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IL VERO POTERE (E L’ULTIMO UOMO)

Perché, alla fine, o sei Fëdor Michajlovič Dostoevskij o sei Bernard-Hénri Lévy

Il vero Potere oggi è il frutto di un’abietta alleanza apparentemente contronatura tra lo sviluppo capitalistico e il ‘68-pensiero. Tra la tecnoeconomia consumista e il “proibito proibire” dei figli di papà che volevano fare la Rivoluzione. Tra banchieri e multinazionali da una parte e pseudopensatori radical-chic dei salotti e delle università dall’altra. Tra la giacca e cravatta e l’eskimo. Tra l’igienismo salutista e il tatuaggio, tra la palestra e la canna, tra l’ufficio e il concerto rock, tra l’ossessione del lavoro e l’ossessione del sesso.

Quello che unisce la società dei consumi con la mentalità pseudolibertaria è il materialismo di fondo. La società dei consumi è avanzata spietatamente distruggendo tutto quello che di tradizionale rimaneva nell’Italia e nell’Europa del secondo dopoguerra. Ha insegnato agli uomini il primato dell’avere e l’idolatria della merce, ha omologato i popoli rendendoli masse e non più popoli, ha distrutto il legame sociale e l’aspirazione al sacro. Ha imposto l’american way of life e il culto delle mode, il primato del denaro e l’americanismo senz’anima.

Da questo sviluppo tendente alla produzione illimitata di merci e servizi superflui è scaturito un uomo tipo di uomo, conformista, omologato, pecorone, privo di senso critico e aspirazioni elevate, ma sempre scontento e pronto a contestare le persone sbagliate per i motivi sbagliati.

La gabbia d’acciaio del profitto di cui scriveva Max Weber si è alleata con il dio Dioniso di cui parlava Nietzsche, non per partorire il super-uomo, come pensava il geniale pazzo coi baffoni, ma “l’ultimo uomo”, l’uomo più spregevole.
Il pensiero sinistrista e sinistrato, il politically correct, con tutti i suoi derivati, è l’ideologia dell’ultimo uomo. Quello che crede di “avere inventato la felicità”, quello che disprezza il passato e ciò che lo trascende, quello che si crede libero e non vede le sue enormi catene. Quello che se ne sta ben rannicchiato nella sua gabbia d’acciaio ma si crede un padreterno perché può navigare su internet, mettere le foto su Facebook, fare le vacanze in Egitto o in Madagascar e magari aspirare al rolex e al macchinone. Quello che legge Osho e Paolo Coelho e li scambia per Socrate e Dostoevskij. Quello che si crede buono perché vuole gli immigrati e ama smodatamente i gay ma fa del suo IO il centro del mondo. Quello che fa tanto umanitarismo ma è talmente narcisista da vedere solo se stesso. Quello per cui ci sono tanti diritti ma nessun dovere. Quello che disprezza matrimonio e famiglia ma si è fatto mantenere dai genitori. Quello che di solito è di sinistra ma col portafoglio ben piantato a destra. Quello che anche quando è di destra il portafoglio gli resta a destra. Quello che bisogna salvare il mondo dai gas serra ma non rinuncerebbe all’automobile e all’ultimo modello di telefonino nemmeno con la pistola puntata alla testa. Quello che pensa sempre con la sua testa, ma ripete ogni volta le cose che dicono i media. Quello che pensa di essere trasgressivo perché sniffa coca e va a letto con tutte, ma se dici “negro” in sua presenza alza il sopracciglio, muove il ditino e ti guarda con biasimo. Quello che abortire è un diritto, ma se parli di pena di morte si indigna profondamente. Quello che se dici che la pubblicità fa schifo ti dice che invece è bellissima. Quello per cui la civiltà di un popolo si misura dal numero degli iPhone e di coloro che navigano su internet. Quello che vorrebbe digitalizzare anche l’aria che respiriamo, ma poi ti dice che vuole il ritorno alla natura. Quello che sostiene che le donne “son tutte puttane” e poi vuole le quote rosa. E via dicendo.

Martino Mora

6 Comments on IL VERO POTERE (E L’ULTIMO UOMO)

  1. Ciò su cui si fonda il legame indissolubile del pensiero unico in tutte le sue modalità (cristianesimo bergogliano, marxismo e sinistra da fabio fazio, e liberalucci da due soldi) è solo una cosa: il concetto sacro, centrale, della “uguaglianza di tutti gli uomini” e l’idea tutta ebraica dell’uomo (qualsiasi uomo di qualsiasi razza) come creatura più amata da Dio e quindi superiore al resto del Creato.

    • Credo invece sia piú facilmente inquadrabile nell’ambito dell’eterna lotta fra materialismo e trascendentismo (e dell’attuale predominio del primo sul secondo), ma lascio all’autore l’onere di una risposta piú autentica (e probabilmente anche piú verace) della mia.

  2. Giustissimo.
    Il vero potere sono le multinazionali (cui dà fastidio ogni impiccio alla loro espansione, Stati inclusi) che si servono degli utili idioti del ’68-pensiero i quali, fiutato il vento, usano la politica per banchettare con le briciole.
    Questo potere sta portando al collasso socio-ambientale.
    Detto questo, la DOMANDA: come se ne esce?
    Guenon, Evola…silenzio????

    La RISPOSTA, perché è solo ciò che conta, si trova in 2 libri appena usciti:
    1- Enciclica Laudato si’ (quella scritta da Papa Francesco, che non è “comunista” ma, semmai, “comunitarista”… nuance!)
    2- La Dignità delle Nazioni (Amazon), che rappresenta il “libretto di istruzioni” del precedente, uscito in contemporanea.

    Consiglio 1: non criticate i “sinistrosi” da “destrorsi” perché state facendo il gioco del nemico cioè le multinazionali e i loro servi (che a volte sono di “sinistra” e altre volte di “destra”), le quali si fanno un piacere nell’applicare la millenaria regola “divide et impera”.
    Consiglio 2: pensate, anche, in termini geopolitici, come ad esempio una Grande Europa Cristiana, da Lisbona a Vladivostok, impostata sul “comunitarismo etico” (e non sull’individualismo o statalismo materialista, da un lato, o, dall’altro, sul Tradizionalismo statico (straccione, pidocchioso e sdentato) delle teocrazie.

  3. Martino Mora // 23 Giugno 2015 a 16:05 // Rispondi

    Rispondo brevemente. Il concetto dell’uguaglianza spirituale di tutti gli uomini è più cristiano che ebraico (gli ebrei erano estremamente chiusi verso i pagani, considerati “impuri”, come le donne mestruate). A meno però che non si rimpiangano, come il pazzo tedesco coi baffoni, la schiavitù o la misoginia radicale, direi che questa è stata una rivoluzione positiva per l’umanità, che ha conservato la gerarchia sociale e spirituale assegnando però a tutti la dignità che invece il paganesimo negava. Diversa cosa è la storia dell’idea di eguaglianza in età moderna, legata all’individualismo, per cui rimando al mio la tentazione egualitaria pubblicata da questo stesso sito.
    Per il resto io qui parlo del presente e dell’unione mefitica tra il materialismo pratico indotto dal consumismo (che riflette il dominio dell’economico su ogni altra sfera dell’esistenza) e il libertarismo mefitico del “proibito proibire” dei figli viziati e nichilisti del capitalismo stesso.
    Aggiungo solo che io non cercherei in papa Francesco alcuna risposta positiva alla crisi che viviamo, dato che probabilmente si tratta del pontefice più secolarizzato, desacralizzato, modernista della storia, come le sue affermazioni e i suoi gesti testimoniano continuamente. Per non parlare del suo mondialismo, che si esprime tanto nell’invocazione di un’unica autorità mondiale (contenuta nella sua enciclica), quanto nella continua, irresponsabile, demagogica, destabilizzante richiesta di apertura incondizionata ai cosiddetti “migranti”. Da un nemico della Tradizione non cercherei soluzioni.

    • Mi permetto un’intrusione allo scopo di spezzare una lancia in favore dell’attuale pontefice, che ha deluso molto anche me nei primi tempi di mandato, in quanto avverso ad ogni forma di tradizione e propugnatore di quell’autentica disgrazia conosciuta come Concilio Vaticano II. Ebbene, devo riconoscere che, da un anno a questa parte (l’episodio, o, meglio, il “segno”, delle due colombe carpite da cornacchia e gabbiano), certe posizioni siano cambiate. Ovviamente permane la non richiesta (e mistificatoria) aura di progressismo di cui è stato investito dalla stampa soprattutto nostrana, ma sono fiducioso che rimarranno delusi.

  4. Sostanzialmente concordo. Il materialismo accomuna queste fonti dei guai. Destra e sinistra sono posizioni del secolo scorso, buone per i libri di storia. Temo sia troppo tardi per uscirne senza traumi. L’Ultima Chiamata utile è stata 45 anni fa (“I limiti dello sviluppo” e altre occasioni simili), quando gli umani erano la metà di oggi. Oggi si può solo cercare di rendere meno traumatica la transizione verso una condizione stazionaria, che prima o poi arriverà.

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