QUALCHE RIFLESSIONE SU GUENON E IL TRADIZIONALISMO
In tempi recenti è apparso un articolo di Piergiorgio Odifreddi che equiparava il fenomeno no vax alle pubblicazioni dell’ Adelphi dove a finire sotto accusa è stato Renè Guenon, definito come un ciarlatano. Consci dell’importanza di riprendere in forma aggiornata un “gramscismo di destra” che volentieri chiameremo “gramscismo identitario”, ci pare doveroso mettere ordine alla confusione mentale vigente con una serie di precisazioni accurate. Precisazioni dicevamo, ovvero una spiegazione chiara e rigorosa del contributo dell’ opera di Renè Guenon alla cultura europea e alla relazione con le culture di destra novecentesche e postindustriali. Cominciamo col dire che gli studi di Renè Guenon hanno una finalità strettamente esoterica ed iniziatica e sono indirizzati ad un pubblico ristretto di “addetti ai lavori” che presentino qualifiche non comuni. In parole semplici i testi di Guenon e degli studi Tradizionali si inseriscono in un percorso spirituale che presuppone come minimo l’adesione ad una tradizione exoterica di base e nulla ha che vedere con vane ed inutili speculazioni celebrali.
Indubbiamente non è un mistero che le opere di Renè Guenon, anche nella incorporazione fatta dal pensiero di Julius Evola, abbiano travalicato il ristretto ambito esoterico, diventando protagonista di un intenso dibattito sulla modernità. Possiamo cosi dire che o direttamente o indirettamente con la mediazione di Evola vi è stata un influenzata sulle culture di destra di ieri e oggi. L’ identitarismo più vicino a quello che Matteo Luca Andriola ha chiamato “la nuova destra europea”, ha dedicato spazio a Guenon ed Evola si veda le pubblicazioni “Idee per Europa dei popoli” e “Terra Insubre”. Certamente l’inclusione di un sapere esoterico in ambienti attenti a valori conservatori e spiritualisti e il comune “nemico” della modernità e postmodernità anomica è un terreno comune di interesse ed è meritorio l’aver incluso Guenon nel pantheon di “Idee per Europa dei popoli”. Ma qui mi preme sottolineare che la portata degli studi Tradizionali di cui Guenon è stato capostipite non è una filosofia anti-moderna orientaleggiante. Se analizziamo sia pur di sorvolo la produzione saggistica vediamo come “l’antimodernismo” di Guenon è in realtà un contributo di arricchimento Sapienziale.
All’ Occidente Guenon ha fornito un ponte con un Oriente che per le leggi dei cicli cosmici conserverebbe maggiormente il deposito della Tradizione Primordiale Polare, ovvero un sapere esoterico elevatissimo, che l’Occidente ha posseduto ma dimenticato, insieme ad un insieme di saggi, dove partendo da una miriade di fonti illustra la dimensione metafisica simbolica e realmente intellettuale, dove per Guenon questo termine allude ad una conoscenza sovrarazionale. In questi studi si situano opere sulla modernità e sul neospiritualismo dove la critica di Guenon è costruttiva e rigorosa per eliminare gli ostacoli a questa restaurazione di valori spirituali. Julius Evola riprenderà questi studi con un taglio più esistenzialista e metapolitico, votato all’azione e che guarda come modello l’antica casta guerriera. Le opere di Renè Guenon hanno suscitato un ampio dibattito tra estimatori e detrattori. Certamente una riflessione degna di nota è la considerazione di Guenon sulle radici Cristiane e classiche frettolosamente classificata come “rifiuto” delle stesse. Indubbiamente il rigore di Guenon mette in luce i limiti di tutto ciò, ma siamo sicuri che questo è un problema? Per chi scrive potrebbe invece essere un opportunità per approfondire il concetto di religiosità più antico e ampio, magari spostando l’orizzonte più a est. Gli studi di Mircea Eliade, Julien Ries, Giuseppe Tucci, Georges Dumezil, d’alto canto ci restituiscono decisamente questo orizzonte più ampio. In un epoca dove la stessa identità dell’uomo si disgrega nella liquidità gender e della cancel culture, una conoscenza più profonda dell’ uomo del nostro passato può aiutarci ad affrontare il nostro presente.
Per questo motivo le opere di Guenon vanno lette con rigore, saggezza e soprattutto gratitudine, per le sue opere con cui ha indicato all’ Occidente, in modo fermo,costruttivo e rigorosamente distinto da tanti toni distruttivi di molti sedicenti antimodernisti.
Paolo Guidone
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