Il sogno americano

di Barbara Leva

Ho scoperto un nuovo programma televisivo: tre concorrenti vengono filmate nei preparativi per un concorso di bellezza, dall’iscrizione all’assegnazione della fascia. Le concorrenti hanno solitamente in media 3, 7 e 10 anni. Abitano in enormi ville in piccoli paesi degli Stati Uniti più rurali e sono seguite passo passo da giovani madri e talvolta preparatrici, ex modelle che insegnano alle aspiranti Miss America come muovere il sedere in maniera ammiccante, come mandare baci e stralunare gli occhi. I padri talvolta apprezzano talvolta no; in ogni caso il loro parere non viene mai tenuto in considerazione dalla telecamera né tantomeno dalla consorte.

La preparazione consiste, oltre nelle mosse fisiche, nella resa perfetta dei corpicini da esporre: abbronzatura finta, decolorazione ai capelli, ricostruzione unghie, ceretta, spinzamento di sopracciglia, sbiancamento denti e trucco, trucco, ancora trucco, acconciature elaborate e infine abiti più costosi che raffinati. Tutto questo avviene tra le lamentele delle bambine, che preferirebbero giocare con delle Barbie in miniatura invece che diventare loro stesse la bambola. Si lamentano, chiedono di smettere, di essere lasciate in pace. Ma le mamme, tenerissime mamme americanissime, le costringono alla preparazione – sostenendo che si stanno sacrificando per il bene delle figlie, perché sono le bambine che vogliono tutto questo.

Constato l’interminabile dilemma madrefiglia, e un punto interrogativo mi impedisce una qualsiasi conclusione, riflessione, frase fatta o quel che sia.