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Diego Fusaro, l'ultimo dei marxisti

Non ricordo chi fosse, forse Nietzsche in Die fröhliche Wissenschaft, a definire la coerenza come una “non virtù” o, meglio, una sorta di “borghese simulacro di virtù”, edificato allo scopo di “poter sempre contare sul fatto che tu rimanga come sei ora, in modo che io, tuo datore di lavoro, possa fare completo affidamento su di te” (a braccio). Non ricordo nemmeno chi fosse, forse un rappresentante di lista di Rifondazione alle regionali 2010, ad avermi raccontato la nota barzelletta sul comunista e le due biciclette (fate lo sforzo e cercatevela se non la sapete, ché a inserirla mi rovino la formattazione). Sta di fatto che ho compreso come, paradossalmente un autentico comunista possa ritenersi coerente alla dottrina marxista solo comportandosi incoerentemente. D’altra parte, il quarto capitolo del Manifesto ce lo dice chiaro e tondo: il comunismo si instaura solo con la Rivoluzione, quindi da qualche parte bisognerà pure iniziare a intorbidare le acque, in attesa delle botte dure. E allora siamo incoerenti!

E seguiamo l’esempio di Diego Fusaro.

Diego Fusaro, infatti, escludendo quei mezzi brigatisti che suonano il campanello cercando di vendere i loro giornaletti ciclostilati, è l’ultimo dei marxisti (tipo Daniel Day Lewis, ma un po’ più basso e coi capelli più chiari). Inoltre, Diego Fusaro è veramente bravo, intelligente e preparato (tipo Daniel Day Lewis, ma senza tirare di spingarda) tanto che riesce a districarsi nella galassia politica e accademica sempre in profondo ossequio a quella lucida coerenza marxista di cui sopra.

Io, a Diego Fusaro, devo molto: soprattutto quelle acute analisi che ha voluto condividere con un pubblico di imperiti come me. Così ho realizzato, per la prima volta, l’importanza del mercato in quanto luogo in cui Nietzsche ambienta l’annuncio della morte di Dio, ho capito che il partito per cui ho militato per cinque anni è attualmente l’unico partito credibile che si oppone all’Euro, ho ricevuto la conferma che non esistono una Destra e una Sinistra, ma che l’unica dicotomia che ha senso è quella tra chi accetta il fanatismo del mercato e chi lotta contro di esso.

Poi mi sono tenuto aggiornato e in neanche un anno ho imparato che la Lega è un partito di utili idioti funzionale a logiche di potere extranazionali, che non esistono una Destra e una Sinistra, ma che l’unica vera dicotomia è quella tra alto e basso (poche righe più sotto).

Come dire, non fa una piega.

Aspetto solo di realizzare come l’annuncio della morte di Dio sia stato dato in una birreria di Monaco, o in una discoteca della costa romagnola, per potermi finalmente considerare un autentico marxista ed avventurarmi nella mia crociata sociale contro il Capitalismo (cattivo, cattivo, cattivo).

Walter Quadrini

Nota: chi scrive ha studiato ingegneria, non filosofia (infatti è a casa con la scusa che è malato, non con la scusa che è disoccupato) quindi, se volete commentare risalendo alla fenomenologia husserliana, fate pure, ma, non capendone nulla, non vi risponderà. Però non dubitate dell’onestà intellettuale dell’autore: è un autentico marxista.

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