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Camerata non far lo stupido stasera (deliri neofascisti post-elettorali)

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Dopo il trauma elettorale, il mondo della Destra, si interroga e cerca di comprendere e darsi delle spiegazioni per quanto è successo. L’uragano Grillo si è concretizzato e, senza che nessuno se lo aspettasse, ha ottenuto un risultato decisamente sopra tutte le aspettative. I giudizi espressi a tal proposito da alcuni esponenti del mondo del neofascismo ci sembrano superficiali e inutili.

Sul caso Grillo si è ipotizzato che “l’operazione” fosse preparata doviziosamente da anni: ma, se “l’uragano” Grillo non è dovuto ad una situazione rivoluzionaria del contesto nazionale, ciò vuol dire attribuire stoltezza ai politici che fino ad ora hanno detenuto il potere, incapaci di comprendere cosa stava accadendo. In realtà, Grillo e Casaleggio rappresentano il blocco sociale di chi “non ne può più”, di giovani stufi, depressi, socialmente inutilizzati e senza futuro; di persone uscite dal mondo del lavoro che a 40, 50 anni si trovano senza speranza e con mutui e spese sempre in aumento da pagare. Gli elettori di Grillo fanno parte di un blocco sociale unito dalla disperazione di una politica incapace di dare risultati, di una politica senza prospettive. E’ questo il dramma più grande: nessun partito o movimento (fatta eccezione della lega Nord che propone una macroregione) ha un progetto nel quale i cittadini italiani si possano riconoscere. Grillo ha dato un sogno, quello di spazzare via coloro che hanno distrutto uno dei paesi più belli al mondo, che in pochissimo tempo ha fatto breccia nei cuori disorientati degli italiani. Sostenere che il tutto sia stato preparato a tavolino, è la solita manfrina complottista.

La seconda teoria da opinionista neofascista è la tenuta di Berlusconi rispetto al PD, ipotesi alquanto bizzarra. Berlusconi ha perso oltre 7 milioni di voti e la sua risalita percentuale è dovuta ad un solo motivo: Il PD, perdendo oltre 3 milioni di voti, ha riequilibrato le percentuali di differenza tra Bersani e Silvio, nulla di più. Infatti, se Bersani non avesse errato tutta la campagna elettorale e il PD avesse mantenuto i suoi voti, la differenza tra i due movimenti sarebbe stata di 5-6 punti percentuali. Non è il centrodestra ad aver recuperato, ma il centro sinistra ad essere arretrato in relazione alle aspettative di conferma dei voti del 2008.

Nelle varie analisi che si riscontrano sul web, poi, si sostiene che la Destra politica sia ora marginale. Viene spontaneo chiedersi: quando mai ha inciso nella politica nazionale? Alcuni fanno riferimento ad A.N., il sorriso si stampa sui visi di coloro che conoscono bene la politica di Alleanza Nazionale che, forse in accordo con qualcuno, è solo servita a disinnescare la possibile rivoluzione culturale plausibile dopo tangentopoli. Il vecchio M. S. I., con tute le sue pecche di partito reazionario e borghese, ha raggiunto più volte oltre l’8% a livello nazionale; ciò fa ben comprendere che l’operazione A. N. fu architettata per addormentare la voglia di cambiamento.

Alcuni sostengono che le speranze della Destra politica siano demandate a La Russa, alla Meloni e a Crosetto. Stiamo freschi allora: il primo ha decisamente collaborato a sostenere una politica partitica affaristica e clientelare, sostenendo costantemente Fini sino al 2010; la seconda, per quanto simpatica, ha un profilo politico ben spiegato da Silvio Berlusconi nel famoso video su Youtube (quello in cui la chiama “zoccola nana”) e Crosetto nulla ha a che fare con la Destra politica.

Va poi aggiunto un fatto inequivocabile sulla questione Mussolini/destra. Il fascismo non fu movimento di destra, ma sintesi di alcune istanze di destra e di sinistra. Mussolini non si dichiarò mai uomo di destra e continuare a seguire questa idea di un Duce referente del mondo della destra significa solamente condividere gli stereotipi della sinistra antifascista che, in modo tutto artificioso, ha costruito un falso mito su fascismo/destra/capitalismo. Anche la definizione destra sociale è alquanto bizzarra come fuorviante. Vi è poi chi fa riferimento ad un noto editorialista del Corriere della Sera per descrivere la destra che si dovrebbe costruire in Italia: interessante che per le “linee Guida” del futuro della Destra si faccia riferimento a uomini provenienti dal mondo ideologico della sinistra. La solita sudditanza psicologica di coloro che sono la cancrena del fantastico mondo sognato dall’ultimo vero condottiero ideologico della sintesi tra destra e sinistra: Pino Rauti.

Crediamo, in tutta onestà, che la fine della confusione tra destra economica, destra politica e fascismo sia solo un bene per tutti coloro che amano la storia. I vecchi schemi sono superati, il concetto di nazione come quello di progresso sono obsoleti. La riscoperta del locale, dell’appartenenza alla propria terra ha ridisegnato i percorsi su cui costruire il futuro di un popolo. Che si chiami macroregione o Padania – così come comunità organica o stato etico – poco importa: il nuovo è già arrivato e ora serve solo che la Lega Nord comprenda che chi ha votato Grillo ha molte ragioni… e molte di queste sono facilmente perseguibili e sostenibili in un ottica federalista.

Fabrizio Fratus

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