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MEGLIO IL MEDIOEVO DELLA CIRINNA’

Intervista a Nino Spirlì sul Congresso Mondiale delle Famiglie

Pochi personaggi sono davvero capaci di rompere gli schemi, resi consuetudini del pensiero, nel panorama odierno che l’informazione pubblica ammanta. Nino Spirlì è indubbiamente uno di questi. La sua formazione vanta di un raro eclettismo: è stato attore fin da giovanissimo di classici del teatro, sperimentando sia il dramma che la commedia; ha lavorato come autore di innumerevoli format TV e soggetti cine-televisivi noti al grande pubblico; si è esibito come comico e ha diretto svariate pièce messe in scena nei teatri in giro per l’Europa. Nel 2011 scrive Diario di una vecchia checca, che riceve l’anno successivo il premio Metauros. Collabora con diverse testate giornalistiche ed ha un blog su Il Giornale. Noto anche per le sue posizioni audaci e mai scontate su temi morali e civili, gli abbiamo rivolto alcune domande sul Congresso delle Famiglie che si terrà dal 29 al 31 marzo a Verona.

Il prossimo weekend si terrà a Verona il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie, un appuntamento sul quale si polemizza diffusamente ed aspramente ormai già da settimane. Innanzitutto: cosa pensa di questo clamore mediatico che si accompagna all’evento? Cosa significa il fatto che affrontare pubblicamente un tema come quello della famiglia desti un simile scalpore?

R: Il clamore mediatico NON deve spaventare. Viviamo tempi di comunicazione esasperata, anche a causa di un uso spropositato dei social network. Non c’è evento che conosca una trattazione moderata ed educata da parte dei media: ormai, tutto fa notizia solo se viene sventrato, sviscerato da poltronate piene di presunti tuttologi da salotto televisivo. Pletore di ignoranti che trattano del Mysterium Fidei con la stessa profondità con cui si occupano della sterilizzazione dei criceti in gabbia. Che, poi, parlare di Famiglia, oggi, faccia ululare anche le coniglie, beh, la responsabilità va cercata (e lì si trova) negli ultimi anni di deboscia politica e sociale. Anni in cui la Vera Famiglia è stata ridicolizzata, schiaffeggiata, sconsacrata.

Secondo lei, a cos’è dovuta una così acre ostilità?

R: La Famiglia fa paura! Perché ha regole e ruoli da rispettare e mantenere. L’Amore vero, il rispetto, l’educazione, la disciplina, l’obbedienza, la fiducia, tanto per citarne alcune, di regole. E, parimenti, i ruoli genitoriali e filiali. Il Padre e la Madre, quando lo sono seriamente, hanno obblighi che, in questi nostri tempi sgangherati e senza controllo, difficilmente si riescono a mettere in atto; anche perché, a dirla tutta, è già problematico essere marito e moglie. La follia e il maligno si sono impossessati dei sentimenti più delicati: l’amore e la tenerezza. Senza quelli, il matrimonio si annichilisce, e, di conseguenza, la famiglia si polverizza. E certa politica, erede della menzogna comunista, sguazza nelle paludi dell’antifamiglia, proponendone dei surrogati farlocchi e senza futuro.

È fondato, o anche solo ragionevole, il timore di un tanto paventato ritorno al Medioevo? Le misure introdotte o solo promosse da alcuni degli onorevoli più additati in questo senso, come Simone Pillon o Lorenzo Fontana, possono essere verosimilmente interpretate in una direzione simile?

R: Non rido, perché certe baggianate mi fanno più incavolare, che divertire. No, non è fondato il ritorno al Medioevo. Anche se, a voler provocare, non mi dispiacerebbe! Vede, chi sbandiera certe paure di ritorno al passato, lo fa in malafede e solo guardando verso l’occidente Cristiano, ma è, contemporaneamente, pronto a difendere un medioevo sanguinario e ottuso che ci sta invadendo via mare e attraverso i sentieri che, di tanto in tanto, vengono tracciati da qualche migliaio di clandestini provenienti da terre spesso ostili. Mi chiedo cosa ne pensi, per esempio, la Cirinnà dei bimbi morti in queste ultime settimane, perché circoncisi in casa da stregoni durante riti tribali incontrollati e incontrollabili. Mi chiedo cosa ne pensi la Cirinnà delle migliaia di bambine infibulate da mammane e megere nei condomini delle nostre città invase. Mi chiedo come giustifichi, la Cirinnà che si scandalizza dell’auspicabile DIO PATRIA FAMIGLIA, il martirio di decine di ragazzine ammazzate o sfregiate da genitori e fratelli, che NON vogliono farle crescere e vivere “all’occidentale”, come se la cosa fosse un cancro…

Nella sua opinione, qual è l’idea di fondo (se ve n’è una) che questo congresso si propone di veicolare?

R: Mi piace pensare che da questo Congresso parta una proposta concreta per recuperare l’unità, l’amore, l’organizzazione familiare. Laddove per Famiglia si intenda quella naturale, morale, civile. La Famiglia formata da un Marito, una Moglie, i loro Figli.

Parlando della famiglia, vi è sempre una contrapposizione tra chi, considerandola un’entità naturale, la ritiene eternamente immodificabile e chi, ritenendola un fatto sociale (il che, in ogni caso, non ne implica necessariamente l’arbitrarietà), la valuta come componibile e scomponibile a piacimento. Secondo lei, oggi in che termini si dovrebbe parlare di famiglia? È importante che sia un tema discusso? Se sì, sottolineandone quali aspetti o quali funzioni?

R: La Famiglia, come detto, è una. Ma non si può negare a nessuno il diritto di amarsi e stare insieme. Così come non si posso negare certi riconoscimenti, che, peraltro, mi sembra essere stati abbondantemente garantiti. Anche esasperando, sinceramente, il concetto di famiglia. Per quanto mi riguarda, due uomini o due donne NON fanno coppia, ma paio; pur riconoscendo la necessità di garantire diritti civili anche a chi vive insieme per anni. A prescindere che siano eterosessuali o omosessuali. Certamente, non la possibilità di adottare o, peggio, acquistare figli!

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