Silvio desisti!
di Andrea Carbone
Tempo di campagna elettorale: trovano lavoro anche i pubblicitari più scarsi, quelli senza clientela in tutti gli altri periodi dell’anno, e si vede.
Milano è invasa dal peggior spreco di carta e inchiostro degli ultimi cinque anni e dei prossimi cinque: la Foresta Amazzonica chiede vendetta. Se pero’ il problema fosse solo questo, tutto sommato avrei il cuore relativamente in pace: mi preme pero’ analizzare due campagne tra le più “originali”, o ridicole che dir si voglia, di questa tornata di elezioni. In realtà ne avrei anche per il Vendola che arringa le folle con l’elegante orecchino diamantato in bella mostra, ma faccio finta di non averlo visto.
La prima è quella del PD. Tutti i giornali ci hanno scritto tanto su quanto fosse tetra e poco incoraggiante, ma non hanno capito niente. Non vedo cosa ci sia da stupirsi: il metodo della sinistra italiana è sempre stato non quello di fare proposte, ma di essere “contro”.
È quindi lapalissiano che il manifesto di Bersani, camicia bianca sbottonata con maniche tirate su che più che un politico ricorda il piadinaro ambulante della sua terra natìa, abbia pochissimo appeal, mentre siano stati dedicati larghe a quelli contro la Lega (Alberto da Giussano con spada ammosciata, ironia all’inglese su uno dei motti del partito forse?) e contro la Moratti. E, ultimo ma non ultimo, il caso di un Pisapia che ha sfoderato un originale, si fa per dire – a Milano si può -: che quell’antiamericanismo bandiera ultradecennale dei proletari di casa nostra si sia tramutato in qualcos’altro? Chissà.
La seconda è quella dell’Associazione dalla parte della Democrazia. Inizialmente questo gruppo era stata presentato come una libera unione di cittadini berlusconiani, poi è venuto fuori che è un movimento inesistente creato ad hoc per queste elezioni da un assessore regionale del PDL: ma lasciamone stare la sua genesi.
I loro cartelloni sono chiari: sfondo di un preoccupante rosso o di un più congruo azzurro e scritte bianche –la giustizia politica uccide la libertà-, -riformare la giustizia è un bene per tutti-, il recente –fuori le br dai tribunali- e quello che mi sono permesso di parafrasare, il –Silvio resisti- che sembra più l’incipit di una preghiera che un manifesto elettorale. La facile demagogia degli slogan, la copertura a tappeto della città, l’ignoranza di fondo di chi li ha preparati in almeno un paio di casi, oltre naturalmente ai toni iperbolici, mi fanno venire in mente l’aggettivo preoccupante, che pero’ non rende. Della serie, quando la politica diventa massificazione del nulla. Manca solo –Big Berlusconi is watching you-, magari sostituito visto il caso dal più adatto –you are watching Berlusconi-.
Breve chiosa: ancora non è ben chiaro il perché del titolo. Silvio desisti! Tutti questi mostri li hai creati tu. Non sono per nulla un tuo sostenitore, ma neanche il detrattore più accanito: ti prego, abbandona il campo in cui hai fatto la tua discesa, almeno possiamo evitarci di vedere queste progenie di decerebrati.
Grandissimo post! Complimenti. Tornerò di sicuro a trovarti, tu, nel frattempo, passa sul mio! Magari ti fai una capatina sull’oreoscopo del giorno, del tutto originale! Ciao!!!
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/04/26/oro-scopo-ci-siamo-capiti-no/