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SIAMO IL MALE ASSOLUTO.. SIAMO BELLISSIMI!

Tutti a Verona contro la dittatura del pensiero unico

E’ cominciato oggi a Verona il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie, definito dagli stessi organizzatori “un evento pubblico internazionale di grande portata che ha l’obiettivo di unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”.

L’evento ha avuto da subito una forte risonanza mediatica in quanto tra i politici nazionali hanno annunciato la propria presenza il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il senatore della Lega Simone Pillon, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Federico Sboarina.

Sempre secondo quanto comunicato dagli organizzatori i temi trattati saranno: la bellezza del matrimonio, i diritti dei bambini, ecologia umana integrale, la donna nella storia, crescita e crisi demografica, salute e dignità della donna, tutela giuridica della Vita e della Famiglia, politiche aziendali per la famiglia e la natalità: tutti temi che, sinceramente, non ci sembrano particolarmente divisivi e sconvenienti.

La notizia potrebbe anche chiudersi qui: si terrà questo congresso in Italia, così come nel recente passato si è svolto ad Amsterdam, Madrid, Salt Lake City, Budapest, Praga, Ginevra, Varsavia…

E invece no, proprio contro questo evento il pensiero unico progressista sta mostrando il suo lato peggiore, quello ottusamente e fanaticamente intollerante. Al di là della consueta canea da parte della sinistra radicale (con il solito repertorio di appelli contro il nazismo, il fascismo, il sessismo, il patriarcato…), anche giornali, che solitamente si ammantano di una certa moderazione e distacco (almeno a parole) hanno cominciato un bombardamento mediatico con pochi precedenti. La lobby progressista è scesa in guerra contro la famiglia: il normalmente pacato Corriere della Sera parla di “cattolici ultraconservatori” (definizione il cui significato mi sfugge, evidentemente per un cattolico seguire il Catechismo è un vizio proprio dei più reazionari) e “oltranzisti”, aprendo una parentesi sugli ospiti, ovviamente etichettati fin dal titolo come “politici omofobi” provenienti da nazioni notoriamente “omofobe” come la Russia di Putin e l’Ungheria di Orban (si noti che l’Ungheria è una delle nazioni le cui politiche per la natalità e la tutela della famiglia si sono rivelate più efficaci. Forse ascoltare il loro ministro per la Famiglia, che a Verona sarà presente, non sarebbe una cattiva idea) e terminando con la bufala della politica africana che, secondo loro, “ha presentato al parlamento una legge contro le coppie omosessuali, che prevedeva originariamente la pena di morte per «omosessualità aggravata»”.

Repubblica etichetta il tutto sprezzantemente come un “circo del regresso”, dimenticando la fondamentale lezione che non tutto quello che viene dopo è progresso e che nella storia non ci sono leggi assolute, ma solo tendenze, per cui non esiste nessuna forza indomabile che porta in una direzione (ovviamente quella che decidono loro ideologicamente) ma esistono soltanto persone che fanno scelte e attraverso esse plasmano il futuro.

Da ultimo Open di Enrico Mentana, che ormai sforna un articolo al giorno per farci sapere quanto siano brutti, stupidi e cattivi i difensori della famiglia; e non apriamo per ragioni di spazio il capitolo Silvana de Mari, le cui dichiarazioni sono state estrapolate e forzate per il gusto di sbattere il mostro (omofobo) in prima pagina…

Sul fronte governativo la situazione non è rosea, su pressione dei 5 Stelle la Presidenza del Consiglio ha revocato l’uso del proprio logo, mentre il vicepremier Luigi di Maio ha bollato il congresso come iniziativa di una “destra degli sfigati”, con un linguaggio decisamente poco ministeriale e portando argomenti che definiremmo non particolarmente profondi.

Dall’opposizione Emma Bonino, ci fa sapere che “la famiglia lodata a Verona è reazionaria, come il Sovranismo” (non so a voi, ma a noi in tutta sincerità non sembra una cosa negativa…); Laura Boldrini e Monica Cirinnà saranno presenti sabato all’immancabile contro manifestazione con Cgil e Anpi e il PD sta organizzando pullman per andare a protestare contro “l’iniziativa medievale promossa da organizzazioni ultraconservatrici” e contro “il Medioevo dei diritti”, espressioni che, come detto dallo storico Franco Cardini, più che offese sono dichiarazioni di analfabetismo.

Da ultimo, citiamo il fatto più grave, e cioè le intimidazioni che hanno colpito i proprietari e gestori degli Hotel che ospiteranno i partecipanti al Congresso, con un atteggiamento che ha molto poco di politico, oltre che di legale…

Tutto questo odio mediatico e questa isteria ci ha riportato in mente un corsivo della Jena su la Stampa all’indomani del Family Day, nel 2016, in cui diceva esplicitamente “L’Italiano medio va al Family Day, poi torna a casa e picchia la moglie”. Sinceramente non sapremmo come definire una frase del genere: non è neanche un luogo comune, una generalizzazione, è proprio un’accusa infamante basata sul nulla: non è razionalmente possibile sostenere che tutti gli italiani a favore della famiglia siano dei picchiatori di donne, è un’equazione assurda basata sul fatto che o la pensi come loro o sei falso, incoerente e nascondi un’indole violenta. La possibilità che uno sia sinceramente convinto delle proprie idee e le applichi alla sua vita non è contemplata.

Ora, non sappiamo come andrà questo Congresso, però penso che chi ha osato sfidare il pensiero unico guadagnandosi tanto odio e tanta intolleranza non possa che meritarsi tutta la nostra solidarietà e i nostri auguri di cuore.

Come diceva Cervantes: se i cani abbaiano è segno che stiamo cavalcando.

Andrea Campiglio

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