SOTTOMESSI DA SEMPRE?
Emanuele Franz è un filosofo friulano (classe 1981) che non ha mai mancato di far discutere di sé con le sue iniziative il più delle volte all’antitesi rispetto allo status quo. È ideatore e organizzatore di un convegno, Identitas, che nella prima edizione ha ospitato il filosofo russo Alexandr Dugin, suscitando un grande dibattito critico. Da poco conclusasi invece, la seconda edizione, Identitas Fede e Scienza, ha coinvolto in una tavola rotonda 20 relatori da sei Nazioni, coinvolgendo quattro premi Nobel, Sua Santità il Dalai Lama, Noam Chomsky, Alain de Benoist, Marcello Veneziani, Reinhold Messner, Angelo Branduardi, Piergiorgio Odifreddi, Antonino Zichichi e altri.
Le domande che Franz pone, nelle sue conferenze, come nelle sue opere filosofiche, una ventina complessivamente, sono domande che appaiono “scomode” alla forma mentis di una società che pone il suo massimo vantaggio nel profitto e nella mancanza di riflessione. Chi siamo? Da dove veniamo? Quale è il valore della Tradizione? Può la Fede salvarci dall’appiattimento di valori?
L’anno scorso è uscito “L’inganno della libertà. Discorso sovra la natura dell’arbitrio e della sua unicità.” in cui criticava il concetto occidentale di libertà consumistica in contrapposizione ad una più alta libertà: quella di essere al Servizio di un più alto ideale.
Sulla scia di questo testo Franz dà alla luce in questi giorni la sua nuova fatica: “Sottomissione. Storia e simbolo della sottomissione dai Miti indiani a Leopold Von Sacher-Masoch”.
Si tratta di una analisi storica su un tema spinoso, quello della sottomissione, che, se indubbiamente oggi nell’immaginario è legato all’erotismo, nella storia è stato profondamente connaturato alla pratica religiosa. I mistici di diverse civiltà e diverse epoche hanno fatto proprie tecniche di ascesi ed elevazione che comportavano la sottomissione, l’umiliazione e la mortificazione di sé. Eros ed Estasi religiosa si accompagnano e si intrecciano, in questo studio, che ha come filo conduttore la sottomissione e l’umiliazione verso Dio, verso la Dea e verso la donna intesa come Dea.
Ma il testo va ben oltre alla analisi che si propone di affrontare, perché spazia da oriente a occidente alla ricerca di quella autenticità che l’epoca contemporanea ha oscurato. Accusa la mercificazione della donna e in genere della vita, e ripropone un invito alla riflessione sulla simbologia della donna Velata dall’Islam al cristianesimo, da Iside alla Vergine Maria. Accusa la finta ricerca spirituale dell’uomo occidentale che prende da oriente ciò che meglio gli pare per ridurlo ad oggetto di consumo. È il caso dello Yoga, al quale Franz dedica svariati capitoli del suo libro, dove, con testi sacri alla mano, mostra come l’occidente abbia preso e ridotto a una pagliacciata quello che all’origine era ben altro.
In questa ottica lo studio di questo libro si propone in una chiave sicuramente anti-moderna, ma anche in chiaro contrasto con il femminismo contemporaneo. Mentre la modernità ha relegato la donna, che rivendica la sua emancipazione, al mero aspetto del suo corpo, mercificato, ridotto a merce di scambio, a oggetto fungibile, la storia del Miti evidenziata dal filosofo Emanuele Franz nel suo libro “Sottomissione” fa emergere come la donna sia sempre stata considerata una Dea, portatrice di un Principio Cosmico e metafisico e come questo abbia sempre dominato il maschile. La vita, sottolinea Franz, è un progetto, un miracolo, dunque è divina, non un corpo usa e getta, e la libertà non è mai parità (che sarebbe stasi-morte) ma reciproco gioco di forze emittenti e recessive, dominanti e dominate.
Il testo viene accompagnato dalle opere dell’artista di levatura internazionale Saturno Buttò che ha collaborato con Franz nella scelta delle sue opere pittoriche più significative per accompagnare i capitoli del testo.
Il libro, 150 pagine per 16 euro di copertina, è reperibile sul sito http://www.audaxeditrice.com
Fabrizio Fratus

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