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LE INTERVISTE TALEBANE: FITIM ZEKHTI

…Un fascio di serici sogni Incorona le notti e i riposi; un balzo di tigre inquieta mi sveglia al giorno e paremi vedere fera dismisuranza chi, buon’uso e leanza, voglia a lo mondo già mai mantenere, più che’n gran soperchianza, torna per me piacere e’n gran follia savere per ch’io son stato lasso, in gran erranza…

Un testo scritto a quattro mani dal maestro d’arte Franco Battiato e il filosofo catanese Manlio Sgalambro di non facile interpretazione che ci dona il senso identitario dell’apparteneza alla terra e alla Tradizione. Un termine ci guida alla giusta sintesi: “Gran erranza”. Partendo dal pensiero di Bondie Dietaiuti, che scrisse nel ‘300 il magnifico sonetto che ha ispirato i due maestri moderni, il punto di equilibro (Gran erranza) è al tempo stesso punto di sviluppo ad un’altra citazione dotta seppur criptica. A guidarci, oltre alla sensibilità e all’estro, è la parola stessa quando “gran erranza” ritrova l’eggregore in “nero peccato”: prende così forma nel luminoso “balzo di tigre” di T. S. Eliot in Gerontion (1920) che simboleggia la Conversione, il Risveglio, la Rinascita.

Conversione, Risveglio, Rinascita rappresentano il trinomio utile ad arginare la deriva dilagante che vive il nostro Occidente laddove le menti ricevono una sapiente cura alla sedazione del Pensiero critico. Negli anni ‘20 di questo secolo il termine Conservatorismo sembra aver preso il posto di quello molto in voga del decennio precedente di Sovranismo che ha mostrato palesemente i suoi limiti. Potremo dire che il Nazional-Conservatorismo è la versione più strutturata del Sovranismo Identitario e lo sbocco per la destra nel XXI secolo. Per affrontare questo tema ci confrontiamo con Fatim Zekthi ideologo del Comunitarismo in Albania.

Fitim Zekthi, editorialista albanese, è docente di scienze politiche presso l’Università Europea di Tirana; è stato giornalista nelle più importanti testate giornalistiche albanesi e ha ricoperto ruoli come redattore e caporedattore.

Il professore Fitim Zekthi è un forte critico dell’ideologia liberale e della sinistra. Si è opposto da sempre a tutte quelle forme totalitarie e ideologie politiche che impongono valori morali, sociali e politici in conflitto con i valori della Tradizione, la Fede in Dio, la Famiglia e le Comunità.

È un ardente difensore dei Valori del Conservatorismo Sociale poichè, sostiene, che le linee guida morali e politiche non sono determinate dallo Stato o dal Governo.

Zekthi, oggi, è molto attivo nei dibattiti pubblici, in televisione e sui social media: è membro della consiglio direttivo del PD, il principale partito di opposizione di destra in Albania.

Professore Zekthi , quale è la situazione della Destra in Albania?

“La Destra in Albania si trova in una situazione molto difficile per via di un conflitto politico interno che è iniziato e continua da quasi due anni ormai. Il Partito Democratico, che è anche il principale partito di destra e l’opposizione più significativa nel Paese, nel settembre del 2021 ha deciso di sospendere la carica di membro del gruppo parlamentare del PD il suo ex-leader politico Sali Berisha, il quale ha coperto le cariche di Presidente della Repubblica e Primo Ministro ed anche il fondatore del PD nel 1991. Sali Berisha è stato dichiarato persona non grata per grave corruzione ed indebolimento della democrazia interna da parte del governo americano e per questo motivo il Presidente del PD Lulezim Basha lo ha sospeso dall’appartenenza del gruppo del PD. Tutto ciò ha indotto Berisha a reagire con forza e ad attaccare il Presidente in carica del PD e ad avviare un movimento all’interno del partito con la scusa di rafforzare il partito. Questa lotta continua tutt’ora ed il partito è in qualche modo diviso in due frazioni. La divisione tra i due gruppi è molto profonda perché le parti in conflitto rappresentano da una parte la vecchia eredità del PD, eredità che deriva dal comunismo e dal partito comunista. Persone che in un modo o nell’altro sono state associate al partito comunità come membri o come dei semplici funzionari dell’amministrazione. Dall’altra parte abbiamo il secondo gruppo che rappresenta qualcosa di nuovo, più anticomunista, più conservatore, accetta la fede in Dio e la religione. Il gruppo guidato da Berisha è entrato a far parte delle elezioni due mesi fa ed ha avuto una profonda perdita di voti di fronte al governo socialista del Primo Ministro Rama. Tuttavia, il conflitto sembra indebolirsi. A breve il PD terrà le elezioni per la scelta del suo leader. Ci sono buone probabilità che il PD si riorganizzi e si trasformi in un forte partito di opposizione. In Albania, riguardo all’elettore, la popolazione e la società di massa, va detto che in larga misura si proteggono ancora i valori conservatori della famiglia, del matrimonio, della morale derivata dalla fede in Dio. Si proteggono i valori delle libertà economiche e religiose ma non è andata così in avanti come altre società o Stati, dove le idee, i valori e la morale liberale o l’ideologia liberale sono diventate dominanti e dominano l’intero discorso pubblico e il dibattito o il processo decisionale politico.

Quindi in Albania c’è una buona base per costruire una forza di valori di destra. Il Partito Democratico ha questa opportunità. Resta da vedere quanto riuscirà essa a superare la sua profonda crisi interna.”

In Italia Giorgia Meloni sta costruendo un soggetto politico conservatore basandosi sui valori di Dio, Patria e Famiglia. Sono valori ancora importanti?

“Questa è una notizia meravigliosa che arriva dall’Italia sulle politiche e l’approccio del Primo Ministro Meloni. Ovviamente i valori del credo in Dio, Patria e Famiglia sono valori fondamentali senza i quali è impossibile costruire una società giusta e sana. Gran parte della crisi odierna deriva dal fatto che i valori del credo in Dio, i valori della famiglia e dell’amore per la patria sono stati disfatti o si stanno disfacendo oppure sono fortemente combattuti dalla sinistra, dai liberali o da altre forme ideologiche simili. Quando le società vivono o vengono costruite sui valori della fede in Dio e da questi valori loro scelgono il modo di costruire e custodire la famiglia, il modo su come vedono la patria, come loro comprendono il ruolo della scuola e della proprietà privata, dello Stato in sé, ecc. Così facendo, si basano su valori considerati permanenti, universali, concepiti e protetti dalla natura umana, dallo stesso DNA umano. Quando invece le società vivono o vengono costruite secondo valori che non partono dall’idea che Dio esiste, ma partono dall’idea che l’uomo non è creato da Dio, che la sua creazione non esiste, allora i valori politici e morali le persone le troveranno, inventeranno tra di loro, a seconda del loro interesse.

In tal modo lo Stato, i demagoghi, coloro che vogliono governare o dominare useranno il loro potere per imporre i valori politici e morali che interessano ad essi. Diranno che non è una imposizione ma è la “conoscenza razionale” che lo Stato ha e che trova giusta e doverosa, oppure che gli ideatori illuminati hanno, ideatori che lo Stato segue e che sono le linee guida dell’uomo e dell’intera società. Questi ideatori vengono considerati in un certo senso come dei profeti, o dei sacerdoti dello Stato moderno, dello Stato laico e ateo. Quindi il secondo approccio si basa sulle persone e sull’accordo stabilito tra di loro, il che può sfociare in forme di tirannia sulle persone, mentre il primo è un approccio che non dà all’uomo il potere di determinare qual è lo scopo della vita, cos’è la vita, cos’è la famiglia, cos’è la morale perché tutti hanno come fonte un Essere assoluto ed eterno, con conoscenza assoluta ed eterna che è Dio. Il primo si fonda su una fonte trascendentale di conoscenza assoluta e il secondo su una fonte immanente dell’uomo di conoscenza assoluta e costantemente soggetto a tentazione a peccare ed a sbagliare.

In tal senso valori come la fede in Dio, la famiglia o l’amore per la patria, sono valori molto importanti. Ciò che la Meloni sta facendo in Italia è davvero una cosa meravigliosa, anche se sarà molto difficile perché è da anni, quasi decenni oramai, che si è radicata un’altra cultura, altri valori, un altro approccio che è la cultura liberale, la morale liberale che nasce dall’affermazione irragionevole dell’inesistenza di Dio.”

Italia e Albania hanno sempre avuto buoni rapporti e il nostro paese ha sempre avuto una vocazione di politica estera mediterranea anche se da trent’anni circa è venuta meno. Il Mediterraneo non dovrebbe tornare ad essere un riferimento geopolitico per l’Italia e l’Albania?

“Certamente, i nostri rapporti con l’Italia sono stati molto buoni, anzi, eccellenti. L’Italia è un paese molto caro per gli albanesi. La musica, la letteratura, il cinema, la politica, gli scrittori, lo sport (in particolar modo il calcio) dell’Italia sono molto famigliari agli albanesi. Per quanto io ne so, è vero che la politica estera italiana ha avuto da sempre una vocazione mediterranea. L’Italia ha sempre visto il Mediterraneo come uno spazio geopolitico molto naturale in cui agire come entità, ad avere così dei legami culturali ed economici più forti. Il Mediterraneo infatti è così, è uno spazio con indiscutibili valori comuni. Così come consideriamo l’Adriatico un mare nostrum, possiamo pensare anche il Mediterraneo come un mare nostrum. Ciò richiederebbe un ruolo molto più forte da parte di paesi importanti come l’Italia. Dal punto di vista culturale e politico, il Mediterraneo potrebbe produrre una forza, un approccio che in qualche modo bilanciasse lo spirito ideologico e politico ma anche quello culturale che arriva dal Nord Europa. Le radici del Mediterraneo sono molto più antiche, sono più legate alla fede abramica, il credo monoteista, la religione è molo più presente e forte. Potrebbe essere visto così, come un elemento forte.”

Nel vostro paese convivono Cattolici, Ortodossi e Mussulmani. Perché in Europa sentiamo parlare di guerra di civiltà con l’Islam?

“È verissimo che noi in Albania abbiamo una meravigliosa convivenza tra l’Islam ed il Cristianesimo, sia esso Cattolico che Ortodosso. Questa è una convivenza estremamente pacifica che dura da secoli ormai. In Europa si sentono delle voci, ci sono segmenti che parlano di una guerra del genere, anche se penso che in realtà queste voci stiano svanendo e penso che svaniranno ancora di più. Penso ci siano vari motivi della loro esistenza. La prima riguarda la tradizione anticlericale fondata dalla Rivoluzione francese. La Rivoluzione francese ha ucciso, terrorizzato i sacerdoti, i fedeli, la chiesa in sé. La Rivoluzione francese ha cercato di laicizzare l’Europa. Ha cercato di annientare il cristianesimo. Ed in un certo senso ci è riuscito, l’ha raggiunto tramite i valori promossi, attraverso la letteratura, i film, le università e l’intera macchina culturale e ideologica che ha preso vita in Europa dopo la Rivoluzione francese. Questi sentimenti antireligiosi hanno un ruolo nel vedere l’Islam come una preoccupazione, come un problema, come un ritorno ad un’epoca in cui le persone la loro esistenza la vedevano correlata alla fede o quando la fede era così pubblica e vissuta liberamente. Quindi, coloro che hanno attaccato il cristianesimo, coloro che hanno cercato di spogliare l’Europa dal cristianesimo, sono proprio coloro che vedono la religione e l’Islam come un male. Secondo loro, la civiltà non proviene dalla religione, per loro la civiltà proviene dai valori laici o atei.

In secondo luogo, i sentimenti di una guerra tra l’Islam ed Europa provengono da un pensiero di estrema destra che è frustrata dal dominio liberale, si sente minacciata dai valori di sinistra o liberali, si sente sfinita e nel suo subconscio sogna il ritorno ad un’epoca in cui l’Europa era tradizionale con valori di fede cristiana. Questa frustrazione fa sì che una piccola parte di tali estremisti veda l’islam come una minaccia ancora maggiore per il loro sogno. In terzo luogo, penso che siano le frazioni politiche o ideologiche populiste che non siano né di destra né di sinistra che vogliono approfittarsene della difficoltà della situazione ed hanno scelto l’islamofobia tra tutte le altre, come mezzo di lotta politica. Infine, penso ci siano anche altri motivi meno significativi di questi. Tuttavia, penso che gradualmente tutto ciò verrà gradualmente a svanire e musulmani e cristiano capiranno di avere una grande sfida in comune, che è quella di preservare i valori morali e politici delle loro nazioni di fronte alla grande aggressione liberale e ultraliberale o di sinistra. Musulmani e cristiano possono avere forme diverse di adorazione di Dio, ma hanno la stessa idea di fondo su cosa significhi essere una donna, cosa significhi dare alla luce un bambino e cosa significhi avere dei valori morali. Queste sono somiglianze molto forti e naturalmente i credenti inizieranno ad essere sempre più vicini l’un l’altro.”

Professore Zekthi, le Religioni sono importanti per l’uomo?

“Lungo tutta la storia dell’umanità si è avvertito il bisogno dell’uomo di credere in qualcosa che va al di là, in qualcosa che ha un potere sovrannaturale. I punti d’indagine religiosa sono numerosi ed inarrestabili. Senza entrare troppo nell’antropologia della religione, dico solo che le sepolture sono sempre state fatte in modo tale o con cerimonie tali che implicano che il morto “non muore”, che va in un altro mondo, che vive, che la sua anima continua a vivere. L’uomo in sé è un essere religioso. Quindi, la religione è estremamente importante. Solo negli ultimi due secoli si è iniziato a parlare contro la religione, si è cominciato a parlare della società e delle persone che non dovrebbero costruire le loro vite come se ci fosse un Dio. Durante questi anni si è costruito o almeno si intende costruire un essere umano che è “l’homo economicus” che mira a sostituire “l’homo religious”. L’homo economicus è un essere umano e materiale, per lui non esiste nulla se non la materia e solo sui principi della materia si deve costituire la morale, la famiglia, lo Stato e solo su ciò si trova il senso della vita. L’homo religioso invece crede nell’esistenza dell’anima, che una persona abbia l’anima e che esista una volontà al di fuori del corpo mortale, che Dio esista, che oltre al materiale ci sia anche l’immateriale, che lo scopo della vita debba essere trovato negli insegnamenti che provengono dai testi e quest’ultimi provengono da un’Essere eterno e assoluto. L’homo economicus è destinato a vivere in un mondo arido, un mondo in cui il profitto è l’obiettivo, un mondo in cui il piacere carnale o lussurioso è l’imperativo, in cui la realizzazione dei desideri carnali è un impulso che dev’essere seguito a tutti i costi. Per tutti questi motivi penso che la fede in Dio sia molto importante per l’uomo.”

Quali autori di Destra consiglia per una politica europea e albanese?

“Prediligo molto Roger Scruton. Ho altresì tradotto un suo libro intitolato “Com’essere un conservatore”. Autori molto bravi sono per esempio Carl Trueman, Patrick Deneen, Pietroangelo Butafuoco ecc.”

Oggi l’estensione dei così detti diritti civili tende a sconvolgere l’antropologia più elementare basata sulla natura sessuale e la famiglia tradizionale. Una società del genere può avere futuro?

“Tutto questo fa parte della guerra culturale, ideologica ma anche politica condotta dal liberalismo o dalla sinistra liberale. Per loro tutto è costruzione, tutto è inventato o costruito dall’uomo. Per loro non c’è niente di essenziale, le cose essenziali e universali non esistono. Stando così, secondo loro, non c’è alcuna possibilità per noi di sapere, quindi, non possiamo definire nulla. Tutto è una citazione personale o individuale sulle cose, tutto è una sensazione o sentimento personale o individuale. Anche quando facciamo le leggi, anche quando facciamo le regole, cerchiamo di trovare un modo per rispettare o legittimare questi sentimenti individuali. Anche per quanto riguarda i diritti civili è una questione che non va ignorata per legittimare questi sensazioni, sentimenti o desideri. Come abbiamo detto sopra, se non credi in Dio e nella sua conoscenza assoluta, se non basi le cose sull’idea che esiste una fonte eterna e assoluta di moralità e valori, allora troverai molto difficile definire cose o concetti, costruire una legge, una regola che abbia valore universale e permanente. Tutto è una questione di accordo tra le persone. Questo tipo di approccio ha portato a questo tipo di antropologia distorta e distruttiva che ha dichiarato guerra a donne, mariti, famiglie e bambini. Sicuramente questo non ha e non può avere un futuro. È contro la logica, è anti-epistemica perché nega l’essenza e la conoscenza nel suo insieme e apre la strada a tutto. È semplicemente sulla via verso la distruzione o l’autodistruzione.”

 

Felici di questo confronto con un ideologo di grande spessore siamo sempre più convinti che questo Occidente abbia necessità di riscoprire attraverso la Tradizione le sue radici comuni. Siamo un Popolo unito nella sua diversità che trova la sintesi comune nel Mediterraneo che tutti ci accomuna in una Europa die Popoli che sia Latina e Mediterranea.

Paolo Guidone

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