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E se l’euro NON fosse il problema?

Meno potere di acquisto reale.

Sono le tasse comunali, provinciali, regionali e dello stato quelle a farci stare peggio, non l’Euro, che forse, a questo punto, ci ha tutelati.

 

Per comprendere quanto sto per esporre vi è la necessità di uscire dallo schema su cui abbiamo ragionato sino a oggi: Euro uguale impoverimento. Solo procedendo in questa direzione si potrà comprendere perché cercherò di spiegare come probabilmente uscire dall’Euro potrebbe essere un grande errore. Lo scheda che ho preparato fa comprendere benissimo il potere di acquisto del cittadino comparato tra oggi  (euro) e ieri (lira). Tutti i dati sul lavoro e sulla disoccupazione, in realtà, vanno studiati su impostazioni differenti da quello dell’entrata dell’Euro, che forse ha contribuito ma non è stato certamente la causa dell’aumento dell’impoverimento in Italia.

Certo la moneta unica non è il paradiso e qui sul Talebano (minibot), comunque, abbiamo proposto e proponiamo la moneta complementare a supporto dell’economia locale. E nel mondo identitario, anche nel periodo in cui la battaglia No Euro aveva il vento in poppa, figure di riferimento come Andrea Mascetti di Terra Insubre e Alfredo Iorio di Patria sottolineavano come l’uscita dall’Euro fosse/sia una soluzione pericolosa.

Ma chi ha ragione?

Ecco che allora mi sono messo ragionare sul caro vita e non sui dati che ci vengono  proposti; d’altra parte noi cittadini ci basiamo su quanto portiamo a casa a fine mese e a quanto ci costa acquistare i beni primari. Ho preso lo stipendio medio in lire del 2000 e ho cercato di capire quanto incideva l’acquisto di pasta, riso, benzina etc. Poi ho ripetuto lo stesso procedimento con l’Euro nel 2017.

Il risultato???

 

Incredibile.

 

Oggi si spende molto meno che nel  2000 per gli stessi prodotti che certamente tutti noi acquistiamo, la tabella comparativa è lo dimostrazione senza ombra di dubbio di come l’EURO sia un vantaggio per il cittadino italiano.

 

Ma perché allora noi crediamo che l’Euro si la causa delle nostre difficoltà?

Le motivazioni sono molteplici e passano dalla percezione che ci viene fornita leggendo i dati Istat (il paniere è cambiato), ma soprattutto perché vi è una maggiore incidenza della tassazione sulla famiglia e sulla casa. Ecco il vero problema per cui disponiamo di meno denaro. Meno potere di acquisto reale.

Sono le tasse comunali, provinciali, regionali e dello stato quelle a farci stare peggio, non l’Euro, che forse, a questo punto, ci ha tutelati.

La crisi è scoppiata tra il 2007/2008 e da quel momento in poi il PIL è diminuito ma le spese dello stato, al contrario, sono aumentate portando a un aumento della tassazione e quindi a minori denaro in tasca alle famiglie con il conseguente diminuire degli acquisti e quindi del consumo interno in Italia.

A causa del processo sopra descritto e alle scelte di austerità imposte al paese il lavoro è diminuito (sia nel privato a causa di meno consumo interno come nel pubblico per la mancanza di investimenti)

La semplificazione di quanto è avvenuto e di quanto sto supponendo serve a fare comprende a tutti il ragionamento: l’Euro potrebbe non essere causa dei mali in Italia ma, al contrario, un sistema che ci ha tutelato.

Perché?

 

In questi ultimi mesi un uomo del sistema americano si aggira e rilascia interviste a sostegno del governo e della sovranità, invitando anche a uscire dall’Euro. Lui è Steve Bannon e certamente non è un uomo a cui interessa l’Italia e il suo sviluppo, fa parte dell’elité degli Stati Uniti e come sappiamo gli U.S.A. hanno una visione del mondo ridotta a: noi comandiamo, voi ubbidite. Se si considera la sua presenza e la sua sponsorizzazione verso una politica rivolta a una sovranità monetaria  assieme all’attacco in direzione della Germania per gli accordi e gli affari sviluppati con la Russia si comprende:

  • Gli U.S.A. non hanno mai voluto l’Euro, Saddam Hussein potrebbe confermarcelo
  • Il sistema capitalista americano non vuole un’Europa unita
  • Il dollaro ha difficoltà a restare moneta dominante se l’Europa ha una moneta forte.

Oggi le guerre sono di tipo finanziarie e una moneta come l’Euro limita le azioni di destabilizzazione e attacco da parte del Dollaro, ecco allora spiegato il perché gli USA vogliono la separazione monetaria in Europa, per farlo stanno cercando di cavalcare l’onda “sovranista”, noi però dobbiamo dare senso alle parole e se l’idea sovranista (essere padroni a casa nostra) è stimolante si deve anche comprendere bene il significato da cui deriva questa parola e cioè da sovrano, quindi da chi comanda dall’alto. Perché mai gli USA che sino a oggi hanno “imposto” politiche economiche, sociali e militari in Italia come in Europa sostengono i movimenti sovranisti? Per un semplicissimo motivo: tornando alla situazione pre EURO gli USA potrebbero tornare a essere i veri sovrani in Europa.

In conclusione posso dire, senza ombra di dubbio, la presenza di Steve Bannon come le sue interviste e l‘attacco alla Germania per quanto riguarda gli accordi con la Russia sono un elemento sostanziale a sostegno di chi dice di non uscire dall’Euro.

Le guerre oggi si fanno anche e soprattutto con il danaro, una moneta forte è utile a difendersi come ad attaccare, mentre in una situazione di moneta debole sui mercati ci potrebbe condurre a situazioni di povertà maggiore.

Lo scontro è in atto, alcuni analisti parlano di guerra nei prossimi 5 anni, noi speriamo che siano solo esagerazioni.

Fabrizio Fratus

1 Comment on E se l’euro NON fosse il problema?

  1. Quella tabella vale per chi ha un lavoro con quel reddito e sono soprattutto gli statali di ogni ordine e grado che hanno mantenuto uno stipendio adeguato. Tuttavia per coloro, e sono milioni, che avevano una pensione di un milione di lire prima di allora e per chi oggi, e sono la gran parte dei giovani che non arriva a mille a euro, la situazione è evidentemente peggiorata e di molto non solo per le tasse. Da considerare poi tutte le conseguenze economiche che la permanenza dell’euro ha provocato e sta provocando come l’aumento della disoccupazione. Certamente un ritorno alla lira senza cambiare alcune cose, come per esempio la separazione Banca d’Italia- tesoro e il conseguente vincolo esterno cui la coppia Ciampi Andreatta ci ha incatenato con il pagamento negli anni di colossali cifre per il debito, potrebbe essere problematico

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