GIOVENTU’ BRUCIATA
A Milano inizia oggi il Festival della droga libera.. che parla e dice "non sono una droga"
Mentre si susseguono gli interventi tesi a mettere in guardia dai rischi dell’uso della cannabis si vede un mondo che sta andando verso la più ampia liberalizzazione del cosiddetto uso ricreativo, come se non ci fossero altre maniere per “ricrearsi”.
Per limitarsi a quest’anno abbiamo visto i grandi giornali nazionali dedicarsi a diffondere il messaggio che la marijuana fa male e che bisogna affrettarsi per dirlo ai nostri figli (Corriere della Sera, Repubblica, Quotidiano Nazionale, La Verità e, ultimo, Panorama tra gli altri).
Ma si moltiplicano le kermesse dedicate alla canapa con tanto di pubblicità ingannevoli specialmente per i minori: come spiegarglielo che fa male quando si mettono in campo manifestazioni di livello internazionale e le nostre città sono piene di negozio dedicati alla cannabis anche se “light”. Non si sottolinea abbastanza l’effetto pubblicitario di tutte queste iniziative e quanto influiscono sulle scelte verso lo sballo dei nostri ragazzi, perché il pensiero più preoccupato deve andare a loro che sono in crescita nonchè a tutto ciò che stimola il loro sistema nervoso centrale in tempestoso sviluppo.
Ovviamente gli Stati Uniti e il Canada sono all’avanguardia e sono quelli che producono il maggior numero di pubblicazioni scientifiche sul tema. Basta leggerle e ci dicono tutto, anzi, nell’agosto 2017, l’American Journal of Public Health, pubblicazione mensile dell’American Public Health Association, ha pubblicato un decalogo per ridurre i rischi da uso di cannabis. Se non fosse per l’autorevolezza della pubblicazione e la qualità degli estensori, certe conclusioni paradossali farebbero quasi ridere.
Dopo aver preso in esame la sterminata letteratura sul tema dai database di Medline, Embase, PsycInfo e Cochrane Library, la prima delle raccomandazioni fa impallidire monsieur de La Palisse: il modo più efficace per evitare ogni rischio da uso della cannabis è astenersi dall’usarla. E poi si entra nel merito dei gravi problemi che i legalizzatori di mezzo mondo hanno sottovalutato cioè che i ragazzi sotto i 16 anni cominciano con la marijuana e tanto più precoce è l’utilizzo tanto più gravi sono le conseguenze per la salute perché la cannabis colpisce lo sviluppo cerebrale. Quindi la seconda raccomandazione è: evitare l’uso precoce.
Terza raccomandazione: occorre sapere la natura e la composizione della cannabis che si usa perché oggi la percentuale di Thc, il principale principio attivo contenuto nella cannabis, è molto alta. Chi cerca lo sballo vuole effetti sempre più forti e tanto vale tornare al punto uno perché chi si fumerebbe una canna senza effetti?
Quarta: evitare i cannabinoidi sintetici che sono ancora più pericolosi.
Quinta: la cannabis inalata per combustione provoca gravi problemi respiratori, quindi assumerla per altre vie.
Sesta: l’inalazione profonda, trattenendo il respiro, aumenta l’assorbimento delle sostanze psicoattive e l’ingresso di materiale tossico nel sistema polmonare.
Settima raccomandazione: se si usa frequentemente o intensamente si aumentano i rischi e guidare sotto gli effetti della cannabis è pericoloso (raccomandazione n. 8) e comporta un aumento di incidenti stradali.
La nona è legata a principi precauzionali e riguarda le donne in stato di gravidanza e i soggetti con predisposizione a problemi psicotici o che hanno familiari di primo grado con disturbi di questo tipo. Infine, l’ultima: la combinazione di alcuni dei comportamenti a rischio descritti aumenta notevolmente gli effetti dannosi dell’uso della cannabis. Ora, dopo che da qualche anno in molti stati l’uso “ricreativo” è stato sdoganato, tutto questo è diventato realtà: aumentano gli accessi al pronto soccorso legati alla cannabis come pure gli incidenti stradali e i problemi in gravidanza, ovviamente, aumenta anche l’uso e non diminuiscono gran che gli affari della malavita.
Che dire quindi di queste raccomandazioni. Disarmanti perché stanno a significare la presa d’atto del dilagare dell’uso di marijuana: un adulto su otto e un giovane su tre nel Nord America ne fa uso e quello che impressiona è il sempre più precoce inizio: 11, 12 anni. I pericoli per la salute individuale, ma anche per la società, sono notevoli e subdoli perché si manifestano a distanza di tempo anche se, ovviamente, non colpiscono tutti i fumatori.
Ma questo vale per tutte le forme di abuso. Quindi queste precauzioni per l’uso dovrebbero essere utili per chi si ostina a insistere sulla legalizzazione o, peggio ancora, per chi afferma che è come fumare una sigaretta o bere un bicchiere di vino. Ma, più che altro, non parliamo più di droga leggera. La droga è droga. O ci succederà come in questi giorni a Milano che la sentiremo “parlare”: allucinante veramente!
Andrea Bartelloni
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