Centinaia di morti a Lampedusa. Ammazzati dall’imperialismo
Tutto il mondo dell’ipocrisia italiana ed europea, piange commossa la strage di Lampedusa. Poveri disgraziati, dicono, queste cose non dovrebbero accadere. E’ inumano, barbaro ed incivile. Uomini e donne impettiti e brillantinati, nei salotti televisivi e non, ostentano commozioni (celebrali) e compassioni.
Ma disperati, signori, non si nasce. Dio, la natura o chi vogliate, ha deciso che dall’utero si esca tutti uguali. Nudi e senza portafogli. La disperazione è una condizione umana che si acquisisce per la maggior parte a causa di eventi a matrice umana. Disperati si diventa, insomma, il più delle volte per colpa di qualcuno. E nel caso dei profughi che giungono nelle nostre coste, il più delle volte quel qualcuno siamo noi. Nel caso di ieri, si è trattato principalmente di somali ed eritrei. Provienienti da terre depredate per secoli dall’avidità occidentale e lasciate poi in balìa di signori della guerra e seguaci di Al Quaeda. In altri casi, i disperati sono arrivati dalla Libia o da quegli altri paesi cui i nostri governanti hanno deciso di distruggere la stabilità, per colonizzarli tramite caos… o terrorismo islamista. Godendo dell’appoggio o del silenzio-assenso di un’opionione pubblica abbindolata dalla farsa della democrazia esportata, manco fosse un prodotto trasferibile via container.
L’accoglienza indiscriminata è illimitata non è la soluzione. E’ un mero approccio perbenista utile a pulirsi la coscienza. E’ un modo per distruggerli due volte, per completare l’opera di sfruttamento: prosciugando la loro terra prima, prosciugando i loro uomini poi. Invitandoli ad accorrere presso la terra promessa Europa (specchietto per le allodole) così da approfittare del loro stato di disperazione per ottenerne manodopera a costi irrisori… vedasi il famoso caso della rivolta di Rosarno: si incolpava la mafia, si ometteva che la mafia era il sistema.
Neanche i patti bilaterali con i paesi interessati o il presidio delle coste sensibili sono una soluzione sufficiente. Primo, perchè dopo le guerre da noi promosse o sostenute, non vi sono più dei governi, ma delle marionette in preda alla guerra tra bande. Secondo, perchè l’Europa e l’Occidente non possono lavarsi le mani da una situazione di cui sono i primi responsabili. L’Unione Europea ed il padrone americano hanno la responsabilità morale, ideologica e pratica di tutti quei morti, di tutti quegli affamati. Per tutte quelle bombe lanciate, quei terroristi armati, quelle retoriche pseudo-umaniste diffuse per alimentare false speranze, quelle primavere arabe fomentate per conquistare il dominio di territori che non sono di loro appartenenza. Per aver annientato quel diritto all’autodeterminazione in nome dell’ingordigia consumista.
Il mondo dell’ipocrisia italiana ed europea non dovrebbe piangere per i disperati che sono annegati. Dovrebbe piangere per non aver annegato – ma anzi legittimato – i propri governanti. E se non possiamo attenderci nulla da quelle forze moderate e liberiste che esistono proprio per promuovere e tutelare il dio mercato, spetta a tutte quelle forze culturali e politiche che ancora si pongono in opposizione, impostare una linea decisa e concreta non solo nelle questioni di provincia, ma anche in quelle di geopolitica. E battersi perchè venga una volta per tutte messo in discussione il modello economico-sociale sul quale ci adagiamo, fagocitato dal mito del progresso e del consumo, preludio di quei disastri che – poi – vi fanno teneramente commuovere.
Vincenzo Sofo
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