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L’ ECONOMIA “LOW COST” È GIUNTA AL CAPOLINEA

La generazione Erasmus ha fallito anche in ambito economico?

Forse sì, stando ai dati e alle analisi socio-economiche di questo periodo.

Gli obiettivi di una Europa unita culturalmente, grazie all’Esperanto, socialmente (siamo lontanissimi…) e, soprattutto economicamente, stanno miseramente fallendo dinnanzi ai dati economici e all’evoluzione dell’economia di questi mesi.

A conferma di questo e come avevamo già preannunciato, dopo la Germania oggi l’Olanda è entrata ufficialmente in recessione con un dato del Pil pari al -0,3% annuo congiunturale nel II trimestre, secondo calo trimestrale consecutivo.

Dove non ha potuto la Politica Monetaria della BCE, è stata sufficiente la Pandemia e il suo enorme flusso di liquidità garantito dall’UE, che ha generato un forte incremento dei prezzi, fondamentalmente di origine esogena.

Tale dinamica sta cambiando e muterà geneticamente la nostra economia e società, passando da una struttura livellata verso il basso, guidata dalla “socializzazione dei prezzi” e grazie ai tassi di interesse 0, al passaggio verso una fase di “High Prices” in termini anglosassoni, che riporterà alla luce le teorie elitarie di stampo paretiano ed una società sempre meno “aperta” e più simile alle teorizzazioni politico-sociali sulle Fratture di Rokkan, in confronto agli anni duemila.

Un esempio sotto gli occhi di tutti sono gli aumenti dei costi dei biglietti aerei, in particolare tratte a corto che medio-lungo raggio, mediamente intorno al 30%, ma con punte superiori al 50%: un viaggio A/R Milano -Amsterdam pre-pandemia poteva costare 50-60 euro, oggi non meno di 100; ciò comporta anche significativi impatti sociologici e culturali, dato che se in Europa non riusciamo nemmeno a far viaggiare “a prezzi ridotti” all’interno dei nostri confini…..,lascio a voi ogni commento….

D’altronde, l’aveva già preannunciato il Capo della Compagnia aerea Ryanair Michael O’Leary: «Voli a quei prezzi non se ne vedranno più per anni»….

Le implicazioni e conseguenze non sono state intuite e comprese né dalle istituzioni europee, troppo impegnate nella redazione di documenti, direttive e regolamenti sulla green economy, altro fattore moltiplicativo della spirale dei prezzi, né dalla BCE incapace di gestire tempi e modi del rialzo dei tassi di interesse, oltreché di capire le determinanti dell’inflazione precipuamente “importata” (anche se qualche professore di economia sarà scontento del termine…).

Occorre, tuttavia, sottolineare che questo cambiamento potrà portare fenomeni positivi, ridando vigore ai criteri di scelta e responsabilità, in cui potranno prevalere i più meritevoli, che potranno essere premiati e riconosciuti rispetto alla “folla indistinta e annacquata” attuale , ridando vigore e spunti alla Società contemporanea e ripensando lo spirito comunitario , a noi tanto caro.

Ai posteri l’ardua sentenza….

Roberto Ceruti

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