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Al diavolo la democrazia! Voglio solo controllarvi il gas

Goffi tentativi statunitensi di impedire la costruzione di un gasdotto russo

Al di là degli approfondimenti storici sulle Elegie Duinesi, il quotidiano triestino riserva delle vere perle, anche in ambito di analisi estere. Vera scuola di giornalismo

Si scrive Ucraina, ma si legge South Stream.

Risultato? Un intricato nodo diplomatico, politico ed economico dove è rimasta impigliata anche la Slovenia, Paese membro dell’Unione Europea, ma storicamente e soprattutto economicamente collegata alla “Grande Madre Russia”. Non sorprende quindi, che nella situazione odierna, la visita a Maribor il prossimo 8 luglio del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov diventa oggetto di un avera e propria battaglia scatenata dagli Stati Uniti i quali vedono come fumo negli occhi la realizzazione da parte di Gazprom del gasdotto South Stream che libererebbe l’Europa occidentale dal giogo di dover veder transitare, con i rischi che esso comporta, il gas attraverso il territorio ucraino.

Ma quello che ancor di più fa riflettere è il fatto che ad essere in prima linea in queste ore dovrebbe essere l’Unione europea che sta boicottando il progetto russo perché non conforme alle normative energetiche comunitarie al punto di minacciare apertamente la Bulgaria di sanzioni se farà passare la traccia del gasdotto sul suo territorio e ottenendo da Sofia il congelamento del progetto. Eppure sul fronte sloveno l’Europa non c’è. A fare la fine del mondo sono gli Stati Uniti che si oppongono apertamente all’arrivo di Lavrov perché temono che assieme al collega sloveno Karl Erjavec riescano a sbloccare l’empasse della possibile traccia slovena di South Stream. Visto poi che ieri a Vienna è arrivato lo zar Putin con sempre South Stream nel suo trolley diplomatico.

L’ambasciata Usa a Lubiana ha ammonito la Slovenia quasi intimandole di annullare l’incontro di Maribor perché sarebbe, dicono gli statunitensi, assolutamente in contraddizione con la linea unitaria dell’Ue nei confronti della crisi ucraina. Affermazioni che tramite ambasciata giungono dalla Casa Bianca ma che, a rigor di logica, avrebbero dovuto, se formulate in questa maniera, piuttosto da Bruxelles, che invece tace. Il vice ambasciatore Usa a Lubiana, David Burger ha confermato l’ostilità americana dell’arrivo di Lavrov al quotidiano Dnevnik. «Non riteniamo che questo sia il momento più opportuno per questa visita – afferma Burger – del resto la Slovenia in linea con l’Ue è per un’Ucraina indipendente e territorialmente unitaria ed è anche favorevole alle sanzioni contro Mosca». Parole però che non rispechiano quanto sostenuto dal ministro degli Esteri della Slovenia, Karl Erjavec il quale da tempo va predicando che le sanzioni alla Russia costituirebbero un pesantissimo danno all’economia della Slovenia che è per una soluzione politica della crisi ucraina.

Lubiana vuole South Stream, la Russia potrebbe anche concederglielo pur di “schiaffeggiare” Washington mentre Bruxelles boccheggia. Con Vienna l’accordo Mosca lo ha già sottoscritto e una manciata di rubli in più per transitare attraverso la Slovenia val bene il controllo dell’approvvigionamento di gas verso l’Europa.

Mauro Manzin per Il Piccolo, 24/6/2014

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