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Il Re è nudo (la caduta dell’impero La Russa)

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Comunque vada sarà un’apocalisse. Questa doppia tornata elettorale ha infatti un solo dato certo: l’impero del clan La Russa crollerà, con tutti i suoi generali, colonnelli e sudditi. L’esperienza Fratelli d’Italia si è rivelata un’infelice traversata nel deserto; il tentativo di far resuscitare Alleanza Nazionale una magia impossibile. E così, i fratelli d’Italia (intendendo sia il movimento sia i fratelli La Russa) si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano.

Abbagliato dai sondaggi sulle intenzioni di voto che paventavano un potenziale bacino elettorale tra il 6 e l’8%, il camerata Ignazio si è fatto prendere da facili entusiasmi (vizio peraltro ricorrente nella destra) e si è staccato dal capofamiglia. Seguito a ruota da ingenui sognanti e astuti arrivisti, che hanno però immediatamente visto le proprie speranze/aspirazioni infrangersi contro i sondaggi sul voto reale, scoprendo la dura realtà: uno striminzito 1-1,5%. Una tragedia, se si pensa alla quota del 30% di candidature e nomine garantita agli ex An nel Pdl, fattore decisivo per il piazzamento di fedelissimi larussiani in tutte le istituzioni e i consigli di amministrazione del nord. E che ora vedono le poltrone sottrarsi ai loro glutei. Facendo piangere, imprecare e pregare le vittime.

Come si sia giunti a tutto ciò, non è difficile capirlo. L”idea di riproporre una nuova AN non è mai stata affascinante, se pensiamo che quel partito morì non di morte violenta o accidentale, ma a seguito di una lunga malattia. Alleanza Nazionale, già nata come frutto di un compromesso e quindi con una perdita di una parte dei valori originari, fu – negli anni – depredata di ogni contenuto, arrivando negli ultimi momenti della sua vita a rappresentare nient’altro che uno squallido meeting di arricchiti, imbellettati e incerottati intenti a difendere la cipria usata per mascherare i valori che avrebbero dovuto ereditare. Di ritrovarsi una nuova AN, la gente non ne aveva nessuna voglia, figurarsi quale poteva essere il sentimento davanti ad una nuova AN guidata da coloro che l’avevano fatta morire. E’ un po’ come resuscitare un morto ammazzato per affidarlo al suo assassino. Ed infatti, ad oggi, i sondaggi dicono 1%.

Fratelli d’Italia non è stato un parto infelice, ma un aborto spontaneo. Ne’ si può pensare che sta benedetta (anzi, maledetta) eredità di AN possa essere raccolta da La Destra di Storace: un partito che nel 2008, a pochi mesi dalla nascita, ottenne il 2,4% e poi nel 2013 – dopo 5 anni di vita – è dato intorno all’1%, e quindi è verosimile considerare il progetto de la Destra come fallito. D’altronde trattasi di un partito collocabile nella categoria “destra reazionaria” poiché fa del nazionalismo il suo valore principale… ma considerando inutile la presenza al Nord, concentrandosi solo ad alimentare il potentato locale a Roma e dintorni.

E’ ora di rendersi conto che l’eredità di Alleanza Nazionale è persa, perchè a perderla era stata la stessa An quando ancora in vita. Ma non c’è da disperarsi per questo: la deriva borghese e reazionaria che intraprese, è meglio perderla che trovarla. Le battaglie e i valori degli uomini del mondo della Destra sono la difesa delle identità, delle tradizioni, il ritorno alle comunità e al localismo, la lotta alla globalizzazione e alla finanziarizzazione della Società. Per questo, al Nord la casa già c’è ed è certamente più affidabile di quelle proposteci da La Russa, Storace & Co.: la Lega Nord.

Vincenzo Sofo

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