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TOTOELEZIONI: ZAIA PREMIER, PAPA FRANCESCO SINDACO DI ROMA E BERLUSCONI A GHIGNARE DURO

Un titolo degno di Roberto D'agostino, ma nemmeno tanto

La politica ha delle regole abbastanza precise e, come dimostrato dai fatti che in questi giorni si palesano, qualche volta noi anticipiamo quello che sta per succedere. È di queste ultime ore l’annuncio scherzoso di Matteo Salvini di vedere Luca Zaia come candidato contro Matteo Renzi per tentare di divenire il presidente del consiglio a guida Lega Nord. Ma perché Salvini fa un passo indietro?

A nostro avviso sono diversi i motivi:

  • il primo è certamente il fatto di aver subito diversi attacchi da parte di coloro che dovrebbero essere alleati e sapendo che per tentare di vincere vi è necessità di un’alleanza che vada da Forza Italia sino a FdI. Salvini ha iniziato a entrare nel concreto per la costruzione di una squadra vincente;
  •  un secondo punto a suo sfavore è il fallimento di NcS al Sud (aka Terronia): mentre i sondaggi danno il segretario federale della Lega in continua crescita di popolarità, il movimento creato appositamente per trasferire l’appeal in voti irraggiungibili per la Lega Nord si è tramutato in un disastro elettorale, tanto che in Lega molti hanno compreso il fatto di avere imbarcato personaggi il cui tentativo è solamente quello di riciclarsi. Non si è puntato sui giovani come voleva fare inizialmente Salvini (strategia attuata da M5S e che ha prodotto un ottimo risultato) e si è lasciato spazio a coloro che hanno invece perseguito interessi personali;
  • il terzo elemento è il non avere ancora delineato una visione organica delle proposte presentate; se si vuole ragionare sulla flax tax, ad esempio, allora si deve dare anche una risposta sulla necessaria – e conseguente – ristrutturazione del sistema sociale. È da ingenui pensare che se si abbassassero le tasse, le pagherebbero tutti e gli introiti erariali non diminuirebbero. Il problema, oltre a una pressione degna di una repubblica socialista, è la percezione dello Stato come un sistema vessatorio il cui scopo è quello di dissanguare le finanze di privati e delle imprese.

Ma perché Zaia e non Maroni? Il motivo è semplice: Zaia è un alleato che ha sostenuto Matteo Salvini esponendosi in prima persona sul territorio (vd vicenda Tosi), è un pezzo da 90 della Lega, ha il Veneto in mano e spezzerebbe la “dinastia lombarda” alla guida della Lega, garantendo i sacrosanti interessi del NordEst. Dopodiché, è un fatto anche riportato su diversi quotidiani che il governatore della regione Lombarda e il segretario della Lega Nord abbiano visioni politiche differenti sia per la gestione della Regione Lombardia sia per la politica nazionale (e che quindi potrebbe essere oggetto di speculazioni mediatiche in fase di campagna elettorale) .

Mentre Silvio Berlusconi torna dall’incontro con Angela Merkel che lo ha riposizionato all’interno del PPE, decidendo di andare all’incontro di Matteo Salvini dell’otto novembre, l’imprenditore milanese ha suscitato malumori interni al proprio partito. Ma il Silvio Nazionale sa di avere già in tasca una vittoria a cui teneva tanto: il fatto di non avere il segretario della Lega Nord candidato alla presidenza del consiglio.

Ovviamente, in Forza Italia non hanno compreso nulla di cosa stia facendo il loro presidente, unico vero uomo politico capace ancora di stupire e di gestire il centro destra a suo piacimento.

Fabrizio Fratus

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