografico ha innescato un processo di individualismo che, a sua volta, disgregando i rapporti di coppia – e in particolare dei coniugi, ha portato al disgregamento del nucleo familiare tradizionale.

Basti pensare che secondo alcune ricerche, il sito più famoso in Italia, Youporn, ha fatto trascorrere ai suoi fan oltre 1,3 milioni di anni (tempo calcolato in relazione alle oltre 93 miliardi di visualizzazioni). Come se i circa 7 miliardi di abitanti della terra fossero tutti utenti del sito e avessero visionato ben 14 filmati a testa… E solo per Youporn. Sulla piattaforma vengono pubblicati oltre 22 mila nuovi video al mese. L’ esaltazione dell’individuo e del piacere individuale invece che della coppia e del piacere di coppia – tipici della pornografia, hanno conseguentemente innescato un processo che ha radicalmente trasformato la società: una società atomizzata di individui indipendenti e autonomi con il solo interesse di soddisfare i propri interessi e piaceri e, dunque, una società più vulnerabile e più facilmente manipolata e sottomessa da coloro che esercitano il potere. L’ iper-consumismo porno, dunque, rappresenta uno dei principali fattori che hanno reso possibile il processo di individualismo intrapreso dalla società.
I soggetti che fanno uso smodato di pornografia, infatti, tendono ad escludersi socialmente e ad autoemarginarsi dalla comunità per vivere una vita irreale dove il sesso, slegato da qualsiasi scopo riproduttivo, diventa un mero atto meccanico. In questo senso, la pornografia è uno strumento di disgregazione di ogni tipo di rapporti e in particolare del rapporto tra coniugi perché alimenta una concezione degli esseri umani incapaci di essere protagonisti e di costruire una relazione solida che, partendo dal piccolo nucleo familiare, si estenda alla società. Vorrei ora soffermarmi sulla conseguenza più allarmante, ovvero il progressivo disgregamento della famiglia e, conseguentemente, della società. Se infatti una volta, la famiglia era il luogo dove prendeva origine la comunità e, conseguentemente, “la società con tutti” era il suo sistema solidaristico, di autosufficienza e di appartenenza; oggi la famiglia non esiste più. Ad essa si sono sostituite concezioni di famiglia “alternative quali “la famiglia estesa”, “la famiglia di fatto” e “la famiglia di omossessuali.
La prima caratteristica di un matrimonio è la riproduzione e, considerando che per la riproduzione è necessario un atto sessuale completo, diventa consequenziale il fatto per cui se uno dei due partner diviene dipendente da materiale pornografico, tutto il processo da cui nasce la famiglia, la comunità e la società si traduce in un sostanziale e progressivo aumento del tasso di decrescita. La decrescita è il punto di partenza per cui una società inizia il suo declino e la sua “fine”. A questo proposito basti pensare agli allarmanti dati pubblicati dal rapporto Censis-Bayer 2019 sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani. I numeri parlano chiaro, il sesso che prevede la “non penetrazione” è in continuo e preoccupante calo. Infatti 80.7% dei ragazzi si diverte con il sesso orale e il 67% con la masturbazione reciproca. Il sesso, in altre parole, ha come scopo la soddisfazione del piacere personale dell’individuo e non la procreazione. Shoccante a questo proposito, a mio parere, è l’iniziativa di Bergamo di inserire corsi di sesso orale per i bambini delle elementari.
La pornografia sostiene, amplifica e accelera questo processo di disgregazione familiare, comunitaria, sociale e in termini di civiltà, ed è anche un potentissimo strumento per l’abbattimento di modelli politici ed economici e per la svirilizzazione degli uomini che si rinchiudono nella solitudine di una stanza buia, privandosi, così, dell’energia vitale necessaria a dare senso e valore alla propria esistenza. In un sistema in cui i rapporti sono solo tra individui, e perciò contrattualistici, e dove l’interesse è volto esclusivamente al proprio soddisfacimento, diventa molto più facile controllare il potere, perché ogni individuo tenderà a difendere il suo piccolo interesse a svantaggio di quello della comunità di appartenenza, non comprendendo che la comunità salvaguarda anche i suoi interessi. L’ideologia liberista si muove su questo specifico binario, come il capitalismo si adopera per rendere l’invidia e la competizione i combustibili economici su cui realizzare la “crescita”.

Agire in una società atomizzata è più semplice e più rapido rispetto a dove, invece, esiste un’organizzazione, un senso di appartenenza, un’identità comunitaria, una solidarietà collettiva o, semplicemente, un interesse generale. La pornografia riesce dove il modello dell’invidia non è riuscito a vincere e scardina tutti i rapporti, anche quelli più forti dettati dal sangue (famiglia), relegando l’individuo in un vortice senza uscita di desiderio continuo e ripetitivo dettato dalle immagini pornografiche. L’inevitabile risultato di tale processo è un continuo calo delle nascite e la conseguente scomparsa non solo della famiglia ma anche della società vera e propria.
Beatrice Mantovani
che VERGOGNA un ORRORE volutamente scritto come un urlo