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Technomuezzin di

Tripoli. Da due giorni la gente non fa altro che intasare le strade con macchine che vanno gratis (la benzina qui costa 9 centesimi di euro a litro) strombazzando e urlando ‘Allah Akbar’. Alla sera invece oltre che strombazzare e urlare e far partire fuochi artificiali  senza rampa che finiscono in mezzo alla gente esplodendo con grande divertimento e probabilissimi feriti a perdita d’occhio e d’udito (ma che ci vuoi fare è festa!), si aggiunge qualche smitragliata. Ma poca roba, che il Keib, il Primo Ministro, ha detto di non sparare e di non far vedere parate militari che poi all’estero la gente pensa che lui non conta un cazzo e che il potere ce l’hanno in mano le milizie. Intanto il paese sembra tornato ai giorni d’oro dei combattimenti strada per strada, con centinaia di checkpoint anche nel posto più sperduto dell’universo e cani anti-esplosivo che saltano da una macchina all’altra alla ricerca di kamikaze fai-da-te. Tre giorni di festa partiti giovedì e che, aho ma che stai a dì se fa festa de venerdì che ce stà già festa? E sticazzi spostamo la festa nazionale sabato no? Quindi, la festa adesso è il 18 e non il 17 che è la vera data di inizio della rivolta. E’ come se spostassimo la festa dell’Unità d’Italia perchè cade di domenica…con una pompatissima RadioMaria che spara a tutto volume il Padre nostro per tutto il giorno.

E siccome è venerdì ed è pure speciale, è partito il ‘mantra dei due coglioni’ con le moscheee che per ore ripetono all’infinito ‘ALLAHU AKBAR ALLAHU AKBAR ALLAHU AKBAR LAILAHA ILLALLAH ‘ . Una sorta di technomuezzinata che ti rimbambisce talmente tanto che per poco non apri la finestra e ti butti di sotto di testa con un tuffo carpionato sulla macchina dei miliziani che presidia l’albergo.

Quando si smette di ballare con tecnomuezzin (una risposta tutta locale e di fiero orgoglio contro il technoviking europeo qui rappresentato) ripartono le clacsonate e diventa tutta una grandissima Napoli moltiplicata per un milione di volte dove il più sfigato c’ha un caricatore della Beretta 9 mm da svuotare. Botti a destra e sinistra, le canne delle mitragliatrici antiaeree che si trasformano in una fioriera di razzi pirotecnici che esplodono dove gli pare. E pochi minuti dopo, durante i quali si riassesta il cervello dall’attacco del technomuezzin, eccolo  che riparte per un’altra ora e mezza. E tutto senza l’ausilio di pasticche ed droguccie mescaliniche che sarebbero state di grande aiuto in questi momenti…

Panem et circenses.

Di Cristiano Tinazzi

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