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BENTORNATO BETTINO

Luca Pinasco ci aiuta a riscoprire la cultura politica di Craxi

Dall’intervento dello Stato nell’economia all’Unione Europea, dal ruolo dell’informazione alla gestione delle finanze pubbliche, fino ad arrivare alla politica estera e all’idea di Socialismo Mediterraneo. Ricominciando da Enrico Mattei e Aldo Moro (con riferimento alla storia repubblicana ma già dalla tradizione dell’impero romano se si tiene conto della millenaria storia del nostro paese), Craxi ha ripreso a tracciare un solco profondo: un solco entro il quale l’Italia deve muoversi per liberare le sue potenzialità, per essere un punto di riferimento globale nelle relazioni internazionali e nell’economia.

Secondo la tesi dell’economista Luca Pinasco, autore di “Bentornato Craxi” (Avanti Edizioni, 2019, 14,90€ ) le soluzioni a gran parte dei problemi che piegano il nostro paese oggi non vanno inventate ex novo, ma vanno recuperate nell’azione politica di chi, come Craxi, mise a punto delle soluzioni efficaci, capaci di portare il nostro paese ai vertici mondiali dal punto di vista economico, così come trasformarlo in un pesante attore internazionale dal punto di vista geopolitico.

Sul versante economico, nel testo arricchito dalla prefazione di Giulio Sapelli e dalla postfazione di Rino Formica, il lettore può apprendere, con dovizia di dettagli, numeri e grafici, come Craxi intuì le drastiche conseguenze derivanti dalla rimozione dello Stato dall’economia con le politiche di privatizzazione, liberalizzazione, flessibilizzazione del mercato del lavoro e le soluzioni che lo statista mise in atto per evitarle.

Così come intuì che aderire a Maastricht e al sistema monetario europeo avrebbe imbrigliato le leve di politica economica e monetaria condannando il nostro paese alla riduzione continua dei salari e alla recessione permanente.

Proprio da tali argomentazioni parte la critica di Craxi ai parametri europei e alla moneta unica, riportati nel testo con gli originali dei ragionamenti di Craxi, commentati dall’autore. Sempre nella parte economica il testo smonta la tesi sostenuta per anni dai nostri pseudo intellettuali manettari, ovvero che Craxi fu la causa del debito pubblico.

Pinasco dimostra con grande profondità di analisi che in realtà la causa del debito pubblico è rintracciabile nel divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, divorzio al quale il Partito Socialista di Craxi, nella persona di Rino Formica, si oppose con estrema durezza. L’ex Ministro delle Finanze si scontrò duramente con il Ministro del Tesoro Andreatta provocando la caduta del governo Spadolini con l’episodio che passò alla storia come “Lite delle Comari”. Craxi piuttosto mise in campo delle soluzioni precise per evitare che il debito pubblico del nostro paese si trasformasse in un problema, ovvero evitò in ogni modo di internazionalizzarlo, seguendo quello che oggi definiremmo “modello giapponese”, ma che in realtà, secondo Pinasco, lo abbiamo inventato noi.

Nella seconda parte di “Bentornato Craxi” invece si parla di politica estera, non limitandosi però al solito episodio della crisi di Sigonella, pur raccontato nei suoi intricati dettagli da spy story, ma si parla di tutti quegli episodi di affari internazionali, meno conosciuti ma altrettanto importanti, nei quali Craxi ha difeso in modo eccellente gli interessi nazionali italiani.

Tutti questi episodi hanno in comune l’idea di Socialismo Mediterraneo, stella polare della politica estera craxiana. Si parla dell’operazione “El Dorado Canyon” nella quale Craxi salvò la vita a Gheddafi dal bombardamento americano, del “Golpe Medico” in Tunisia, della questione isrealo-palestinese, della soluzione di Craxi al problema dell’immigrazione di massa, strettamente connessa a suo avviso al debito dei paesi dell’Africa sub-sahariana.

Insomma un testo che recupera in modo innovativo ed attuale l’azione politica dell’ultimo grande statista italiano, mostrando come essa sia oggi soluzione a molti, apparentemente irrisolvibili, problemi.

Fabrizio Fratus per il giornale OFF

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