SOVVERTIRE GARIBALDI
La macroregione del Sud che la Campania ci chiede
In un recente articolo apparso su questo sito si è parlato del clevage Nord-Sud. Spesso associato alla Questione Settentrionale e alle spinte autonomiste e indipendentiste, tale fenomeno ha in realtà una natura più complessa. Infatti, come sostiene Sergio Salvi, a partire dagli anni Settanta un gruppo di intellettuali meridionali economisti e di estrazione marxista comprese che la questione meridionale andava affrontata su nuove basi. Da quel momento si sviluppò un variegato filone neomeridionalista, identitario e revisionista sul piano della storiografia risorgimentale volto a riscoprire l’appartenenza delle piccole patrie e del mondo preunitario meridionale. Questo filone, che potremo definire neomeridionalista, per certi versi parallelo e affine all’etnoregionalismo padano alpino, è particolarmente interessante per un sovranismo althusiano.
Proprio sulla scia di questo complesso filone neomeridionalista, va segnalata una interessante iniziativa. È infatti partita la raccolta firme per il referendum costitutivo per la macroregione del sud. Nel segno del regionalismo differenziato, che ha ispirato i recenti referendum in Lombardia e Veneto, viene chiesta, ai sensi dell’articolo 116 coma terzo e 117 comma ottavo, l’autonomia della regione Campania dallo Stato centrale e la possibilità di creare intese macroregionali nel meridione. Questa iniziativa è certamente importante nell’innescare, a costituzione vigente, un processo di superamento del modello giacobino importato dalla vicina Francia a partire dall’età napoleonica per svilupparsi in forma autoctona con il Risorgimento.
Indubbiamente l’autonomismo nel Sud è una sfida ardua per effetto di complesse storiche condizioni sociali e culturali, ma va rilevato come, in effetti, il dibattito sul federalismo portato avanti negli anni Novanta da un leghismo settentrionalista, sia in effetti un nodo irrisolto del nostro nation building risorgimentale. Non a caso, nonostante le difficoltà e resistenze del modello giacobino, la spinta autonomista non si limita al Nord, ma trova una soggettività trasversale nel comitato referendario in questione. Tra i promotori, Alessandro Sansoni presidente del comitato referendario, Gino Gianmarino del “Brigante”, Sabino Morano della Lega, Sergio Angrisano dei movimenti federalisti di base, Stefano Caldoro (ex presidente della regione Campania e responsabile del dipartimento di autonomie di Forza Italia), Pasquale Sommese, Armando Cesaro, Massimo Grimaldi,e Carmine Mocerino.
Indubbiamente si tratta di un movimento trasversale che ha avuto il beneplacito del ministro Matteo Salvini. Aggiungiamo che è certamente fondamentale associare una battaglia per un sovranismo federalista, ad una consapevolezza e responsabilità comunitaria, che come sostiene efficacemente il testo “Sovranismo un occasione per l’Europa” di Fabrizio Fratus, Vincenzo Sofo, Lorenzo De Bernardi è il cuore di un progetto per le nostre mille patrie italiane.
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