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IL GOVERNO VERSO LA MANOVRA FINANZIARIA: I PUNTI DI ATTENZIONE

Dal bollettino della Banca d’Italia, pubblicato a settembre e aggiornato a luglio 2023, escono luci e ombre sulla situazione finanziaria e creditizia, anche e soprattutto in ottica futura.

Da questi dati emerge:

deflussi netti sui depositi a -10 mld mese su mese, in miglioramento rispetto al -17 mld a giugno e al -22.4 mld di maggio e il cui ammontare rimane comunque oltre 150 mld superiore ai livelli pre- Covid;

un ulteriore incremento dello spread commerciale (+14bps mese su mese al 3.35%);

il tasso medio sui prestiti ex-PA si è attestato al 4.4% (+17bps mese su mese, +219bps anno su anno);

sul costo dei depositi luglio ha visto un incremento (+3bps mese su mese a 0.76%);

Il costo medio delle passività è incrementato, mese su mese, solamente di +2bps a fronte di un Euribor 3M, a luglio aumentato di +14bps. Dopo una piccola accelerazione a inizio 2023, l’incremento nel costo dei depositi e delle passività è tra i minori degli ultimi 12 mesi;

lo spread commerciale è in salita al 3.67% (+14bps mese su mese);

i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata, concordata nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (Sebc), sono diminuiti del 2,3 per cento sui dodici mesi (-1,7% nel mese precedente);

i prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,3 per cento nell’arco annuale (erano cresciuti dello 0,2 nel mese precedente);

i prestiti alle società non finanziarie sono diminuiti del 4,0 per cento (-3,2 nel mese precedente);

i depositi del settore privato sono diminuiti del 6,5 per cento sui dodici mesi (-4,3 in giugno)

 

A livello settoriale, i prestiti si contraggono principalmente per il settore immobiliare (-10.5% su base annua) e per il settore costruzioni (-6.3% base annua).

Si conferma, quindi, la tendenza, in essere da circa un anno, vale a dire che le famiglie italiane hanno ritirato dai conti circa 53 mld€, tanto per intenderci più di quanto previsto mediamente da una manovra finanziaria e, dato significativo, hanno incrementato gli investimenti finanziari in Titoli di Stato, come dimostra il dato della raccolta obbligazionaria pari al 17,5 per cento (16,1 in giugno).

Tutti questi dati dimostrano un’innegabile fiducia nei confronti del Governo Meloni, nei primi sei mesi del 2023, anche in corrispondenza dell’aumento dei tassi di interesse e, di conseguenza, del BTP a medio e lungo termine (tasso Bot a 1 anno 3,85% e, mentre il BTP decennale quota intorno al 4,35% lordo) , che consentono una maggiore diversificazione nell’asset allocation strategica e tattica degli investitori italiani e consentono di detenere nei nostri portafogli quote più alte di debito nazionale, a scapito dei fondi esteri, proteggendoci dalla speculazione finanziaria, che non promette nulla di buono per l’autunno-inverno 2023, con la recessione in vista e tassi alti….

Un credito che ora il Governo è chiamato, però, a mantenere costante, con i pochi soldi a disposizione, previsti da una Manovra finanziaria che richiederà semplici e lineari scelte politiche, in cui verranno date 3 priorità: lavoro, sanità e natalità; occorre però fare attenzione alla decrescita dei prestiti alle aziende, che influenzerà la dinamica della liquidità nelle imprese e avrà certamente impatto in termini di Pil.

Gli elementi, da sottoporre a attenta valutazione per proiettare la dinamica e l’evoluzione della nostra salute finanziaria verso il futuro, saranno sicuramente l’impatto sui depositi della nuova emissione di BTP Valore per il mercato retail, prevista dal MEF a inizio ottobre (a giugno, mese della precedente emissione, si erano registrati deflussi dai conti correnti per ca. -23.8 mld di euro), durata 5 anni e un extra premio finale di fedeltà per chi lo acquista durante i giorni di collocamento, e lo detiene fino alla scadenza, la cui entità verrà comunicata nei prossimi giorni; con la novità data dal fatto che i risparmiatori riceveranno cedole trimestrali, che saranno calcolate sulla base di tassi prefissati e crescenti nel tempo (il cosiddetto meccanismo step-up), e l’entità del rallentamento economico in Europa, soprattutto da parte della Germania.

Roberto Ceruti

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