LO SPIONAGGIO EMIRATINO IN EUROPA
Dalle colonne del quotidiano “Domani” datato 7 luglio 2023 emerge la vicenda di Mario Brero, fondatore dell’agenzia di intelligence privata Alp Service (sede a Ginevra), con passaporto svizzero e italiano, secondo la quale l’8 agosto 2017 si sarebbe recato ad Abu Dhabi per incontrare un ufficiale dei servizi segreti locali, Matar.
Alp Service è un’azienda specializzata in ciò che viene definita “Dark PR”, il cui metodo si sostanzia nel diffondere, con discrezione, un’ingente quantità di compromettenti informazioni capaci di screditare i “nemici”. Il costo dell’operazione ammonta circa a 600mila euro e l’agenzia opera secondo una precisa scaletta:
- schedare i soggetti al fine di aver un quadro il più possibile veritiero
- impegnarsi affinché vengano pubblicati articoli negativi del personaggio su testate note così da screditarlo agli occhi dell’opinione “pubblica”
- avvalersi degli articoli per riuscire a modificare le informazioni su Wikipedia e sui principali siti correlati
- veicolare a tal punto tali informazioni da inserirle nei database bancari o delle principali aziende affinché possano essere fonti attendibili per la valutazione di un cliente
Risulta quindi lampante come sia correlato il danno reputazionale con quello finanziario. Secondo il quotidiano, questo “sistema” è stato usato al fine di ledere la dignità del Qatar mettendolo in cattiva luce come diretto sostenitore dei Fratelli Musulmani. Ipoteticamente, in un mondo sempre più ignorante e superficiale, potrebbe anche non interessarci una guerra intestina tra due esponenti di spicco del Golfo, ma in tal caso dovremmo trascurare anche l’esistenza di numerosissime vittime “collaterali”: professionisti nel campo della comunicazione (giornalisti) e del mondo finanziario (aziende ed imprenditori).
Quanto sommariamente descritto sembra contenuto all’interno di documenti dell’agenzia Alp Services, catalogati come “Abu Dhabi Secrets”. In un mondo ormai ossessionato dalla privacy dovrebbe “colpirci” il fatto che un’infinità di informazioni sensibili siano parte di dossier utili a tale fine (bozze di documenti, reports, messaggi, audio, rendiconti finanziari). “Domani”, in collaborazione con Eic (European investigative collaborations) è riuscita ad ottenere circa 17 gygabite di questo “capitale informativo” e, da questa esigua quantità, ha potuto stabilire quanto appena menzionato.
Leader religiosi, attivisti, ministri e politici di vario tipo sono quindi stati coinvolti in questa attività di dossieraggio, ritrovandosi in qualche modo “collegati” ad organizzazioni come i Fratelli Musulmani e, talvolta, anche ad Al Qaeda e all’Isis. Il “piccolo” particolare è che queste “indagini” sono state svolte su suolo europeo, a danno di suoi cittadini, con il preciso intento di agevolare uno stato straniero.
Uno dei reports più completi in possesso menziona circa 1000 nominativi di cittadini europei e 400 nomi di organizzazioni in qualche modo collegate alla galassia dei Fratelli Musulmani in Europa. Lo schema ha colpito ogni paese del vecchio continente e, ovviamente, anche l’Italia non ne è uscita indenne. Questa moderna caccia alle streghe non si avvaleva di “comprovati rapporti compromettenti”, ma si poteva finire “invischiati” in questa scellerata lista anche a causa di una semplice foto in compagnia di una persona dubbia incontrata durante viaggi istituzionali o per aver collaborato con delle associazioni. Sembra che in questa trama siano stati coinvolti in maniera più o meno inconsapevole anche importanti esponenti accademici del nostro paese.
Naturalmente “Domani” ha accuratamente approfondito l’argomento, compito che non compete in questa sede; ciò che dovrebbe indignarci è la pericolosità insita di quanto avvenuto.
Ad esempio, per quanto riguarda il “mondo della privacy”, dove sono tutti coloro che si stracciano le vesti ogni qualvolta un algoritmo intuisce la nostra predilizione per gli spaghetti al pomodoro a discapito delle orecchiette alle cime di rapa? Dibattiti infiniti in talk show imbarazzanti sull’uso delle nostre preferenze a fini commerciali: questi “ben pensanti” cosa e come dovrebbero ora esprimere il loro sdegno?
I social, mezzi utilissimi e per certe categorie professionali indispensabili, capaci di “bannare” chiunque esprima un pensiero non allineato al main stream, sono “forse” parte dello schema di spionaggio perpetrato? Perché l’algoritmo colpisce piccole realtà editoriali (mi riferisco ad un caso di mia diretta conoscenza, nello specifico una piccolissima casa editrice che si avvale principalmente di un colosso della vendita online per la distribuzione dei suoi libri) che subiscono limitazioni/censure per aver pubblicato su un noto social network un articolo sulla seconda guerra mondiale, colpevoli di aver riportato in occasione di una ricorrenza storica una foto ufficiale di Adolf Hitler (in abiti civili, senza nessun riferimento al nazismo)? Queste attività di spionaggio sembrano non subire limitazioni e, per quanto abili nel violare i sistemi informatici, è difficile credere che nessuna piattaforma abbia intuito tali illiceità.
Ultimo, ma non meno importante, è il danno che si è perpetrato nei confronti delle singole società europee presenti nel vecchio continente. Siamo a conoscenza dell’annosa questione inerente “l’integrazione – rispetto della fede” che infuria i dibattiti quando si nomina l’islam e notizie del genere complicano spropositatamente il quadro d’insieme: senza un reale inserimento nella società, senza vero sentimento di appartenenza da parte di chi professa la fede islamica non rischiamo di correre incontro al paradosso che cittadini europei si “vendano” ad interessi esteri perché scarsamente introdotti nelle comunità e nei tessuti urbani in cui vivono? Se il caso riguardasse persone “autoctone”, unicamente convertiti, incapaci di sentirsi parte del mondo circostante? Il rischio che si verifichi un reale scontro di civiltà, già profetizzato da Samuel Huntington, potrebbe non rientrare più nella fattispecie delle “ipotesi”, ma potrebbe davvero traghettarci verso un nuovo ordine mondiale che non siamo certo sicuri sia la soluzione maggiormente auspicabile.
Arianne Ghersi
Molto, molto interessante