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LE INTERVISTE TALEBANE: LUIGI CERRUTI

…Ho letto millanta storie di Cavalieri erranti, di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza. Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia, ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia; proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto: vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso l’ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso, e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello, ma un rifiuto non l’accetto, forza sellami il cavallo!…

Non mi stancherò mai di sognare, seppur con indole realista, ascoltando il Don Chiscotte di Guccini: la storia di un uomo, Don Chisciotte della Mancha, capace di cogliere oltre l’esistente e tenuto vivo dal desiderio frenetico di cambiare il corso degli eventi. Don Chisciotte della Mancha e Sancho Panza, figure metaforiche, della dualità dell’Universo che trova la sua narrazione nella sua sintesi terza: l’uomo, il forte irruento, l’altro cinico riflessivo che trovano entrambi perfetta sintesi nella realizzazione dell’Ideale che fa vera la Vita.  

Il ruolo del nostro laboratorio metapolitico, Il Talebano di Fabrizio Fratus, ha una connotazione fortemente movimentista e come tale fa del confronto con i protagonisti del mondo identitario e del centro-destra. Da romantici capitani di vascello, con le vele spiegate verso un Oriente dove la Stella guida la rotta per la terraferma, l’obiettivo di noi Talebani è realizzare sinergie, narrare temi in una logica di stimolazione al Pensiero multipolare, o semplicemente confrontarci in una logica ottimizzante laddove la sensibilità diffusa ci omologa al qualunquismo militante. 

Il crollo del muro di Berlino ha decretato la fine dell’organizzazione del Mondo su base bipolare e, di conseguenza, si è dichiarati la fine del “sistema di Jalta” e l’avvento di quello che è stato denominato il “momento unipolare”.  Abbattuto il Muro, si abbatteva in maniera irreversibile anche l’intera struttura di un ordine mondiale basato sul principio dell’equilibrio dei due egemoni simmetrici spalancando le porte al sistema unipolare del Pensiero Unico.

In tale contesto, con l’intento di colmare anche il vuoto lasciato dai grandi Partiti un tempo capaci di influenzare il Pensiero della società civile, si inserisce il ruolo della metapolitica. Esso rappresenta il fondamento della coscienza politica e del suo agire laddove il confronto genera Pensiero poliedrico seppur accomunato da un sottile filo conduttore. Addomesticati al Pensiero unico l’Uomo moderno ha, quasi del tutto, smarrito il senso critico: è, dunque, opportuno generare dibattito soprattutto quando esso coinvolge personalità di spessore che ritrovano una sintesi comune in un denominatore condiviso di matrice identitaria. L’intento del nostro laboratorio di Pensiero è arricchire la Riflessione aggiungendo al lavoro di ricerca prospettive e strategie diverse per un Mondo multipolare.  Quanto sostenuto richiama uno dei filoni che sviluppiamo coinvolgendo Uomini e Menti del Centro Destra, tra le più impegnate nelle Istituzioni e nella gestione delle dinamiche socio-politiche attuali. 

Questa volta ci confronteremo con Luigi Cerruti, manager d’azienda e Segretario Provinciale di “Noi Moderati”. Luigi Cerruti, uomo di partito, ha saputo applicate il metodo ottimizzante del pragmatismo aziendale dove il decisionismo è regola aurea alla Politica dove la mediazione, saggia ed esperta, è arte non comune. Lo spessore dell’uomo e del professionista fanno si da rendere opportuno un confronto per trovare una sintesi di riflessioni comuni.

Le modifiche dei sistemi liberal-democratici nelle società a capitalismo avanzato, portano sempre di più ad una gestione politico tecnocratica-economicista che, secondo Colin Crouch, porterebbe ad una postdemocrazia. In questo scenario non crede che il ruolo dei think tank, o laboratori di Pensiero, come “Il Talebano” non sia imprescindibile soprattutto nel ruolo della difesa dei valori Tradizionali riformulati con il concetto di Comunitarismo.

 

Ritengo che il post-democrazia indica una situazione dove tutte le forme della democrazia continuano a funzionare, ma sono diventate un rituale, perché le decisioni importanti sono prese altrove, tra le élite politiche ed economiche.

Ciò significa che se si guarda alla democrazia come elezione popolare dei vertici dello Stato, essa pare godere di ottima salute; ma se si guarda alla qualità del processo democratico di formazione della volontà popolare si rilevano diverse incongruenze.

Certamente il ruolo del Talebano e altri laboratori di pensiero, fanno sì, che vengano difesi i valori tradizionali riportando il concetto di “individuo” e non lasciare spazio solo a una politica Tecnocratica economicista.

Infatti nelle nostre economie di diversi Paesi, riducono la tassazione alle aziende, sottraendo risorse ai cittadini e ai servizi pubblici, tagliano gli investimenti nella sanità e nella salvaguardia dell’ambiente, riducono il costo del lavoro, ma anche la sicurezza di chi lavora. Questa concorrenza ruba poteri al mondo politico e sociale a favore di quello economico.

Lo scorso Aprile 2022 ho dato alle stampe il testo “Come difendere la nostra Identità” un manifesto del Comunitarismo Neopatriotico. Alla luce di un sistema economico post keynesiano, che negli ultimi 30 anni ha un po’ messo da parte il Diritto dei Popoli, non crede che oggi, con l’avanzata della cancel-culture, sia più che mai importante favorire una narrazione della Nazione in chiave etno-regionale? Riscoprire un nesso tra l’Italia e l’Europa dei Popoli quale valore aggiunto potrebbe apportare alla riscoperta della giusta sintesi tra appartenenza territoriale e nazionale?

 

Attualmente, un certo richiamo al comunitarismo neopatriottico, è stato adottato anche da settori della Sinistra, dal movimento per la decrescita e da altri soggetti che ripensano globalmente la propria identità politica accogliendo anche istanze storicamente proprie dell’altra parte politica e le sviluppano, come spesso affermato, oltre i concetti di Destra e Sinistra

Oggi, si ricorre a scappatoie, a tentativi lasciati a metà, in cui non si capisce neanche bene contro cosa si combatte e perché. La cancel-culture, se in Italia esiste, è appannaggio di un opinionismo, perennemente oscillante e maldestro.

Tuttavia, al di là della dichiarata volontà di superare le categorie di Destra e Sinistra, permangono a tutt’oggi profonde divisioni tra le varie anime del comunitarismo neopatriottico.

Patriottico inteso come legame alla terra di origine, nella difesa dei propri valori, e in questo contesto certamente l’Italia deve svolgere un ruolo di difesa delle proprie origini e valori, iniziando dai valori di ognuno e poi difendere i nostri valori in Europa, dando una giusta importanza alla nostra nazione.

 

Un tassello ulteriore, alla narrazione che strutturiamo con il nostro lavoro di ricerca è stato condiviso in piena sintesi. Quanto affermato da Luigi Cerruti ci riporta alla memoria alcune considerazioni opportunamente proposte agli inizi della nostra avventura metapolitica. 

Ciclicamente il Mondo appare vicino alla fine dei Tempi (o della Storia, come si usava dire non molto tempo fa…) le Civiltà vacillano e con esse i Popoli cadono in preda alla solitudine e ad un profondo senso di disorientamento. Quale la cura migliore? Lo affermava Marcello Veneziani: “…tornare al Principio e ai principi da cui principiò il nostro cammino.”

La domanda che ci ripetiamo è, dunque, se sia necessario un ritorno alla Tradizione. Personalmente non conosco la soluzione ma pratico il dubbio mediato dalla riflessione e ripeto: “E’ necessario essere degli Innovatori che camminano nel solco della Tradizione.”

Pratichiamo il senso comune e comunitario senza rinunciare, assolutamente, a valori quali l’Onore, la Fedeltà, l’Educazione. Abiurare tali pilastri sociali, ancor peggio abbandonando il senso del sacro, del legame sociale, del legame religioso potrà solo generare barbaro cinismo.

…Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora, solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora: per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri! L’ingiustizia non è il solo male che divora il mondo, anche l’anima dell’uomo ha toccato spesso il fondo, ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa il nemico si fà d’ombra e s’ingarbuglia la matassa…

Paolo Guidone

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