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L’UNICA VIA DI SALVEZZA E’ LA SOFOCRAZIA

Soltanto un governo di 'sofo' può resistuire un futuro alla nostra comunità

“…se il potere politico e la filosofia non coincideranno nei governanti, è impossibile che cessino i mali delle città e anche quelli del genere umano.”
(Platone, Repubblica)

C’è nell’aria una certa tensione, c’è da chiedersi dovuta a cosa. Eppure il vincitore di Sanremo è stato decretato, gli Oscar sono stati assegnati, il Grande Fratello non è ancora stato cancellato – per fortuna, NdR – e il nuovo Governo è partito alla grande… Ah! Dev’essere la politica.

Oggi analizziamo quello che potrebbe sembrare un sogno per un italiano: un governo di ‘-sofo’. E per rassicurarvi del fatto che non è mero egocentrismo, va detto che il primo a dirlo non fu Il Talebano, bensì Platone. Nella sua Repubblica, il filosofo greco teorizzava il progetto di una comunità come orizzonte di tutti i valori morali e in cui di verificasse la perfetta coincidenza tra individuo e cittadino. Progetto che non può che compiersi con una guida di ‘-sofo’. Platone si muove infatti in un orizzonte di pensiero aristocratico e identifica la democrazia con la “licenza”, descrivendola come quella situazione dove ognuno ha la possibilità di fare il proprio comodo: un “incantevole governo sciolto dal peso di ogni disciplina, variopinto e che concede uguaglianza di diritti ai giusti come agli ingiusti”. La democrazia è a suo avviso la meno buona delle forme fisiologiche di governo, in quanto una moltitudine non è mai in grado di amministrare uno Stato con intelletto, a meno che non sia calato in un contesto di estrema corruzione, per cui, anche se il governo non tendesse al Bene, il cittadino godrebbe comunque della libertà individuale (cfr. Politico).

Lo Stato deve essere innanzitutto costituito da tre classi,  produttori, guerrieri e governanti, caratterizzate dalle rispettive virtù di temperanza, coraggio e sapienza e corrispondenti alle tre diverse patri dell’anima: concupiscibile (epithymetikón) irascibile (thymoeidés) e razionale (loghistikón). In tale comunità, ognuno avrebbe un preciso dovere e un  determinato compito: ognuno dovrebbe scegliere quello per cui è adatto e dedicarsi ad esso. Al compimento di tutto ciò, sarebbe realizzata la giustizia. Le classi nella città ideale sono costituite da gruppi di persone distinti tra loro non per diritti di nascita ma per attitudine naturale, identificate nella classe dei governanti proprio in ragione e sapienza. La ragione al potere e i filosofi al governo: ecco la novità dell’aristocraticismo platonico, il cui Stato è anche definito sofocratico.

Tale Stato non prevede dunque istituzioni di tipo assembleare ed esclude quindi la possibilità di controllo popolare dei governanti – Oligarchi Platonica o Repubblica Italiana? NdR – sed quis custodiet ipsos custodes? Ebbene, idealmente, i custodi prima di custodire gli altri, devono essere in grado di custodire se stessi. Da ciò l’importanza fondamentale che riveste, in Platone, il sistema educativo, che per la classe dei governati, sarebbe dovuto durare fino a cinquant’anni.

Secondo il filosofo, infatti, l’ordinamento educativo e quello politico sarebbero dovuti essere a tal punto congiunti, che lo Stato si sarebbe dovuto strutturare come una grande accademia (aperta anche ai non geometri) avente come scopo la formazione di individui volti ad operare secondo il Bene. Questi, una volta diventati governanti, sarebbero sempre stati all’altezza del Bene stesso, conformemente alla loro natura, che li avrebbe dispsti, fin dall’inizio a tenere a bada gli interessi egoistici e passionali, in nome della ragione. L’educazione avrebbe riguardato comunque comunque solo custodi e governanti poiché é “impossibile che la massa filosoficamente ragioni”.

Per quanto possa sembrare un pensatore lontano, è facile riscontrare nella teoria di Platone molti aspetti attuali. Ma, purtroppo o per fortuna, duemilacinquecento anni di civilizzazione altalenante hanno reso l’ignoranza una scelta e l’educazione – quella culturale e civica – alla portata di tutti.

Potenzialmente potremmo essere tutti Governanti, cosa aspettiamo a formare la nostra élite?

Luca Carbone

PS. Vi eravate spaventati?

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