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Crosetto e Fidanza: le vittime di Fratelli d’Italia

Morale della favola: ad andare con lo zoppo, si finisce per zoppicare

“Noi possiamo ancora farcela, il 4% non è lontano, dobbiamo impegnarci tutti che se non si supera lo sbarramento sono cazzi nostri, non abbiamo più nulla…” Eccolo il problema di molti dei dirigenti di FdI.

Riportiamo un breve estratto di una conversazione tra tre iscritti di FdI, uno di loro, quello che parla, è un dirigente storico dell’ex Alleanza Nazionale e oggi FdI. Il punto è che le elezioni sono ormai dietro l’angolo, ma il famigerato 4%… quello un po’ meno. E dunque a preoccupazione aumenta. E dunque molti inziano ad interrogarsi sul dopo. Cosa fare? Molti resteranno senza stipendio e, in tempo di crisi, vallo a trovare un lavoro. E poi, se questa prospettiva elettorale venisse confermata, si ridisegnerebbero anche tutti i rapporti interni al partito… e con gli alleati. Un casino, insomma.

Un casino dentro il quale non vi è traccia di Guido Crosetto: la sua faccia in campagna elettorale, momento vitale, non si vede.D’altronde tutti sanno che lui a questo progetto non crede, che punta ad un qualcosa di diverso, cosa che però può nascere solo dopo la sconfitta delle Europee.

E’ una campagna elettorale, quella dei fratelli d’italia, costellata da errori. Rincorsa ad un tema – il Basta Euro – fino dal quale fino a qualche settimana prima si erano prese le distanze; millantate alleanze inesistenti (poi smascherate) con il Front National; personaggi squalificanti imbarcati solo per fini elettorali. E a farne le spese, se il fallimento dovesse compiersi, saranno soprattutto i giovani post-aennini.

In primis Carlo Fidanza e il suo gruppo. Per lui sarebbe una situazione difficile: dopo non essere riuscito a portare in Comune il suo ex vice ora si troverebbe lui stesso a non avere ruoli. Nonostante l’impegno messo sia in Europa sia per la costruzione di FdI. Mettendoci la faccia e tentando di costruire un partito che – però – si è messo contro tutti… Forza Italia, La Destra, i vecchi dirigenti di An… Giorgia e Carlo volevano essere un nuovo modello di partito di Destra in cui i giovani, finalmente, fossero dirigenti e non attacchini. Se nei primi anni del 2000 i due giovani “capi” di FdI lottavano per contendersi la segreteria del mondo giovanile di An, oggi si sono uniti cercando di ricostruire qualcosa di nuovo… lo sbaglio è stato quello di guardare troppo al passato, ripresentando un “vecchio” nome solo a fini elettorali. L’errore è stato di non costruire insieme agli altri, puntando tutto sulla capacità di certi vecchi di “fottere” gli altri.

Fatto sta, il centrodestra è in crisi. Con un’identità confusa, ancora ancorato a Silvione, ad oggi il solo referente politico con idee ben delineate e capace di prendere voti. Pur essendo il Male, resta l’unica risposta del centrodestra oggi in campo. Una carenza da colmare, una carenza che la sorte di Fratelli d’Italia potrebbe aggravare, sia che superi lo sbarramento (mantenendo a galla un certo dannoso vecchiume) sia che non lo superi (rischiando di affossare con sè la parte sana). Ritenendo noi il secondo come esito probabile, non resta che sperare che la parte sana di cui sopra riesca a salvarsi. E che da quelle ceneri si possa ripartire abbandonando l’usato (garanzia di fallimento) per ricostruire un’area politica fatta di battaglie serie e non di interessi particolari.

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