L’ ISIS IN UCRAINA: VERA MINACCIA O SEMPLICE BUFALA?
Dovuta premessa. L’articolo non vuole in nessun modo sostenere un’ipotesi, il testo è unicamente finalizzato all’analisi di una notizia giornalistica e alla valutazione delle conseguenze.
Fonti:
– https://www.hispantv.com/noticias/europa/560784/comandante-ucrania-parche-isis
In un rapporto che discute le richieste dell’esercito ucraino di ulteriori armi occidentali, l’Associated Press ha trasmesso un video che mostra un comandante ucraino che indossa una toppa sul braccio dell’ISIS. Il video, datato 15 febbraio, mostra il comandante, denominato “Kurt”, che afferma: “Per vincere, abbiamo bisogno di aerei da combattimento, razzi”.
Non è chiaro se la toppa indichi i legami attuali o precedenti del comandante ucraino con l’ISIS, o se abbia semplicemente ottenuto la toppa e abbia scelto di indossarla come una novità.
Il rapporto dell’AP che mostra un soldato che indossa una toppa dell’ISIS solleva tuttavia preoccupazioni per l’aumento dell’attività dei militanti islamici in Ucraina, poiché arriva sulla scia dei rapporti del Foreign Intelligence Service (SVR) russo secondo cui le forze di occupazione statunitensi in Siria hanno addestrato militanti affiliati con ISIS e Al-Qaeda nella base di Al-Tanf al confine tra Siria e Iraq per compiere attacchi all’interno del territorio degli ex stati sovietici.
La presenza di militanti estremisti in Ucraina che hanno precedentemente combattuto in Siria è stata evidenziata all’inizio di questo mese quando il canale di notizie Akhbar Al-Aan ha intervistato Abdul Hakim al-Shishani, un noto comandante jihadista ceceno che ora guida una brigata della Legione Straniera nell’esercito ucraino. Shishani aveva precedentemente combattuto contro le forze russe in Cecenia negli anni ’90 e più recentemente in Siria a capo del battaglione Ajnad al-Kafkaz, un gruppo armato che si era alleato con Jabhat al-Nusra e altri gruppi legati ad al-Qaeda negli Stati Uniti ha guidato la guerra per il cambio di regime contro il governo siriano, come riportato dal Jerusalem Post.

Le toppe e le insegne indossate dai soldati ucraini e catturate in foto e video hanno causato polemiche in passato perché indicavano collegamenti con l’ideologia nazista, piuttosto che salafita-jihadista.
Battaglioni di volontari che sostenevano l’ideologia nazionalista etnica del sangue e del suolo di estrema destra hanno svolto un ruolo chiave nel violento colpo di stato del 2014 sostenuto dagli Stati Uniti contro l’allora presidente ucraino Victor Yanukovich e nella successiva guerra contro i separatisti filo-russi nelle province ucraine orientali di Donetsk e Luhansk. I battaglioni nazionalisti di estrema destra, in particolare il battaglione Azov, sono stati successivamente incorporati nelle forze armate ucraine e i leader politici di estrema destra continuano a detenere influenza nel governo, nell’esercito e nei servizi di sicurezza ucraini, nonostante la loro impopolarità tra gli elettori ucraini.
Secondo il Centro per la sicurezza e la cooperazione internazionale di Stanford (CISAC), il fondatore di Azov, Andriy Biletsky, ha dichiarato che la missione dell’Ucraina era quella di “Guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale … contro i subumani guidati dai semiti”. Membri e leader del battaglione Azov hanno “negato i suoi legami neonazisti nonostante i membri abbiano tatuaggi con svastiche e toppe con insegne di estrema destra”, ha riferito il centro.
Nel settembre 2014, il canale televisivo pubblico tedesco ZDF ha trasmesso un video di soldati ucraini con simboli nazisti sui loro elmetti.
Tali insegne naziste si sono rivelate imbarazzanti per l’Ucraina dopo che la Russia ha invaso il paese nel febbraio 2022. Il Times di Londra ha riferito nel maggio 2022 che il battaglione Azov aveva rimosso un simbolo nazista, il wolfsangel, dalle sue insegne e che le nuove reclute avrebbero ricevuto toppe con un tridente d’oro, simbolo nazionale ucraino indossato invece da altri reggimenti.
The Grayzone ha riferito che nel settembre dello scorso anno il presidente ucraino Vlodymyr Zelensky ha fatto un viaggio a sorpresa nella città di Izyum. Durante la visita, un soldato che sembrava fare la guardia a Zelensky è stato fotografato con indosso una toppa derivata dal “Totenkopf”, un’insegna ampiamente usata nella Germania nazista.
Il testo tradotto e riportato in corsivo è il contenuto giornalistico dei due link precedentemente menzionati. Alla luce di un’attenta lettura e la visione del materiale fotografico è inevitabile porsi seri interrogativi.
Un prima ipotesi potrebbe riferirsi alla fabbricazione di una fake news, indubbiamente ben articolata. Pensando ad un’ovvietà la si potrebbe ricollegare alla propaganda russa, ma è interessante notare come il filo conduttore sarebbe il terrorismo jihadista: il Cremlino, appoggiando Bashar Al Assad, ha sicuramente dato un forte impulso nella lotta al Califfato in Siria. Quale potrebbe essere quindi la finalità di associare la lotta al terrorismo islamico con la vicenda che coinvolge Kiev e Mosca? Le accuse di apologia del nazismo da parte di Puntin verso l’Ucraina sono sempre state palesate e la commistione tra terrorismo di matrice jihadista e l’estremismo di destra che tipo di narrazione vantaggiosa alla Russia produrrebbe?
Nell’eventualità invece la notizia fosse veritiera si aprirebbe uno scenario decisamente inquietante perché vorrebbe dire che il caos generato dal conflitto sta dando modo a pericolosi terroristi di creare una base operativa solida alle porte dell’Europa. Il leader ceceno a capo di alcune unità russe (notizie non confermate menzionano una sua appartenenza ai credenti di fede islamica) è sicuramente un personaggio molto discusso dalla cronaca dell’ultimo anno, ma quale sarebbe la sua strategia nel caso avesse realmente arruolato dei foreign fighters precedentemente presenti in Siria? Se invece i jihadisti fossero affiliati ad unità ucraine, quali sarebbero i piani operativi?
L’unica consapevolezza che emerge da un mare di ipotesi confuse, strampalate e poco verificabili è che il conflitto Russia-Ucraina ha saputo far riemergere vecchi rancori risalenti alla Guerra Fredda e ha saputo infiammare i moderni timori legati al terrorismo islamico.
Ai futuri storici l’ardua sentenza.
Arianne Ghersi
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