CONTRADDITTORIO: FUORI DAI PREGIUDIZI, PRESTO ALTRI INCONTRI
Si è svolto a Roma presso la sala Carroccio del Campidoglio il contraddittorio tra studiosi della teoria di Darwin.
In sala, a contendersi l’attenzione dei presenti, due agguerriti evoluzionisti, Roberto Verolini e Aldo Piombino e dalla parte opposta del tavolo un preparatissimo Stefano Bertolini (presente al posto del prof. Roberto de Mattei che per impegni improvvisi non è potuto essere presente) e un acceso Ferdinando Catalano.
Dopo l’introduzione di Biagio Caciolla, che ha evidenziato l’importanza di questi incontri visto che dopo oltre 150 anni di ricerche non si sono ancora evidenziate prove reali ed incontestabili a sostegno del (neo)darwinismo.
Stefano Bertolini ha iniziato il suo intervento con il gravoso compito di rispondere alle 22 questioni poste da Aldo Piombino in merito alla pubblicazione del libro curato dal prof. Roberto de Mattei “Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi”.
Bertolini ha evidenziato come molte questioni poste da Piombino non erano nemmeno da presentare in quanto già spiegate nel libro curato dal vicepresidente del CNR; nello specifico ha fatto notare che come sempre, gli evoluzionisti, pieni di pregiudizi e molto presuntuosi, non leggono i testi ma procedono per “sentito dire”.
Non si è fatta attendere la risposta di Aldo Piombino che, onestamente, ha prima ammesso di avere letto i riassunti e non il testo per poi procedere nella sua spiegazione di come la teoria di Darwin è valida, ha presentato le sue posizioni in merito ai fossili spiegando il motivo per cui non vi sono fossili di transizione.
Terminato il resoconto di Piombino, un gentile e disponibile Roberto Verolini, ha fatto notare quelle che per lui sono contraddizioni nell’impostazione della ricerca scientifica dell’associazione AISO. Il professore ha confermato che è evidente una presa di posizione aprioristica da parte dei contendenti e ha ribadito che non esiste una teoria alternativa a quella di Darwin.
Terminata l’esposizione del prof. Verolini la parola è passata a Ferdinando Catalano; il fisico si è alzato in piedi e ha iniziato il suo intervento spiegando l’impossibilità di discutere sceintificamente con gli evoluzionisti perché la loro posizione non si basa sulla confutazione delle tesi anti-evoluzioniste ma sono impegnati solamente a screditare tutti gli studiosi che non si adeguano al pensiero unico dell’evoluzione, cita alcuni esempi in cui la sua persona è stata fatto oggetto di insulti da persone che non hanno mai letto i suoi saggi o i lavori scientifici da lui presentati.
Catalano ha poi illustrato cosa s’intende per scienza e come, nella realtà, la teoria di Darwin non sia scienza mancando dei requisiti minimi di validità scientifica.
Davanti ad un pubblico molto attento hanno preso parola anche due ospiti, il fisico ricercatore Andrea Lucarelli esperto sulle questioni dell’origine della vita e il professore Ulisse di Corpo dell’Università di Viterbo che ha illustrato la teoria Sintropica.
Il contraddittorio si è svolto con il rispetto tra le parti anche se in qualche occasione gli animi si sono accesi…
Tre considerazioni sono da evidenziare:
– gli evoluzionisti non hanno la minima conoscenza della letteratura antievoluzionista e creazionista.
– gli evoluzionisti credono di essere i detentori della verità senza provare a mettere in dubbio le proprie convinzioni, questa posizione è un assoluto errore verso la scienza.
– vi è una sostanziale credenza erronea, cioè che tutti i biologi e genetisti siano evoluzionisti; un nome per tutti: Francis Collins.
La conclusione dell’incontro ha dimostrato la sostanziale preponderanza nel pregiudizio dell’analisi dei dati; la strada da percorrere nella ricerca delle nostre origini è ancora molto lunga e lo sarà sino al momento in cui il dubbio non sarà la parola d’ordine degli scienziati.
Presto pubblicheremo sul nostro sito le risposte ad Aldo Piombino curate da Stefano Bertolini e attenderemo le eventuali risposte.
Fabrizio Fratus
Scusate, ma sono costretto a questa e-mail perché sto notando come si sia sviato il senso del mio intervento al convegno di Roma del 22 Ottobre scorso.
La sostanza del mio contributo – perfettamente pro evoluzionismo – è consistito nella presentazione di una provocazione filosofica rivolta al creazionismo (ID) fondata sul fatto che, nella misura in cui si voglia pretendere di presentare questa congettura in un confronto con l’evoluzionismo… anche questa congettura deve essere analizzata nei suoi aspetti caratterizzanti. L’AISO (Associazione Italiana Studi delle Origini), che ha organizzato l’incontro e ci ha cortesemente invitati a Roma, e che ringrazio, propone nel suo statuto (testuale) “… che le teorie evoluzioniste non possono essere considerate un fatto scientifico indiscusso e senza alternativa.
Nella scuola e società italiana, per esempio, non dovrebbe essere ignorata la critica all’evoluzionismo e neppure il senso della proposta creazionista.”
Bene.. se si vogliono fare le pulci all’evoluzionismo – poi vediamo se ci si riesce – allora altrettanto è lecito fare per il creazionismo (e ID). E la risposta è che… a tutt’oggi alternative all’evoluzionismo non se ne trovano. Al creazionismo e ID sì! E non solo dal versante ateo!
Quale alternativa (scientifica) è stata mai formulata a fronte della teoria dell’evoluzione? Il fatto singolare è che non sia stata proposta alcuna. Esiste solo la seguente (in estrema sintesi):
1: La variabilità genetica di una popolazione di organismi viventi è trasmessa casualmente alle generazioni successive.
2: le esponenziali dinamiche riproduttive degli organismi viventi sono limitate dalla carenza delle risorse ambientali accessibili: ciò causa una competizione per l’accaparramento delle risorse e limita la crescita delle diverse popolazioni che restano costanti sotto il profilo demografico. Da ciò:
3: le popolazioni sono sottoposte a una continua selezione naturale data dal fatto che gli individui con maggiore adattabilità all’ambiente si riproducono con maggior successo.
La teoria di Darwin è tutta qui: Tre Mosse. Notare il fatto della trasmissione casuale dei geni. Nessuna alternativa altrettanto capace di inglobare la genetica moderna (Mendeliana e post Mendeliana) è stata mai proposta in sua vece!
Ora, né il creazionismo (né l’Intelligent Design) sono riusciti a proporre qualche variante epistemologicamente equivalente di questa terna di affermazioni.
Tutte le obiezioni sollevate da creazionisti e sostenitori dell’I.D. non sono mai rivolte all’aspetto teorico dell’evoluzionismo ma alle evidenze a sostegno dello stesso. ‘Nessuna di queste evidenze’ è parte della teoria dell’evoluzione. Questi sono dati sperimentali, non la teoria evolutiva!
E passiamo alla provocazione – ovvero il nocciolo del mio intervento, stranamente ignorato nel resoconto a cui replico. Da integerrimo assertore dell’evoluzionismo mi schiero inequivocabilmente all’opposizione del creazionismo. Ma vorrei farlo da una posizione da affiancare quella usuale. Una provocazione proposta alla luce dell’applicazione di un fondamentale principio della biologia: l’esclusione competitiva, secondo il quale la maggior competizione naturale si ha tra specie che condividono la stessa nicchia ecologica.
Normalmente il dibattito viene condotto ai sensi del seguente sillogismo:
‘Sé l’evoluzionismo è vero ‘allora’ Dio non esiste.
Da ciò deriva:
a) L’evoluzionismo è vero allora Dio non esiste; dunque bisogna optare per l’ateismo;
b) Dio esiste: allora l’evoluzionismo è falso. Per questo bisogna optare per il teismo.
In realtà è facile dimostrare come tale sillogismo sia infondato. L’evoluzionismo non fa alcuna affermazione in merito all’esistenza o meno di un ente creatore. Né può farlo. La scienza non contempla interventi sovrannaturali: è a-tea nella sua prassi. Ma, ammesso questo, è agnostica nella collocazione filosofica. Differenza sottile… ma sostanziale.
L’evoluzionismo è agnostico – come Darwin e il sottoscritto. Chiarito questo, è inevitabile – come accadde alla teoria eliocentrica sostenuta da Galilei – come possano intercorrere insormontabili incompatibilità tra ‘particolari accezioni di Dio e creazione’ e le istanze dell’evoluzionismo.
Mettiamo sia possibile dimostrare – alla stessa stregua dei ‘per assurdo’ dei teoremi matematici – che:
A) L’evoluzionismo è in contraddizione con l’idea di Dio (e creazione) dei creazionisti.
B) L’evoluzionismo può risultare coerente con concetti alternativi di Dio (e creazione): il Dio (Kenotico) di Darwin.
Dunque, dimostrando la validità delle due posizioni, si dimostra logicamente l’inconsistenza dell’opzione A) solitamente opposta all’evoluzionismo. Questo è il fine precipuo del mio intento.
La confutazione al creazionismo può procedere da due direzioni: quella classica, esterna, materialistico naturalistica (a-tea) e la presente, interna, agnostica, che non arrischia alcuna affermazione in merito al tema ateismo/teismo tout court ma delinea una terza posizione interpretativa del tema non viziata da scelte epistemologicamente impossibili: ideologiche.
I dettagli del lavoro svolto, condensato nell’ultima produzione “Il Dio di Darwin. L’alternativa laica al creazionismo e l’Intelligent Design” sono consultabili nel sito http://www.diolaico.it.
Si precisa come non si sia proposto alcun Dio di Darwin: ma solo un’analisi filosofica che tende a fungere da caustica provocazione nei confronti del creazionismo ortodosso.
Ovvero: la corretta applicazione filosofica dell’evoluzionismo confuta il creazionismo e ID usurpando questo spazio di esistenza con una formulazione che confuta queste stesse proposte surclassandole, rivelandole infondate e banali ‘anche’ nell’ipotesi di contemplare un’ipotesi teistica.
Ovvero… il darwinismo come strumento di confutazione interna di congetture metafisiche a sfondo teologico. Ovvero, dopo aver monopolizzato la biologia, proposto il modello più raffinato ed efficace per la comprensione della mente (le neuroscienze), il darwinismo inizia a erodere la stessa spiaggia del creazionismo e ID.
Il colmo per queste correnti di oscurantistico livore antiscientifico…
Roberto Verolini