10 motivi per gioire di Berlusconi
Dicembre è un mese particolare, omaggio a natività importanti. Tutti attendono la venuta del Signore, ed il Cavaliere – che signore si sente – non ha mancato l’appuntamento… decidendo di giungere tra noi. In realtà, trattandosi di resurrezione, avrebbe dovuto attendere la Pasqua, ma la scadenza elettorale imponeva un’accelerazione. Ora, tutti paiono indignati per questa ridiscesa in campo, eppure a noi del Talebano pare che tutti abbiano motivo di gioirne, e vi spieghiamo il perchè:
- LO SPREAD. Il primo a schizzare di gioia, è stato il famigerato spread. Costretto a volare basso per non danneggiare l’operato di Monti, ora può finalmente tornare a fare i dispetti. Berlusconi, senza volerlo, ha dato dimostrazione di come dietro allo spread si nasconda un vero e proprio bluff: com’è possibile che la stabilità finanziaria di un Paese sia talmente volatile da cambiare così radicalmente per una frase di una persona? Semplicemente perchè non si parla di finanza reale, ma di pura speculazione… lo spread misura la disponibilità della finanza a speculare su un Paese, generosa se a governare è un Monti, poichè il suo operato è finalizzato all’agevolazione di questa attività, indispettita se la sua marionetta viene messa da parte.
- MONTI. L’attuale premier, sebbene stizzito dall’essersi visto costretto alle dimissioni (chi la fa, l’aspetti), in realtà trova nella discesa in campo di Berlusconi un assist perfetto. Dopo un anno di malogoverno, la sua figura era ormai acciaccata, ma l’amico spread ha fatto in modo che si ricreasse nelle menti degli italiani il filo diretto Berlusconi-crisi economica, restituendo a Monti il ruolo di salvatore della patria. Ed ecco che Bersani & Co. tornano a fare a gara per sottolinearne l’importanza.
- LA SINISTRA. Coloro che festeggiano più di tutti sono i centro-sinistroidi e sinistroidi in generale. Il Pd, finito lo show mediatico delle primarie, si è trovato a fare i conti con la mancanza di un progetto politico da proporre ai cittadini per dare credibilità alla propria candidatura, nonchè a fare i conti con le alleanze e con il giochetto del “chi buttare giù dalla torre”. Problemi entrambi risolti: con la ridiscesa del Cav., la campagna elettorale potrà essere incentrata su Silvio e le sue donzelle, con buona pace per i contenuti. Inoltre l’antiberlusconismo è da sempre l’unico collante in grado di tenere unita la sinistra.
- LA DESTRA. Checchè se ne dica, il Berlusca è un’ancora di salvataggio pure per il centrodestra. In pochi mesi di sua assenza, il Pdl si è rivelato per quello che era: una triste accozzaglia di yes men incapaci di autosufficienza politica. E’ bastato togliere di torno per pochi giorni il leader, per palesare l’assolutà incompetenza degli Alfano, La Russa, Gasparri, Verdini, Cicchitto, ecc. ecc. ecc. e per scatenare una guerra tra bande. Ora, il fallimento potrà cadere sulle spalle del vecchio capo. Si vocifera poi che il Pdl sia pieno di debiti e che l’abbandono della nave da parte di Berlusconi avrebbe fatto ricadere questi sui colonnelli… ora invece potranno continuare a sperperare i loro denari in donne e giullari.
- IL CENTRO. Benedetta fu la resurrezione di Silvio per Casini, Fini e tutti quegli scappati di casa che da sempre campano di meri calcoli politici. Pressochè spariti dai cuori degli italiani e dai sondaggi, ritrovano ora linfa vitale e si riaggrappano a Monti (di cui al punto 2) per sopravvivere sui loro scranni e mantenere il loro codazzo di servitori.
- GRILLO. Berlusconi torna, e il Movimento 5 Stelle sale nei sondaggi. Ovviamente, crescendo la voglia di vaffanculo alla politica, della serie “ma che cazzo, allora è rimasto tutto uguale?!”. L’occasione è ghiotta per un movimento di pura protesta… che d’altronde nacque sulla scia dei NO B Day e dei V Day.
- LA LEGA. Persino la Lega Nord potrebbe trovare la sua salvezza nella mossa di Berlusconi. Le dichiarazioni dei suoi leader in seguito alla decisione dell’ex premier, sono state infatti per ora abbastanza nette: Berlusconi costituisce un ostacolo al progetto leghista e il movimento non può tornare indietro di 20 anni. Quindi, o si leva dalle scatole o si va da soli. Potenziale svolta per staccarsi dal parassitismo pidiellino vecchia maniera, per intraprendere un percorso politico nuovo e più innovativo.
- LA VECCHIA POLITICA. Con la scomparsa del Cavaliere e l’apparizione di Renzi, si era iniziato a parlare di necessità di rinnovamento della classe politica, con estremo imbarazzo per tutti gli addetti ai lavori. I vecchi politicanti, messi di fronte alla richiesta di spazio ai giovani, si sono visti costretti ad abbozzare promesse di auto-pensionamento o goffi tentativi rifarsi una verginità. Ora, l’apparizione del Cavaliere e la scomparsa di Renzi, hanno sistemato le cose: i Bersani, i Fini, i Casini, i Vendola e tutti coloro che scaldano le poltrone della politica da decenni, potranno giustificarsi dicendo “eh, ma anche lui è tornato!”.
- VOYERS & ESIBIZIONISTI. Con Silvio, torna il bello della politica: bello inteso come tette e culi, vallette e soubrettes. Un tripudio per tutti coloro che sono animati da sano spirito voyeristico, e che potranno godere nei tg di sfilati di belle donne nei tribunali e sexy candidate. Un tripudio per tutti coloro in cerca di momenti di celebrità televisiva, dai magistrati-pop star agli uominidellasocietàcivile-star, alla gentedellospettacolo-star.
- FEMMINISTE & RANCOROSI IN GENERALE. Una categoria che potrà trarre giovamento da questa news politica è infine quella dei rancorosi/repressi. Chiunque abbia dentro di sè un malessere dato da un fallimento del quale non si vuol prendere atto, potrà di nuovo scaricare la sua rabbia su Silvio. A partire dal popolo di accanite (e talvolta attempate) femministe che, sparito il nemico numero uno, avevano perso l’orientamento e hanno dovuto indirizzare i loro sfoghi verso battaglie improbabili.
Insomma, dieci punti per tornare a cantare: menomale che Silvio c’è!
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