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ZUCKERBERG HA LETTO GRAMSCI?

Ecco la nuova egemonia culturale ai tempi di Facebook

Nella Siria di Assad non vi è libertà di stampa. In Occidente invece sì: esiste una libertà che spazia dal pensiero liberal e neo-conservatore a quello.. sempre liberal ma progressista. Qualsiasi persona intellettualmente onesta è in grado di ammettere che il pensiero liberal, dalle nostre parti, costituisce esclusivamente quella che Gramsci definiva egemonia culturale. E questa conta ben più di un Salvini al governo. Al di fuori di questi paletti vige infatti la censura, per la quale anche il nuovo mondo digitale ha preso le misure.
Facebook non è infatti un semplice ente privato. O meglio, il suo grado di influenza nel pubblico, pur tenendo conto delle dovute differenze funzionali, è pari a quello di una banca centrale: è spesso un grado più elevato di quello di alcuni stati: ne costituisce un esempio di dimostrazione il suo fatturato, superiore al PIL di molti paesi, oppure la creazione della criptovaluta Libra. Ma il social è solo un esempio: quando parliamo di grandi multinazionali, le linee di confine tra pubblico e privato si assottigliano sempre di più (potremmo parlare delle influenze che alcune di esse esercitano sui governi o sugli accordi internazionali, andremmo avanti all’infinito).
Basti questo per constatare che la recente censura operata da Facebook nei confronti di varie realtà, costituzionali, è solo un pezzo di puzzle di un sistema ben più ampio, in cui il privato diventa un concetto relativo ed i social si trasformano in veri e propri stati digitali in grado di preservare un’egemonia culturale a livello intercontinentale. E così, movimenti e partiti di diversa matrice ideologica nel nome della lotta all’odio, possono essere esiliati dallo stesso stato digitale che permette tranquillamente a noti professionisti (GAD LERNER in primis) di augurare la morte all’ex Ministro degli Interni italiano. Ma questo è solo un fronte di una guerra operata su scala ben più ampia: è per esempio notizia di pochi giorni fa il licenziamento dall’Università LUISS del Prof. Gervasoni, silurato in quanto non in linea con il diktat egemonico immigrazionista. Sempre di privati si tratta, direte. Vedi sopra. La realtà è che oggi la politica e l’informazione operano per conto di privati (per sua natura, il pensiero liberale, se contempla la collettività lo fa partendo dal privato). Ne è un esempio lampante l’Osservatorio siriano per i diritti umani (con sede a Londra, ndr), ente privato presieduto da UN solo membro, ed UNICA fonte di informazione per tutta la stampa mainstream occidentale, che ha fortemente influito anche sulla politica europea e sulla sua egemonia culturale. E quindi, sulle politiche non solo presenti ma anche future.
Alla luce di ciò, e dell’ipocrita isteria che invoca la libertà di pensiero, viene naturale pensare che, più che la mancanza di libertà di stampa, ciò che di Aleppo più spaventa alcuni sia il sapone.

Lorenzo De Bernardi

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