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Salvate il soldato Ambrosoli

asino

“Fare outing fa bene”, era la notizia che riportavano alcuni siti e pochi giorni fa. Il consiglio, nel mondo politico, pare essere stato preso sul serio. L’ultimo in ordine di tempo, a fare outing riguardo alle proprie reali intenzioni politiche, è Oscar Giannino. Il pasionario liberista aveva lanciato la sua rivoluzione… che a quanto pare, però, rimarrà soltanto nelle scelte del vestiario.

Giannino rappresenta oggi lo spirito puramente liberista, devoto al sistema di mercato. Ed è per questo che, sin dalla sua discesa in campo, prese le distanze da i tre competitors principali: Berlusconi (reo di aver fallito la rivoluzione liberista), Monti (la cui ossessione per la pressione fiscale sta opprimendo la nostra economia) e Bersani (dalle idee ancora indecifrabili ma che ha deciso di affidarsi a Monti o, al limite, a Vendola… quindi, in ogni caso, lontano anni luce da Giannino). Mentre però il progetto di “Fermare il declino” si inceppava – per stessa ammissione del suo leader – le tentazioni/ambizioni poltronistiche di quest’ultimo paiono esser cresciute, rendendolo disponibile ad allearsi con chi fino a pochi giorni fa era il Diavolo: il PD e il suo soldato scapestrato Ambrosoli.

D’altronde, Giannino è solo l’ultimo di una lista contenente anche Ingroia, i montiani e addirittura i monarchici. Nostalgici del Re e repubblicani accaniti, liberisti sfrenati e filocomunisti, cattolici e anticattolici… tutti uniti nella lotta contro Maroni e la Lega. Sulla base di quale programma politico nessuno lo sa, probabilmente perchè – con un’accozzaglia tanto variegata ed illogica – un programma condiviso non può esistere.

L’obiettivo, si sa, non è costruire una grande coalizione. La storia insegna che, per gestire le grandi ammucchiate, serve un grande leader (si, anche per quelle dei festini di Arcore), fattore mancante nel centrosinistra – ne’ in Lombardia ne’ a livello nazionale. L’obiettivo è raccattare più voti possibile per un paracadutato dall’alto, inesperto e di poco intelletto, risultato essere un candidato non apprezzato dalla gente… che gli preferisce Maroni.

A fare per primo le spese di questo shopping elettorale è stato Albertini, prima fomentato nel suo arrivismo e poi abbandonato per il Signor “figlio di”. A farne le spese finali, però, nel caso la campagna acquisti di voti del PD abbia effetto, sarà la popolazione lombarda abbindolata.

Il PD ed il centro-sinistra rappresentano la continuità: la continuità rispetto ad una politica con zero contenuti e tanti tatticismi, senza progetti e limitata ad amministrazione del potere. La Lega rappresenta la rottura. Può sembrare un paradosso, essendo essa stata al governo della Lombardia fino ad ora, ma con l’avvento di Maroni si è avviato un processo di aggiornamento e attualizzazione del progetto-Lega: Maroni ha avuto la capacità di abbattere il “potere contrattuale” del Pdl e di far crollare l’impero formigoniano. E, infine, di costruire per la Lombardia un progetto POLITICO e di CONTENUTI innovativo e alternativo rispetto allo status quo.

Continui pure Ambrosoli a pubblicare annunci di acquisto voti a destra e a manca. Prima o poi dovrà fare i conti con le idee e con i neuroni… e allora saranno ragli.

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