Vorrei la pelle nera (il governo dei balocchi)
Finalmente abbiamo un governo. Dicono tutti. E giù di slinguazzate nel fondo schiena al nuovo Premier, Letta. Ah giusto, mi sono dimenticato di dire quale: Enrico, quello del Pd… non Gianni, quello del Pdl… Cioè, in realtà cambia poco, Enrico è Gianni, Gianni è Enrico. Il Pd e il Pdl governano insieme. Fight Club. Chi dei due è Tyler Durden? Boh. Tutti giù per terra. Così saremo certi di esserci prostrati al comandante, chiunque sia. Forse, lo stesso Monti.
Finalmente abbiamo un ministro nero. Era ora. Ah, che bello! Da lunedì, il mondo è più bello. Palesemente più bello. Piove, sì, ma è solo per rifertilizzare un terreno arido di valori. Ora abbiamo il ministro nero, ora cresceranno i fiori. Saremo tutti più buoni. Avremo tutti la faccia pacioccosa. Scodinzoleremo.
Finalmente abbiamo una ministra pasionaria. La Bonino, agli esteri. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo, ora saremo più buoni. Mettete dei fiori nei vostri cannoni. Anche in quelli che vi fumate. Farete nuvole a forma di girasole. Andremo dai popoli d’Iran, Siria, e di tutte le aree sottosviluppate, a fare il solletico ai piedi. Altro che rubar petrolio, regaleremo limoncello e violoncello, incentivando le grasse risate.
Siamo tutti felici e contenti, lo si sente nell’aria. Niente più crisi economica, niente più suicidi. Letta (qualunque dei tanti) sarà un buon papà. O Papa. A seconda dei casi. Ma saremo tutti felici e contenti. Lo è persino John Kerry. Che abita dall’altra parte del mondo. Felicità contagiosa a migliaia di chilometri di distanza. Grande Letta, “per ora ci sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!“, proprio come scrivesti tu a Mario Monti quando fu eletto, mettendoti a sua completa disposizione per essergli utile “dall’esterno, sia ufficialmente, sia riservatamente“.
Ops, ho citato John Kerry. Ops, c’è qualcosa che non torna… “amico buono e fidato degli Stati Uniti, che ha mostrato un fermo impegno nella nostra partnership transatlantica“, dice il segretario di Stato americano. Ed è felice. E’ certo che è felice, della Kyenge e della Bonino. Eh già, c’è qualcosa che non torna.
Facendo due conti: Letta (qualunque dei due), amico fidato degli Usa, forza dell’ordine economico-finanziario precostituito. Quell’ordine che sta massacrando milioni di persone in tutto il mondo, che provoca suicidi quotidiani. Fermo difensore della partnership transatlantica, da sempre impegnata nella distruzione di popoli, di tradizioni e di culture in giro per il mondo. Quella che in nome della democrazia depreda territori e comunità, impedendone l’autosviluppo.
Tutto questo fa orrore. Mettiamoci la faccia di una ministra nera. Mettiamola in prima fila. Accanto a Letta e Napolitano (vedasi foto della nuova squadra di governo). Bel trofeo, un inutile ministero all’integrazione (in un governo simil-tecnico temporaneo, a scopo economico) che dia un’immagine di pietas, e lo sfruttamento di poveri disgraziati diverrà coccole. Prosciugare l’Africa diverrà tenera solidarietà. E la Bonino provocherà erezioni multiple agli umanitaristi della prima ora. Con lei, atlantista convinta, i popoli del mondo saranno al riparo da ogni intemperia, pioggia battente o raggi UV che siano. Mai più raffreddori e scottature, per i popoli del terzo mondo. Mai più rischi di avvelenamento da ingestione di petrolio, per i popoli del terzo mondo. Mai più rischi di sindrome da consumismo, per i popoli del terzo mondo.
Da lunedì, siamo tutti più felici. Come John Kerry ed il suo presidente nero. Grazie Letta.
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