TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI: UNA VALUTAZIONE ( E UNA PROPOSTA )
Un vecchio saggio popolare dice che , spesso, le cose te le vai cercare….
Cosí é stato per le banche, che non hanno agito sull’aumento dei tassi raccolta sui conti correnti , nonostante il costante intervento al rialzo ,da parte della BCE, del tasso di sconto , a partire dal settembre 2022.
Come infatti confermato dal decreto legge Omnibus n. 104/2023 ,approvato in Consiglio dei Ministri il 7 agosto 2023, la tassa sugli extraprofitti delle banche sarà del 40% ( fino ad un massimo dello 0,1% dell’attivo),aliquota che si applicherà sugli extraprofitti realizzati sul margine di interesse.
Decisione giusta o sbagliata del Presidente del Consiglio Meloni?
Diciamo subito che concordiamo con lo spirito e gli obiettivi finali della decisione, di carattere sociale e economico, ma dubitiamo sui tempi e modi della stessa. Certamente, gli istituti bancari hanno tardato troppo nell’adeguare i tassi sui conti correnti (tasso medio pari allo 0,3% e hanno straguadagnato sull’attività di impiego in questi mesi: basti pensare al tasso overnight sui deposit facility ,oggi pari al 3,75% e al tasso obbligazionario sui BOT , oggi quotato al 3,85%…, ma non possiamo giudicare positivamente al 100% tale provvedimento.
A conferma di ció, rimarchiamo :
1. il rischio reputazionale per un Paese come il nostro fortemente esposto sul debito;
2. le modalità tecniche di imputazione della tassazione alle voci del bilancio;
3. la tempistica scelta , dato che ,forse, sarebbe stato meglio comunicarlo il venerdì sera , a mercati chiusi, con il weekend portatore di assorbimento della notizia e con modalità differenti….
4. il rischio di penalizzazione per gli istituti di medio-piccole dimensioni, rispetto ai grandi “too big to fail”;
5. il rischio di mercato per le nostre banche, legato ad una svalutazione di prezzo delle azioni , implicitamente connesso alle conseguenze del provvedimento
Avanziamo quindi ,di seguito,una proposta costruttiva.
Le banche sono coscienti del privilegio che hanno avuto, in questi anni di liquidità a tasso 0 ,di strategie e cambiamenti di business model consentite/i e si sono dette pronte a un “sacrificio”.
Allora “staniamole” Giorgia: aumentiamo direttamente la tassazione sugli utili , una tantum o meno, ed esse sarebbero piú “felici” di contribuire , come dicono, e si supererebbe la difficoltà reputazionale menzionata , anche e soprattutto in sede internazionale, che generebbe rischi sul lato investimenti.
Sí, quindi, ma con una gestione e criteri differenti rispetto a quanto deciso, ma giá il Parlamento potrá discuterne, noi mettiamo a disposizione il nostro contributo.
Roberto Ceruti
Rispondi