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SILVIO NON SI DIMETTE? SFIDUCIA E GOVERNO TECNICO

Di Fabrizio Fratus

La situazione è difficile ma allo stesso tempo molto interessante. Il Silvio non vuole proprio mollare e, come abbiamo avuto modo di raccontare in un precedente post, cerca “l’acquisto” di parlamentari offrendo direttamente un buon compenso economico.

Sembra, però, che la maggioranza dei parlamentari consultati sia fedele a Fini o, malignamente, punti sul futuro visto che il PDL, tolto il Silvio, non è più nulla. Lo dice la stessa Ministra Carfagna che il partito è un comitato d’affari.

E allora, Italo Bocchino, può permettersi di dichiarare:

E’ evidente che non ci sono le condizioni per cui noi possiamo votare in questo momento

la fiducia al governo Berlusconi

per poi proseguire specificando quale è la sua ipotesi più probabile:

sceglierà la via più saggia, che è quella delle dimissioni per evitare di essere sfiduciato e non c’è dubbio che il passaggio parlamentare non può non essere legato a un elemento di discontinuità”.

Continuando con:

“Siamo in attesa di una risposta. Ammesso che venga e faccia ‘shopping’ in Parlamento poi che fa? Se Berlusconi viene il 13 e dice che c’è una situazione di stagnazione, dice ‘mi rendo conto che bisogna fare delle riforme istituzionali, la riforma della legge elettorale, la riforma del Fisco, un grande provvedimento economico e sociale’ troverà una maggioranza più ampia. Questo chiediamo noi. Non chiediamo posti: li abbiamo restituiti“.

Il capogruppo del FLI ha ragione, che serve che Daniela Santanchè si agiti per trovare voti quando è evidente la situazione di scollamento e di difficoltà della ex maggioranza? Anche la Lega lo sa e, rotto definitivamente (per quanto riguarda questa fase) ogni possibile trattativa con Fini, ha deciso che si deve andare assolutamente verso nuove elezioni. La creazione di un governo di unità nazionale, come viene ormai chiamato da tutti, è da bocciare, è un pericolo. E’ probabile che una tale soluzione, il governo tecnico, serva ad escludere il Silvio da ogni possibilità di ritornare in auge con la volontà che ciò si possa sviluppare anche nei confronti della Lega. Ecco il tentativo sottobanco di UDC e API.

Noi restiamo convinti che la migliore strada sia quella di un accordo globale tra FINI e BOSSI in modo da includere il PDL in un disegno per una nuova “azione” di governo.

I tempi sono ristretti e gli accordi sono lontani, chi pagherà il conto?

Domanda stupida.

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