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Intellettuali a raccolta per rifare l’Europa. E c’è anche Corto Maltese

Da Massimo Fini a Buttafuoco: questo weekend a Varese, il festival di Terra Insubre dedicato all'Eurasia

Sono passati quasi cinque anni. Alludo alla mia ultima Università d’Insubria, nel 2009. Quell’anno, il tema rimandava alla figura del combattente o, meglio, del guerriero la cui indole non si è piegata allo Zeitgeist del Novecento.

Si era parlato, tra le varie conferenze dagli illustri relatori, del barone Roman von Ungern Sternberg, della sua lotta contro il comunismo, che uccideva l’individuo e annichiliva la poesia, del suo rifiuto del baluardo dell’Occidente, che annichiliva l’individuo e uccideva la poesia, e dei suoi bislacchi trascorsi in Mongolia, tra la presa di Ulan Bator, l’esser stato posto sul trono dei Khan dal Buddha vivente, l’aver puntualmente scotennato ogni cristiano/ebreo/bolscevico che incrociava la sua strada e altre amenità che sarà meglio tacere, ma che, in ogni caso, lo dipingevano come un personaggio ben oltre l’ordinario e diviso tra un pragmatismo degno di un capitano di ventura e l’idealismo tipico di un guerriero dell’antichità. Ci eravamo salutati sul finale di Corte Sconta detta Arcana ed avevamo abbandonato il San Gottardo.

Capirete quindi bene come, per me, sia stata una meravigliosa sorpresa, a distanza di tutto questo tempo, ritrovare il Barone Nero – temutissimo tra le fila dell’Armata Rossa, tanto che le truppe ne auspicavano la sconfitta con l’ossequio reverenziale tipico dei soldati d’ogni era – tra gli oggetti di relazione della manifestazione culturale di Terra Insubre, che in questi giorni anima Varese. Non solo, però, Ungern Khan (stasera alle 20:45, Villa Recalcati), ma importanti relatori (Pietrangelo Buttafuoco, Massimo Fini, Nicolai Lilin, Giuseppe Curonici, Philippe Daverio, Franco Cardini e molti altri) non nuovi al Talebano, in questi giorni hanno animato e animeranno la vita culturale varesina, riportando i borghesuncoli in camicia e pantaloni corti alle loro VERE origini: terra, sangue e religione.

Non a caso, quindi, nemmeno il tema che, attuale più che mai, caratterista questo festival, formalmente Insubria, terra d’Europa, ma con un Contiente Russia bene in evidenza, sul sito della manifestazione. Ospite l’associazione Identità Europea, ma anche l’associazione Lombardia-Russia. Già, perchè, in una fase storica in cui gli USA concedono e pretendono con nevrotica alternanza degna di una moglie bipolare, in cui l’Oriente sembra esservisi assoggettato con l’impotenza di una moglie succube del marito violento (la Cina come dittatura del Capitalismo), l’unica donna di carattere (Pb 31, 10 e succ.) degna di fiducia e con alla base dei valori di autentica morale (la nostra Antigone) resta la Grande Madre Russia. Contiguità territoriale, culturale e religiosa fanno il resto.

Ma, berlusconiani come pochi, noi preferiamo il presidente abbronzato.

il Mujāhidīn

Nota: ulteriori informazioni, quali programma, relatori e location, sono disponibili sul sito dedicato all’evento http://www.insubriaterradeuropa.net/

 

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