BAMBINI, GIOCHIAMO A FARE LA GUERRA?
Nel Medioevo, si giocava alla guerra per scopo educativo. Ora, si prende la guerra per gioco.
Nel medioevo i bambini facevano la battagliola. Si preparavano per settimane intagliando spade di legno, scudi e dipingendo le bandiere dei due schieramenti; da bravi registi si dividevano i ruoli della guerra da loro inventata, i buoni e i cattivi, i comandanti e i soldati semplici. Una volta pronti si davano appuntamento davanti alla chiesa del loro paesino, i padri fieri spettatori di quella rappresentazione li applaudivano e li incitavano. La battagliola si svolgeva come uno spettacolo teatrale, bambini di età diverse, ma pur sempre bambini, si affrontavano per difendere il loro comune, per difendere le loro madri, per aiutare i loro padri, per dimostrare che chi abitava in quel comune non avrebbe mai lascito la propria casa senza combattere. La battagliola aveva per i padri di questi bambini un grande valore simbolico, i figli avrebbero preso il loro posto e dovevano vincere.
La società medioevale era una società maschia a confronto dell’idea di società che abbiamo noi oggi, ma la violenza infantile era punita e anche duramente, la chiesa impediva le sassaiole e le battagliole con spade vere, ma i bambini erano coscienti che un giorno sarebbe toccato loro impugnare le spade. Oggi, in occidente, si ha una strana idea di violenza in relazione all’infanzia. Dei bambini che al parco giocano alla guerra o due fratelli che giocano alla lotta sul tappeto di casa vengono subito fermati e rimproverati, ai bambini è vietata la violenza. Oggi ai bambini è proibito comportarsi come cuccioli di leone e rotolarsi ringhiando sul lettone dei genitori, ma capita guardando Facebook o il telegiornale di vedere immagini di bambini di tre, quattro anni con fucili in mano, bambini educati alla guerra esattamente come i nostri predecessori nel medioevo facevano con i propri figli.
Rimaniamo scandalizzati da queste immagini, immaginiamo per un secondo nostro figlio, nostro nipote o il figlio dei nostri vicini di casa con una pistola in mano, ne abbiamo il ribrezzo. Non è umanamente giusto rubare l’infanzia a questi bambini e le persone che pensano di inviare un profondo e giusto messaggio con queste azioni compiono una violenza, ma veramente pensiamo che i nostri bambini non siano educati alla violenza? Ci preoccupiamo che facciano nuoto, che sappiano suonare il piffero, che non guardino più di un’ora di cartoni animati al giorno, tutti bellissimi propositi, poi però non ci facciamo problemi a guardare il telegiornale, il computer, film e ad usare videogiochi davanti a loro o addirittura con loro, spesso molto più violenti o segnanti della guerra nel lettone, ma no “non saltate sul letto vi fate male e la guerra non si fa!!”.
Marina India Pizzochero
devo ammettere che non avevo mai pensato a l’educazione alla non violenza, da questo punto di vista. Certo che è reale che se un genitore non vuole che un figlio giochi alla guerra, trovo assurdo che poi possa giocare con il figlio alla guerra, e non solo, su computer. Rimane sicura una cosa, temo che oggi l’educazione dei figli, risulti ancora più difficile di come sia sta anche solo trent’anni fa…..e temo che un genitore, comunque si possa muovere, corra il grosso rischio di sbagliare, anzi, ne sono certa….