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LA RUSSIA VUOLE LA GUERRA

Guardate quanto vicino alle nostre basi militari hanno messo il loro territorio

“Se la nostra proposta di pace fallirà, l’unico scenario è la guerra”, ha dichiarato Hollande sabato, dopo il vertice di Mosca sulla crisi ucraina tra il presidente francese, la cancelliera tedesca e Vladimir Putin. Se la massima carica transalpina afferma una cosa del genere, c’è da credergli. E da preoccuparsi.

La Francia, infatti, da buon paese occidentale, sa bene da che parte stanno i “buoni” e da quale i “cattivi”: il 12 dicembre 2012, ad esempio, il ministro degli Esteri socialista Laurent Fabius, durante la riunione degli “amici della Siria” a Marrakech, dichiarò: “il fronte Al-Nusra (gruppo jihadista di ribelli anti-Assad affiliato ad Al Qaida, riconosciuto come terrorista financo dagli USA, NdA) sta facendo un buon lavoro sul campo”. Ecco, coloro che finanziano i “ribelli” per destabilizzare regimi avversi agli interessi di Washington versano lacrime di coccodrillo quando gli stessi “rivoluzionari” (terroristi) fanno attentati in Occidente, mordendo la mano di chi li ha previamente foraggiati. E pazienza se interi popoli, per le loro menzogne e i giochi geopolitici, versano il sangue.

C’è da preoccuparsi, perché pare che le sorti del conflitto civile in Ucraina – che potrebbe degenerare in guerra continentale – dipendano da questa gente. E pensare che Hollande e la Merkel sono i più moderati all’interno dello schieramento guerrafondaio e imperialista della NATO (la nostra Mogherini, Alto rappresentate UE per gli Affari Esteri, non è pervenuta).

Fosse per gli USA, padroni dello strumento di dominio neo-coloniale che è l’Alleanza Nordatlantica, non si perderebbe nemmeno ulteriore tempo ai tavoli delle trattative: il Nobel per la Pace (paradossale esempio di Neolingua orwelliana) Obama – imbeccato e istruito dai consiglieri incendiari che ne dettano la politica estera – darebbe senz’altra esitazione fuoco alle polveri, contro colui che ormai pare essere assurto a ruolo ufficiale di “uomo nero-babau-nemico” di turno: il presidente Putin. Pure ve ne sarebbero di nemici veri da combattere: i sanguinari taglia-gole dello Stato Islamico,ma non pare che i “difensori della libertà” applichino, contro l’esercito del terrore, uno zelo paragonabile a quello contro il presunto “aggressore russo”.

Ad essere maligni, si potrebbe pensare che l’Is non dia poi così fastidio ai progetti USA nello scenario mediorientale; anzi, visto che gli ex “ribelli” – nonostante abbiano messo a ferro e fuoco due nazioni – non sono riusciti nel loro scopo di far sloggiare il “cattivo” Assad, lo stesso gendarme (non richiesto) del “mondo libero” pensa bene di addestrarne altri 5000. Insieme, ovviamente, ai fedeli alleati sauditi e qatarioti, sempre in prima linea contro i comuni nemici sciiti iraniani e i baathisti siriani – e quindi la Russia -. I fanatici assassini del Califfo da mesi seminano morte, distruzione e terrore tra Siria ed Iraq; hanno visto ingrossarsi le fila di decine di migliaia di volontari reclutati da mezzo mondo; decapitano, giustiziano, compiono pulizie etniche, persecuzioni inaudite di cristiani e ignobili carneficine ogni giorno.

Pure, Obama mantiene un basso profilo, non fa proclami altisonanti e non traccia perentorie “linee rosse”, anche se ne avrebbe ben donde. Non bombarda a tappeto le postazioni dei terroristi – come fece Bush sr. contro l’esercito di Saddam in ritirata nella Prima Guerra del Golfo – anche se sarebbe stato facile individuarle tramite satellite sin dalle prime ore, né mobilita truppe di terra, coordinandosi e cooperando con quelli che dovrebbero essere i naturali alleati dell’area in funzione anti-terroristica: Iran, Siria e Russia. E invece niente. Qualche bombardamento mirato di dubbia efficacia risolutiva, e qualche altro invece – sempre a pensare male – di efficacia “accidentale”: tipo gli “errori” di piloti distratti che hanno colpito, anziché i taglia-gole dell’Is, alcune infrastrutture civili del Governo siriano, tra cui importanti silos granari (vedi anche qui).

Il nemico, dunque, non è il Califfato, quello semmai è uno strumento; il nemico è chi non cede e non si prostra ai deliri di dominio mondiale della sempre più debole super-potenza: chiunque osi preservare la propria sovranità economica e nazionale. Putin, avendo risollevato il suo Paese dopo dieci anni di disintegrazione (Boris Eltsin era un alcolista manovrato e un fantoccio), ha riconferito alla nazione russa l’orgoglio e la dignità nazionale. La Russia è tornata ad essere una potenza, che persegue i propri legittimi interessi in autonomia. E’ questo che gli USA non riescono proprio ad accettare. Dopo la Russia ci sarà la Cina, che è destinata a soppiantare l’America come prima potenza economica mondiale. Gli Stati Uniti non riescono a concepire partners – termine col quale Putin si rivolge ai paesi occidentali, non più ricambiato – bensì esclusivamente vassalli.

Secondo il consigliere presidenziale Sergej Lavrev, “la potenza militare è quella che ha sempre permesso agli americani di esercitare nel mondo la cosiddetta «signoria del dollaro», ma al momento attuale, la strategia di dominio globale Usa ha quasi cessato di agire e anche la quota del dollaro sui conti mondiali si sta riducendo. «Gli americani, quindi, stanno tentando di sottrarsi al cul de sac con lo scatenamento di un conflitto mondiale. Con la strategia del “caos controllato”, tentano di accendere una serie di conflitti su tutto il pianeta». Gli Stati Uniti preferiscono condurre le guerre non direttamente, bensì ricorrendo alla corruzione delle élite al potere, aizzando gli uni contro gli altri; «le truppe Nato intervengono solo dopo che, con tali metodi, si è riusciti a indebolire a tal punto il nemico, che non è più in grado di opporre resistenza[…] Le sanzioni devono aprire la strada all’accaparramento delle attività [russe] più proficue nella prospettiva di un suo totale sgretolamento in diversi staterelli in guerra tra loro e nello scatenamento di conflitti sociali e interetnici. In questa cornice, gli Usa sono anche pronti a indebolire drasticamente l’economia dell’Unione Europea e, una volta ottenuto il pieno controllo sull’Unione Europea e sulla Russia, utilizzeranno la loro supremazia nella lotta contro la Cina”. (qui)

Gli USA hanno in mente una sola idea in modo ossessivo e maniacale: la guerra; e sono pronti a perseguirla con ogni menzogna. Gli unici politici a parlare chiaro, in una Europa serva sciocca, asservita e prona agli interessi d’oltreoceano pur contro il proprio interesse, sono Marine Le Pen – ”Washington vuole la guerra e l’UE è serva degli Stati Uniti”; “l’obiettivo degli americani è quello di far scoppiare una guerra in Europa e di spingere fino alla Russia i confini della NATO”- e Matteo Salvini. Il leader della Lega ha dichiarato: “Giocare alla guerra con la Russia nel 2015 è una follia. Putin è un alleato nella lotta contro il terrorismo. A meno che qualcuno non voglia fare una guerra commerciale come abbiamo già visto in passato; che l’Europa non si renda complice di questo. Se Obama ha dei problemi commerciali se li risolva da persona intelligente e non giocando alla guerra”.

Perché questa foga, questa bava alla bocca da parte degli ameri-cani di scatenare e accelerare l’Armageddon? È chiaro che sono alla frutta: l’economia de-industrializzata ha prodotto un debito pubblico enorme, hanno subìto intoppi notevoli ai loro piani di “caos controllato” grazie all’intervento del presidente russo, che ha impedito la disgregazione della Siria e la deposizione di Assad (anche se con l’avvento di Is è ora possibile ogni stravolgimento); l’unico sistema che gli USA hanno sempre adottato per uscire dalle crisi è la guerra.

Da mesi stanno fomentando con ogni mezzo l’escalation. Hanno sostenuto le milizie para-militari naziste di Pravi Sektor e Svoboda, prima per attuare il colpo di stato (con tanto di cecchini governativi), quindi per perseguire la repressione genocida della popolazione di lingua e di etnia russa. Ma anche qui qualcosa è andato storto: la resistenza popolare nel Donbass e il referendum di autodeterminazione popolare in Crimea hanno dimostrato la tenace determinazione della popolazione orientale di opporsi alle politiche anti-russe discriminatorie prima, e alla persecuzione terroristica del governo-fantoccio poi.

Data la vergognosa censura della strage di Odessa da parte della nostra stampa di regime, e la relativa e sistematica disinformazione, non sorprende che gran parte dell’opinione pubblica italiana e occidentale sappia poco o nulla di questi fatti. Non sa nemmeno delle indagini internazionali condotte sul volo MH17: nei primi giorni della tragedia, i media occidentali hanno pubblicato veline su false accuse alle milizie popolari in base a prove rivelatesi false; quando le indagini e gli osservatori indipendenti dell’OSCE iniziarono a mettere in dubbio le versioni previamente diramate, i media hanno stranamente lasciato cadere l’oblio sulla vicenda.

Ma, come detto, il Donbass resiste, anzi conquista terreno. Poroschenko ha imposto la leva militare e una serrata mobilitazione dell’esercito governativo; ma ciò nonostante, gli indipendentisti stanno avendo la meglio; vi sono diserzioni tra i lealisti; molti, pur di non andare a combattere contro parenti e compatrioti dell’est, fuggono o disertano; anche nelle zone controllate dal governo la gente inizia a prendere coscienza e ribellarsi (qui e qui). Soldati americani e internazionali (forse mercenari) combattono da tempo sul suolo ucraino, senza contare i consulenti militari inviati da Washington. Ciò nonostante, le milizie popolari resistono.

E allora occorre altra benzina sul fuoco, altre menzogne. Sfacciate. “I russi sconfinano e inviano armi ai separatisti”, accusano le centrali della propaganda. In effetti è vero: i russi hanno sì sconfinato, ma non per portare armi, bensì aiuti umanitari alla popolazione civile assediata, che vive negli scantinati per paura delle bombe (come ha spiegato Eliseo Bertolasi, nella stagione invernale la situazione è ancora peggiore, mancando i vetri alle finestre delle abitazioni bombardate, e mancando i medicinali dagli ospedali parimenti bombardati). La Russia è sicuramente colpevole di aver intralciato i piani di sterminio del governo-fantoccio tramite rifornimento di cibo e provviste. Imperdonabile.

Poroschenko e i suoi pupari stanno quindi invocando scompostamente il rifornimento di “armi letali” per risolvere il conflitto una volta per tutte: fare piazza pulita dei civili dell’est ma, soprattutto, raggiungere il vero fine, che è costringere Putin a reagire. Le menzogne sono spudorate: nonostante i soldati americani in territorio ucraino e i rifornimenti di armi, si grida a inesistenti invasioni, sconfinamenti e fornitura di armi da parte russa. Putin sarebbe colpevole anche di osare spostare alcune truppe all’interno del proprio territorio(!). Essendo alla frutta, sono caduti anche nel ridicolo, gli americani, divulgando un presunto “studio a distanza” svolto dal Pentagono (in realtà risalente al 2008), che affermerebbe che Putin è affetto da autismo. Insomma, sono tornati all’additare il nemico come “pazzo”. Non sanno più cosa inventarsi. Singolare poi che un’accusa del genere venga da un paese, gli USA, retto da torturatori criminali di guerra (Guantanamo, Abu Ghraib, l’ammissione dell’uso sistematico della tortura da parte della CIA,ecc.), nel quale una persona su cinque è sotto psicofarmaci e che ha la maggior percentuale di popolazione carceraria al mondo.

Il senatore McCain, che è stato pizzicato in compagnia di gente come Abu Bakr Al Baghdadi e del leader del partito di estrema destra ucraino Svoboda, ha affermato: “Merkel e Hollande si oppongono all’invio delle armi, Si devono vergognare”; “gli USA hanno il dovere morale di aiutare l’Ucraina, la quale sta ‘subendo pressioni’ (sic) da parte della Russia”. Deliri paragonabili solo al tweet nel quale augurò a Putin, nel 2011, di fare la fine di Gheddafi. Il Presidente, con la consueta parresia, rispose: “Il signor McCain ha combattuto nel Vietnam. Penso che sulle sue mani ci sia abbastanza sangue di civili. Forse gli piace tanto…forse non riesce a vivere senza queste scene orrende, tremende, della violenza su Gheddafi (orribilmente linciato da un gruppo di “ribelli”,NdA), quando su tutti gli schermi del mondo è stato fatto vedere come lo ammazzavano…questa è democrazia? I droni americani hanno colpito la sua colonna, poi i corpi speciali hanno chiamato via radio le milizie di “oppositori”, e lo hanno liquidato senza processo né inchiesta. Il popolo avrebbe dovuto decidere se fosse dovuto rimanere o no…Il signor McCain è stato prigioniero in Vietnam, in una fossa, per diversi anni. Chiunque perderebbe la ragione, quindi non mi meraviglio…”.

I destini del mondo sono nelle mani di questi dottor Stranamore.

Lorenzo Burlini

3 Comments on LA RUSSIA VUOLE LA GUERRA

  1. sono daccordo sul fatto della politica usa, ma leggendo questo articolo mi è sembrato che chi l’ha scritto sia decisamente pro-russia, insomma l’ha descritta come se fosse senza alcuna colpa e che sia totalmente nel giusto….. e comunque è palese il fatto che stia aiutando i separatisti con l’invio di uomini,armi e rifornimenti.

    • Poù che pro-Russia, l’articolo è decsamente pro-Europa.
      Ed è quello che conta, poi.
      Se gli USA non fanno gli interessi dell’Europa, allora mi vanno mica bene.
      Credo che il nostro interesse, ub questo momento, sarebbe sfilarci rapidamente dalla NATO.

  2. il termine “palese” mi sembra come minimo fuori luogo, o almeno, può andar ben se si informa davanti alla tv. Se va a leggersi il passato usa e riflette un attimo, si rende conto anche da solo della realtà, anche se come dice lei Putin “qualche peccattuccio”l’ha fatto. La prego di noyatare che non sono interessata ne a l,’uno ne a l’altro, sono solo interessata a far si che la mia nazione resti fuori da questi casini autodistruttivi, e francamente mi sembra proprio che chi tira troppo la corda corda, sia proprio Obama (Nobel per la pace, grottesco) Ma come detto nell’aericolo, gli usa non sono certo nuovi a questi sistemi….

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