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LIBIA, TURCHIA E DINTORNI

l grande limite della politica italiana, che purtroppo ha radici antiche, è il sostanziale disinteresse per la politica internazionale e la Geopolitica, che entra nel dibattito solo qualora si sovrapponga e si intersechi con le questioni interne. È così che a pochi chilometri dalle nostre coste, nella noncuranza dell’Italia e dell’Unione Europea, c’è uno stato che sta pesantemente influenzando gli equilibri mediterranei: la Turchia di Erdogan. 

In questi anni si è avuta un’escalation impressionante da parte del nuovo Sultano: interviene in Siria appoggiando gli oppositori di Assad, estende la sua influenza giocando un ruolo di primo piano nel caos libico, a pochi chilometri dalle nostre coste, ripristina il culto islamico in Santa Sofia, dopo che Ataturk aveva deciso di laicizzarla rendendola un museo, e porta avanti una contrapposizione sempre più accesa con la confinante Grecia.La Turchia, o meglio lo stato laico e membro della NATO che abbiamo conosciuto finora, è definitivamente tramontato e stiamo ritornando a una politica imperialistica di stampo islamico e neo-ottomano? L’antica contrapposizione tra Europa e Turchia è destinata a rinascere? E come si deve porre l’Europa verso questo nuovo elemento politico?

Tutte queste questioni saranno al centro del dibattito dall’ambizioso titolo “Dalla crisi libica alla minaccia del Sultano: come far rinascere il ruolo dell’Europa nel mondo” che si terrà l’11 settembre a Castrum, il campo giovanile organizzato da Generazione Popolare.Interverranno come ospiti Salvatore Santangelo (docente universitario, giornalista professionista ed esperto di politica internazionale), Fabrizio Fratus (sociologo e autore di saggi) e in collegamento Skype Davide Piccardo, direttore de La Luce e coordinatore del CAIM (Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano). Introduce Samuele Vasapollo di Renovatio Imperii.

Andrea Campiglio

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