Berlusconi spalle al muro. Ma spera ancora in Di Pietro

di Fabrizio Fratus

Il 14 dicembre si avvicina, e con esso la resa dei conti per il futuro del governo. Il neonato Terzo Polo, che ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia congiunta Fli+Udc+Api (cioè Fini-Casini-Rutelli) ostenta tranquillità, sicuro che riuscirà ad ottenere quanto desiderato.

L’esito preferito dalla truppa centrista/neocentrista è un rimpasto di governo che preveda una nuova maggioranza di centrodestra, ma allargata alle forze sopra citate. In tal caso ovviamente cambierebbero di molto gli equillibri interni al governo, con una riduzione del potere contrattuale della Lega Nord e Berlusconi ridotto quasi ad una marionetta. Ma ciò garantirebbe qualche speranza di sopravvivenza al Pdl. La speranza ultima resta quella di togliere Silvio dal trono giocando sull’istinto di sopravvivenza dei suoi colonnelli: infatti si tende la mano ai vari Letta, Alfano, ecc. Ma se non dovesse accadere, pazienza.

Se Berlusconi dovesse tenere duro e rifiutare l’allargamento della sua coalizione, scatterebbe il piano B. Grazie ad un accordo già raggiunto con il Pd, secondo il quale si verrebbe a creare una maggioranza composta da centrosinistra e terzo polo. Con l’appoggio esterno dell’Idv che garantirebbe i numeri ogni volta che si dovesse arrivare a votare la fiducia. Ipotesi letale per il Pdl che, secondo quanto affermato anche da alcuni suoi esponenti, in caso di governo tecnico si disintegrerebbe nel giro di pochi mesi.

Tuttavia resta ancora una flebile speranza per i berlusconiani: infatti l’accordo tra centristi, democratici e Di Pietro non è stato ancora siglato. Tonino è perplesso perchè, se da una parte non accordarsi significherebbe essere tagliato fuori, vuole capire quali sarebbero in concreto i benefici che trarrebbe dall’eventuale patto e i contraccolpi sul suo elettorato. Per ora le sue dichiarazioni sono a favore delle elezioni anticipate in primavera… regalando un sorriso al suo nemico Berlusconi…