SOVRANISMO, RISPOSTA A MARIO PORRINI
Smettiamola, una volta per tutte, di riciclare vecchi schemi ideologici
Negli ultimi anni si è affermato sempre di più il termine sovranismo ma, come rileva efficacemente Francesco Giubilei, non sempre sono chiare le coordinate metapolitiche di questo nuovo filone politico-culturale.
È il caso dell’articolo apparso sul sito di Arianna di Mario Porrini “Stato-Nazione ed Europa delle Patrie”. La tesi di questo articolo ci pare non andare oltre l’immaginario nazionalista come fondamento del sovranismo. Noi riteniamo tutto ciò un limite, infatti una delle sfide odierne è proprio quella di avere la forza e il coraggio di immaginare alternative oltre il pensiero unico, senza riciclare vecchi schemi ideologici. Orbene, il nazionalismo otto-novecentesco è uno di questi e a questo riguardo, come sostiene Paolo Becchi in “Italia Sovrana”, due sono le forme di sovranismo italiano: quello identitario della Lega di Matteo Salvini e quello sociale del Movimento Cinque Stelle. Nello specifico, quello leghista ha radici nella cultura federalista e delle piccole patrie.
Recentemente come sostiene anche Pietrangelo Buttafuoco in “Sovranismo, un’occasione per l’Europa” di Vincenzo Sofo, Fabrizio Fratus, Lorenzo De Benardi, il think thank “Il Talebano”, innestandosi su un retroterra di scambi tra la destra identitaria e l’etnoregionalismo, ha sviluppato un filone piccolo e neopatriottico che supera il modello di sovranità della linea Bodin-Hobbes per approdare a una riscoperta del sovranismo comunitarista althusiano.
Se Mario Porrini definsce i sovranisti come gente “priva di sostrato culturale e ideologico”, noi lo invitiamo a leggere i citati testi e l’elaborazione culturale del Talebano in merito alla differenza tra Nazionalismo e Patriottismo.
Ribadiamo che tutto ciò si basa su una precisa visione filosofica e sociologica comunitarista: non si tratta quindi di riciclare vecchi schemi o idolatrie politiche nella forma novecentesca, ma di risvegliare l’Europa dal suo torpore nichilista. Potremmo aggiungere che tutto ciò è uno sviluppo che parte da lontano, che vede la sintesi tra diversi filoni patriottici non giacobini, apertisi ai grandi spazi ma con precise fondamenta comunitarie, identitarie, sovraniste, collegato a scuole di pensiero e autori che hanno cercato di rielaborare nuove sintesi valorizzando la tradizione profonda.
Ricordiamo, inoltre, che il nostro paese ha avuto ben tre esperienze imperiali nel passato e ha avuto nel secolo scorso il più grande interprete di questa concezione di sovranità tradizionale in Julius Evola. Crediamo quindi che esistano potenzialmente le basi per una “Quarta Teoria Politica”, come fondamento metapolitico per un sovranismo patriottico all’altezza dei tempi e che sia vano riprodurre vecchi e discutibili schemi per sostenere il sovranismo. Lo stato-nazione così come l’abbiamo conosciuto va ripensato con attenzione alle piccole patrie e ai grandi spazi, con un chiaro progetto comunitario per le nostre “Mille Patrie” nell’ottica di un federalismo piramidale a vari livelli.
Sotto questo aspetto non possiamo che segnalare il citato e sorprendente libro “Sovranismo un’occasione per l’Europa” che affronta il tema non come mera autoderminazione delle nazioni, ma come progetto costruttivo popolare, libero da conformismi vari.
Anche da quelli di una sorpassata destra.
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