SENEGAL: SULL’ ORLO DEL BARATRO?

Il Senegal è stato teatro di violenti scontri nelle ultime ore, dopo la condanna a due anni di reclusione di Ousmane Sonko, il principale oppositore del presidente Macky Sall. La violenza è scoppiata dopo che Ousmane Sonko (capo del partito Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l’etica e la fratellanza – Pastef) è stato condannato a due anni di carcere per “corruzione di giovani” (consiste nel favorire la “dissolutezza” di un giovane di età inferiore ai 21 anni). Una sentenza che compromette seriamente la sua candidatura alla presidenza del 2024. Scene di caos e almeno nove morti.
Il Senegal è stato a lungo considerato uno degli esempi rari di democrazia nel continente africano, ma recentemente l’intellettuale senegalese Falwine Sarr ha descritto il passato recente e il futuro del paese con parole poco rassicuranti: “lenta discesa” e “l’indebolimento e l’erosione delle conquiste democratiche senegalesi”.
Già nel marzo 2021 si registrarono violenti scontri legati al destino giudiziario dell’oppositore e all’epoca la furia dirompente della manifestazioni prese di mira i “simboli” della presenza francese (furono danneggiate numerose stazioni a marchio Total e supermercati ricollegabili alla catena Auchan).
In realtà, però, già nel 2012 la società civile diede forti segni di insofferenza verso la “gestione” delle cariche politiche dato che il presidente Abdoulaye Wade aveva tentato di forzare la costituzione e gettare le basi atte a garantirsi una terza rielezione (eventualità vietata dalla carta costituzionale). L’insorgenza popolare riuscì a impedire il concretizzarsi di tale ipotesi ma, attualmente, il successore Macky Sall (alla soglia della conclusione del suo secondo mandato) sembra aver fatto trapelare l’ipotesi di una sua ricandidatura. Questo excursus politico sommariamente descritto ci aiuta a comprendere come l’eliminazione dalla corsa politica di Sonko sarebbe fondamentale per la riuscita del progetto di Sall.
Sonko è entrato in politica nel 2017 dopo che fu radiato dall’incarico di ispettore dell’economia e delle finanze pubbliche dallo stesso Macky Sall. Prima era stato accusato di violenza sessuale, poi assolto per la testimonianza delle ragazze coinvolte che dichiararono: “ci hanno costretto ad accusarlo”.
Attualmente Sonko è sottoposto alla misura degli arresti domiciliari ma se la pena fosse “commutata” e fosse trasmesso in carcere, con ragionevole “sicurezza” si potrebbe ipotizzare il riacutizzarsi delle violenze. Alcune misure sono già state messe in atto dal governo per scongiurare l’ipotesi appena menzionata: il ministro dell’Interno Antoine Diome aveva annunciato alla televisione nazionale, che le autorità avevano limitato l’accesso ai social media. L’alto funzionario ha indicato che “dopo aver verificato la diffusione di messaggi odiosi e sovversivi sui social network“, il governo ha deciso di “sospendere temporaneamente l’uso di alcune applicazioni digitali attraverso le quali si invoca violenza e odio”.
L’autostrada che porta da Dakar all’aeroporto è stata bloccata dai manifestanti, hanno riferito i media locali. Il nuovo treno che collega la nuova città di Diamniadio con la Capitale ha smesso di funzionare.
Il target demografico che maggiormente sostiene Sonko fa riferimento ai giovani che costituiscono il 60% della popolazione. Nella narrazione comune si staglia anche il ruolo della Francia che viene additata come “attore occulto” intenzionato a manipolare il regolare svolgimento democratico della politica senegalese. Ad onor di logica si deve però specificare che Parigi non ha nessun interesse nella destabilizzazione del Senegal.
Arianne Ghersi
Note:
1) https://it.dayfr.com/trends/309051.html
2) https://www.affarinternazionali.it/rassegna-stampa-africana-nuova-tregua-sudan-tempo-negoziati/
3) https://contropiano.org/news/internazionale-news/2023/06/08/cosa-sta-succedendo-in-senegal-0161229
Al solito, Arianne Ghersi ci apre a scenari di cui i nostri media poco e non così esaustivamente parlano